I partiti di maggioranza si accordano sui presidenti con uno schema di pesi e contrappesi. Tra i Cinquestelle eletti Ruocco (Finanze alla Camera), Brescia (Affari costituzionali alla Camera) il ministro mancato Coltorti (Lavori pubblici al Senato), Grande e Petrocelli (Esteri nelle due Camere). Tra i leghisti oltre ai due economisti eurocritici spiccano Saltamartini (Attività produttive alla Camera) e il salviniano di ferro Morelli (Trasporti alla Camea)
Le commissioni economiche divise quota parte ai due partiti di maggioranza e per la Lega ci sono entrambi gli “eurocritici” Alberto Bagnai e Claudio Borghi Aquilini, ma per i Cinquestelle due pesi da novanta come Carla Ruocco e Daniele Pesco. Quelle della Giustizia distribuite una ai Cinquestelle e l’altra al Carroccio e così quelle per gli Affari istituzionali. Al primo sguardo dall’elezione dei presidenti delle commissioni di Camera e Senato emerge soprattutto la regola dei pesi e dei contrappesi: ogni elezione di un grillino in uno dei due rami del Parlamento è stata puntellata da quella di un leghista nello stesso settore nell’altro ramo. E poi si può registrare soprattutto a Montecitorio un leggero predominio dei Cinquestelle ed è l’effetto della proporzione per la grandezza dei gruppi parlamentari: il M5s in Parlamento è grande il doppio della Lega e se dentro il governo c’è più equilibrio numerico (anche per agevolare l’accordo), alla Camera e al Senato le proporzioni contano. Il ruolo del presidente di commissione è di garanzia perché coordina i lavori di esame dei provvedimenti, ma assume spesso un ruolo più politico perché se è in linea con la maggioranza può diventare relatore di una legge, può avere un’influenza sui tempi della discussione e sugli emendamenti. E le commissioni sono il motore principale per la formazione degli atti legislativi, dove si discute e si emenda la gran parte dei testi.
Le commissioni economiche vengono dunque distribuite equamente tra le due forze di governo. Alla Camera Claudio Borghi Aquilini è presidente della commissione Bilancio, mentre Carla Ruocco guiderà la commissione Finanze (i vice saranno Sestino Giacomoni di Forza Italia e Alberto Luigi Gusmeroli della Lega). Al Senato il leghista Alberto Bagnai è stato eletto presidente della commissione Finanze (vice Stanislao Di Piazza del M5s e Dieter Steger, Svp), mentre Daniele Pesco (M5s) sarà a capo della Bilancio (dopo un’elezione incerta: 13 sì contro 12 schede bianche), con i due vice Erica Rivolta della Lega e Mauro Maria Marino del Pd.
Stessa regola di estremo equilibrio è stata osservata anche per le commissioni Giustizia, settore su cui il contratto di governo si sofferma a lungo: alla Camera la presidente è Giulia Sarti dei Cinquestelle (i vice sono il renziano Franco Vazio e il leghista Riccardo Marchetti), mentre al Senato l’ha spuntata Andrea Ostellari, avvocato padovano della Lega, che avrà come vice il grillino Mattia Cruccioli e Raffaele Stancanelli (Fratelli d’Italia, ex sindaco di Catania).
Anche su un’altra materia molto delicata – infrastrutture e trasporti, quindi le opere pubbliche – la strategia scelta è stata quella dell’uno a uno. Al Senato il presidente è Mauro Coltorti, che era stato indicato da Luigi Di Maio come ministro nel possibile governo M5s presentato in campagna elettorale. Il suo nome era rimasto però anche nel totoministri del governo Conte sia prima dello strappo istituzionale su Savona (col rifiuto di Mattarella a firmare la nomina) sia dopo, fino a poche ore prima che il capo del governo leggesse la lista dei ministri al Quirinale. Coltorti era finito anche tra le possibili pedine per il “sottogoverno”. Alla fine è diventato presidente della commissione Lavori Pubblici e avrà come vice il leghista Maurizio Campari e Domenico De Siano di Forza Italia. Alla Camera l’omologo, presidente della commissione che a Montecitorio si chiama “Trasporti”, sarà Alessandro Morelli, salviniano di ferro.
