Prima il caso Aquarius, poi il braccio di ferro con i Paesi Ue per la ripartizione dei migranti, ora il conflitto con la ong Lifeline. Sullo sfondo l’imminente Consiglio europeo del 28 e 29 giugno chiamato a dare una risposta all’emergenza immigrazione. Un tema, questo, su cui si è focalizzata l’attenzione del governo Conte (e dei suoi leader) sin dalla sua nascita. Ma ora l’ex parlamentare pentastellato Alessandro Di Battista avverte: “Trovo fuorviante incentrare tutto il dibattito politico esclusivamente sul tema dell’immigrazione”. Non considerare i disagi che provoca, spiega Di Battista in un post su Facebook, “è un atteggiamento profondamente ‘borghese‘. E infatti gli sponsor di questa nuova tratta di schiavi abitano per lo più i quartieri alti delle città”. Però incentrarsi solo sui migranti “sta facendo tirare un sospiro di sollievo a un mucchio di persone”.
Di chi parla l’ex numero “due” del Movimento 5 stelle? “Dei colletti bianchi che delinquono, dei politici corrotti, di banchieri senza scrupoli, dei ras delle cliniche private, di criminali vari. Costoro gongolano nel vedere tutta questa attenzione concentrata su un solo tema. Costoro gioiscono nel constatare in Italia l’esistenza di una guerra tra poveri che non fa altro che alimentare il loro potere”. È per questo che, dice Di Battista, i ministri del governo Conte in quota M5s devono avere un “atteggiamento di lotta ancora più ostinato“. Come fa il vicepremier Luigi Di Maio, “il quale combatte sempre come un leone“. Un suggerimento per contrastare, in primis, le dichiarazioni dell’altro vicepremier, Matteo Salvini, che con i suoi interventi televisivi sta macinando consensi. Almeno secondo alcuni sondaggi, che ormai danno la Lega primo partito del Paese (poco sopra i 5 stelle).
Nel suo intervento su Facebook, l’ex deputato sostiene quindi che è giusto “fare la voce grossa affinché l’Europa si assuma le proprie responsabilità”, ma “allo stesso tempo la voce grossa va fatta contro i responsabili degli squilibri sociali nel nostro paese: e non sono gli immigrati! L’ho sempre detto: il futuro degli africani è l’Africa“, ribadisce. Per affrontare la questione immigrazione, secondo Di Battista, bisogna intervenire “sulle cause che spingono le persone ad abbandonare la loro casa”. “Io pretendo il rispetto dell’art. 11 della Costituzione – continua – pretendo che si smetta una volta per tutte di vendere armi ai paesi in conflitto; pretendo norme più dure per colpire la corruzione internazionale (multinazionali, anche italiane, che ungono le classi dirigenti africane per accaparrarsi risorse che appartengono ai popoli). Pretendo un piano di aiuti europeo per l’Africa senza precedenti. E pretendo controlli su questi aiuti”.
In conclusione, Di Battista scrive che “occuparsi dei sintomi dell’immigrazione è inutile se non si interviene sulle cause e le cause delle ingiustizie, in Africa come in Italia, sono spesso molto simili”. “Chi fugge da un villaggio congolese per mancanza di prospettive – spiega l’ex parlamentare pentastellato – non è poi così diverso da chi fugge dall’Italia per provare a costruirsi un futuro altrove. Io trovo inaccettabile la fuga di entrambi e voglio intervenire sulle cause di tale fuga”. “Il capolavoro del “sistema” è spingere i cittadini a dichiararsi guerra tra loro piuttosto che dichiarare guerra ai responsabili delle sopraffazioni”, è la sua chiusa.