Un “sistema criminale” per lucrare sulle assegnazioni pilotate dei migranti e sul sovraffollamento dei centri di accoglienza. Messo in piedi, fra gli altri, da un dipendente della Prefettura di Benevento, da un funzionario del ministero di Giustizia e da un carabiniere. In totale cinque persone sono finite agli arresti domiciliari su decisione del gip della procura campana, mentre altre 36 risultano indagate. Le accuse sono di truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

A condurre le operazioni la polizia di Benevento, i carabinieri del Nucleo investigativo e del Nas di Salerno. L’indagine è partita nel novembre 2015 sulla base di un esposto che ha permesso di fare luce su questo sistema criminale. Nel mirino della procura la gestione dei centri di accoglienza per migranti della provincia beneventana. Gli arrestati sono Paolo Di Donato, ex amministratore e da qualche anno consulente del consorzio Maleventum (che gestisce diversi centri nel Sannio), l’imprenditore Angelo Collarile, il dipendente del ministero della Giustizia Giuseppe Pavone, il dipendente della Prefettura beneventana Felice Panzone, e il carabiniere Salvatore Ruta.

Le inchieste del Fatto – Il 18 gennaio 2017 ilfattoquotidiano.it aveva segnalato la decisione della Prefettura di Benevento di spostare 19 migranti da un centro sospeso per segnalazioni negative a una struttura nata come impianto per allevamento di conigli e priva di agibilità. Una denuncia a seguito della quale era stato disposto un nuovo trasferimento in un’altra struttura a Sant’Agata de’ Goti. Il 10 febbraio scorso, invece, è stato sequestrato uno dei centri gestiti dal consorzio Maleventum. “A farne le spese sono di nuovo i migranti – aveva dichiarato Cosimo Pica della Rete Antrazzista di Benevento – spostati come pacchi inerti tra strutture non idonee”.

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