Lo stesso sistema è stato scelto per le commissioni Lavoro: alla Camera il presidente è il leghista Andrea Giaccone, al Senato Nunzia Catalfo che nella scorsa legislatura è stata prima firmataria del disegno di legge sul reddito di cittadinanza, centro dell’azione politica dei Cinquestelle anche nel contratto di governo. I vicepresidenti al Senato sono il leghista William De Vecchi e Annamaria Parente del Pd. Stessa distribuzione anche per le commissioni che si occupano dei temi dello Sviluppo Economico: Barbara Saltamartini, Lega, è presidente della commissione Attività produttive della Camera, mentre Gianni Girotto del M5s guida la commissione Industria e Turismo di palazzo Madama (i vice sono Paolo Ripamonti della Lega e Adriano Paroli di Forza Italia).
Stesso schema per gli Affari costituzionali: le due commissioni sono state equamente distribuite ai Cinquestelle (alla Camera la commissione sarà guidata da Giuseppe Brescia, in passato anche capogruppo) e alla Lega (Stefano Borghesi che avrà come vice Gianluca Perilli del M5s e Luigi Vitali di Forza Italia). In questo caso tra i temi che possono riempire l’agenda c’è anche quello delle riforme nella direzione della democrazia diretta, delega esplicita al ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, un altro M5s.
M5s e Lega si distribuiscono anche Istruzione e cultura. Il grillino Luigi Gallo sarà presidente della commissione della Camera (vice Paola Frassinetti, Fdi, e Giorgia Latini, Lega), Mario Pittoni presidente al Senato con vice Michela Montevecchi del M5s e Francesco Verducci del Pd.
Le commissioni Agricoltura vengono affidate a Filippo Gallinella (M5s) alla Camera e Gianpaolo Vallardi (Lega) con vice Elena Fattori (M5s) e Giancarlo Serafini (Forza Italia). Alle commissioni Ambiente, altro tema forte tra le linee-guida dei Cinquestelle, i presidenti saranno il leghista Alessandro Benvenuto a Montecitorio e la grillina Vilma Moronese al Senato.
Le commissioni Esteri vanno entrambe ai Cinquestelle: a Montecitorio la presidente è Marta Grande (31 anni, avrà come vice Paolo Grimoldi della Lega e Piero Fassino del Pd), mentre a Palazzo Madama la guida sarà affidata a Vito Petrocelli e i suoi vice sono il leghista Tony Chike Iwobi e Stefania Craxi di Forza Italia. Vanno entrambe ai Cinquestelle anche le commissioni sulle Politiche europee, che al governo hanno figure più che critiche come il ministro Paolo Savona e ancor di più il sottosegretario Luciano Barra Caracciolo: alla Camera il presidente sarà Sergio Battelli, tesoriere del gruppo parlamentare M5s; al Senato il presidente è Ettore Antonio Licheri, parlamentare al primo mandato, con i vice eletti Cinzia Bonfrisco della Lega e Nadia Ginetti del Pd. La Difesa, infine: presidente di commissione alla Camera è Gianluca Rizzo (siracusano del M5s, al primo mandato), al Senato è la leghista umbra Donatella Tesei (vice Daniela Donno dei Cinquestelle, Laura Garavini del Pd).
Vanno entrambe al M5s le presidenze delle commissioni Sanità e sociale, che a livello di governo sono entrambe deleghe in mano a Cinquestelle (Giulia Grillo e Di Maio): alla Camera il presidente della commissione Affari sociali è Marialucia Lorefice (che si è occupata a lungo di salute e terzo settore nella scorsa legislatura, mentre al Senato sarà Pierpaolo Sileri, chirurgo e professore a Tor Vergata, che avrà come vice Maria Cristina Cantù della Lega e Vasco Errani di Liberi e Uguali.