Due delle persone arrestate nell’inchiesta sullo stadio della Roma tornano libere. Si tratta dell’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, che era finito ai domiciliari e per il quale è stato disposto l’obbligo di firma. Lascia il carcere, invece, Luca Caporilli, ex capo della Direzione progetti del gruppo Eurnova, arrestato con il presidente della holding Luca Parnasi, e ora finito ai domiciliari. Lo ha stabilito il gip di Roma, Maria Paola Tomaselli. A chiedere la scarcerazione del consigliere regionale erano stati i suoi difensori, gli avvocati Maurizio Frasacco e Luca Petrucci. “Aver chiesto aiuto per mio figlio è stata una leggerezza compiuta in buona fede. Ho chiesto se era possibile intervenire per mio figlio tre mesi dopo che era concluso l’iter della conferenza dei servizi. Non ho mai violato la legge, le decisioni della conferenza di servizio erano pubbliche”, aveva detto l’esponente del Pd davanti al gip durante l’interrogatorio di garanzia. Caporilli, invece, è stato ascoltato nei giorni scorsi dai procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Barbara Zuin e ha scelto di parlare con gli inquirenti facendo alcune importanti ammissioni. In particolare ha detto che considerava l’avvocato Luca Lanzalone il rappresentante del comune nella trattativa sullo stadio.
Proprio sul cellulare dell’ex presidente dell’Acea, finito ai domiciliari, stanno lavorando in queste ore gli inquirenti. Da una prima analisi risulterebbero cancellati diverse chat e conversazioni. Obiettivo di chi indaga è tentare di recuperarne i contenuti e verificare se abbiano un valore nell’ambito dell’attività di indagine. Agli atti dell’inchiesta, intanto, spunta un’altra intercettazione di Luca Parnasi, il costruttore che si è appena dimesso da presidente della holding Eurnova. “Tu fagli fare qualcosa anche a Lanzalone, dagli 50…30.000 euro di consulenza…fagli fare una cazzata! Costruiamo questo rapporto tondo! Così quando è il momento..”, diceva l’imprenditore all’amministratore delegato di Banca Carige, Paolo Fiorentino. Il dialogo viene citato in una informativa dei carabinieri “al fine di evidenziare – scrivono gli inquirenti – quale sia la finalità per cui Parnasi promette di affidare o fare affidare a Lanzalone degli incarichi”. Questa intercettazione dimostra che “Parnasi promette di fare ottenere questi incarichi per acquisire la benevolenza del Presidente Acea e consulente del Comune di Roma”.
E proprio per chiarire i rapporti tra l’avvocato e il Campidoglio è stato sentito ieri dai pm il direttore generale del Comune di Roma, Franco Giampaoletti. “Lanzalone ha continuato a supportare il comune nelle valutazioni tecnico amministrative sino al momento della procedura tecnica da seguire per l’approvazione della variante (marzo-aprile 2018). Vi è stata una disponibilità dell’avvocato Lanzalone a continuare a dare supporto sicché quando noi avevamo bisogno della sua presenza lui partecipava alle riunioni”, ha detto l’alto dirigente. Giampaoletti racconta del rapporto con l’ex presidente dell’Acea in relazione al progetto dello stadio. “Si doveva decidere se procedere nelle forme ordinarie o in via d’urgenza – dice – Baldissoni suggeriva di seguire una prodecura d’urgenza che avrebbe consentito una riduzione dei tempi per l’approvazione della variante. Io e i miei tecnici ritenevamo più corretto e opportuno seguire la procedura ordinaria e l’avvocato Lanzalone ha sostenuto la nostra tesi”.