Per il professore, indicato da Di Maio come potenziale ministro M5s prima delle elezioni, il maxi-sconto delle cartelle sotto i 100mila euro "è un condono, un’ennesima misura iniqua" e "dire che servirà a finanziare flat tax equivale a millantare". L'economista sostiene che l'accoppiata "diminuirà le entrate fiscali future". Sull'uscita dall'Euro: "Da irresponsabili"
La pace fiscale e la flat tax? “Una follia”. Andrea Roventini, presentato da Luigi Di Maio nella squadra dei potenziali ministri pentastellati prima delle elezioni, stronca la politica economica della Lega. Il docente dell’Istituto di Economia della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa sostiene che la pace fiscale voluta dalla Lega “mi sembra l’ennesima follia di politica del Carroccio dopo la flat tax”.
Per Roventini, interpellato dall’Adnkronos, il maxi-sconto delle cartelle sotto i 100mila euro “è un condono, un’ennesima misura iniqua che, affiancata alla flat tax, ha l’effetto di aumentare le disuguaglianze e di non produrre crescita”. L’economista sostiene che l’accoppiata “diminuirà le entrate fiscali future visto che disabitua il contribuente a pagare le imposte”.
La pacificazione, osserva, “favorisce le piccole imprese, come la flat tax, e non i dipendenti che le tasse le pagano già in busta e le pagano per tutti”. Inoltre, incalza, “dire che la flat tax venga finanziata con la suddetta pace fiscale equivale a millantare, perché si tratta di finanziare un intervento pluriennale con una misura una tantum, che ridurrà le entrate fiscali future, mettendo dunque a rischio il consolidamento di bilancio pubblico“. Roventini rileva anche come già l’Ocse abbia bocciato misure di questo tipo: “C’è un recente report che indica tra le poche cose che l’Italia non dovrebbe fare un condono fiscale”.
La linea della prudenza sui conti e dell’impegno per il consolidamento del neo ministro dell’Economia, Giovanni Tria, appare “in contrasto con la flat tax di Salvini, perché l’evidenza empirica dimostra che la flat tax porta sempre a deficit”. Piuttosto, secondo Roventini, “l’Italia deve sfruttare questa occasione per cooperare con gli altri partner europei e sedersi ai tavoli per la riforma della Zona euro“.
Tra i primi passi da compiere, ci sarebbe “una riforma del fondo Esm, alla quale sto lavorando con Marcello Minenna, Roberto Violi e Giovanni Dosi”, quest’ultimo direttore dell’Istituto di Economia della Sant’Anna, molto vicino ai pentastellati prima dell’alleanza di governo con la Lega.
“L’Italia – conclude Roventini – deve andare con proposte concrete da discutere ai tavoli” con un punto fermo, insindacabile: “Non ci si può lanciare nell’avventura di uscire dall’euro, è da irresponsabili“.