“Il 5 aprile 1994 il mare sulla costa di Windholm è praticamente scomparso. Una mattina il ciclico alternarsi di alte e basse maree si è interrotto a causa di una improvvisa anomalia. L’escursione di mare che prima raggiungeva 4 metri di altezza, oggi non esiste più. È rimasta soltanto una superficie assoluta che raggiunge i dodici chilometri e mezzo di lunghezza e la causa è ancora da accertare”. Inizia con questa spiegazione secca e inquietante Noi siamo la marea, film sommessamente apocalittico, inusualmente cupo e definitivo, diretto dal regista tedesco Sebastian Hilger, che esce nelle sale italiane il 21 giugno.
Protagonista è il giovane fisico Micha (Max Mauff, il Felix di Sense8, la serie tv americana diretta da Lilly e Lana Wachowski) che vorrebbe condurre studi approfonditi su questo fenomeno inspiegabile, ma necessiterebbe della borsa di studio che gli è stata negata. Decide comunque di partire, accompagnato da Jana, ex collega e figlia del rettore dell’università in cui lavora. I due entreranno in questa specie di zona off limits, perennemente grigiastra, comunque abitata, in cui oltre all’oceano sono scomparsi anche tutti i bambini. Ad attenderli un mistero da svelare e i fantasmi del loro passato in comune. Distribuisce Mariposa Cinematografica. Premio del pubblico al 34esimo Torino Film Festival.