Il vicepremier al congresso nazionale della Uil ribadisce che il progetto rimarrà quello già presentato nel ddl del 2013. Poi rilancia sui tagli ai privilegi: "Dopo le rendite degli ex parlamentari, anche le pensioni d'oro". E nel testo che presenterà al Cdm c'è il divieto "alla pubblicità sul gioco d’azzardo"
Sul reddito di cittadinanza “non arretremo”. Il tema sarà affrontato a breve e i cardini saranno sempre quelli già previsti nel disegno di legge del 2013, a prima firma Nunzia Catalfo, e poi inseriti nel programma elettorale del M5s per le elezioni del 4 marzo: quindi “lo Stato ti forma e ti dà un reddito”, in cambio “lavori ogni settimana 8 ore gratuite”. Luigi Di Maio interviene al congresso nazionale della Uil e rilancia i temi del Movimento 5 stelle e la loro forza e priorità all’interno del programma di governo. La prossima settimana infatti potrebbe essere l’occasione per “la prima misura di questo esecutivo”: il decreto dignità. Non solo, “credo sia la volta buona per abolire i vitalizi agli ex parlamentari”, annuncia.
Il vicepremier certo parla anche di migranti, il tema sul quale Matteo Salvini ha catalizzato l’attenzione, ma in ogni modo rivendica la giustizia delle sue battaglie sull’argomento: “Un anno fa sulla sulle ong eravamo intervenuti noi come M5s, adesso con le ultime notizie che abbiamo su alcune ong che battono bandiera di stati che neanche li riconoscono evidentemente è venuto fuori il problema, siamo contenti di aver avuto ragione“, dice.
“Il mio intervento qui è l’inizio di un percorso con tutte le parti, con tutte le sigle dei lavoratori e anche dei datori di lavoro, per arrivare a delle soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti”, dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico cominciando il suo discorso alla platea del congresso nazionale del sindacato Uil. Di Maio vuole sottolineare come la sua azione di governo stia già entrando nel pieno delle sue funzioni: “Spero la prossima settimana“, risponde a chi gli chiede quando vedrà la luce il decreto dignità.
Il reddito di cittadinanza – “Non arretreremo e ci metteremo insieme come forze politiche e parti sociali per realizzarlo senza che ci siano degli abusi“. Così Di Maio parla del reddito di cittadinanza, che “non è dare soldi a qualcuno per starsene sul divano – spiega – ma è dire con franchezza: hai perso il lavoro, il tuo settore è finito o si è trasformato, ora ti è richiesto un percorso per riqualificarti e essere reinserito in nuovi settori. Ma mentre ti formi e lo Stato investe su di te, ti do un reddito e in cambio dai al tuo sindaco ogni settimana 8 ore lavorative gratuite di pubblica utilità“. Poi aggiunge: “La vera grande questione è la riconversione di chi oggi ha bisogno di esser riqualificato e reinserito lavorativamente”, la questione “passa per i centri per l’impiego ma anche per il reddito”.
Il decreto dignità – Il testo del ministero del Lavoro “eliminerà la burocrazia per le imprese, ci sarà un intervento sul precariato, soprattutto dei più giovani, vieteremo pubblicità sul gioco d’azzardo e interverremo sulle delocalizzazioni”, spiega Di Maio. “C’è un sacco di gente che viene lasciata in mezzo alla strada perché le aziende straniere vengono qui in Italia prendono soldi pubblici e poi se ne vanno all’estero”, aggiunge. “Porterò in Consiglio dei ministri una prima norma stringente sulle delocalizzazioni, le aziende non possono lasciare i lavoratori in mezzo alla strada dopo che hanno preso i soldi delle loro tasse“, dice poi Di Maio, aggiungendo che “tante aziende e anche industrie devono restare sul nostro territorio soprattutto se hanno avuto accesso a fondi dello Stato pagati dagli italiani”.
I vitalizi – Ma la prossima potrebbe non essere solo la settimana del primo atto del nuovo esecutivo. “Credo sia buona per abolire i vitalizi agli ex parlamentari“, annuncia il vicepremier. “Èuna questione di giustizia sociale – continua – dobbiamo ricominciare a mettere al centro alcuni segnali istituzionali, poi passeremo anche alle pensioni d’oro, che sopra i 5mila euro netti vanno tagliate se non hai versato i contributi”, è la sua promessa.
Su migranti e Ue – “A livello internazionale ma soprattutto europeo sto vedendo cose inedite, comportamenti anche scomposti di capi di Stato, del presidente francese, che prima ha sempre parlato di rapporti di buon vicinato quando i governi italiani stavano zitti e adesso comincia ad attaccare a giorni alterni”. Così Di Maio parla di Emmanuel Macron, aggiungendo che “la vera lebbra è l’ipocrisia europea, di alcuni stati che respingono i migranti a Ventimiglia e poi ci fanno la morale su come gestirli”. Il vicepremiere vuole sottolineare che “adesso gli altri stati europei danno una mano o dimostreranno che l’Ue non è solidale“. E dopo le critiche a Macron loda la cancelliera tedesca: “Ho molto apprezzato che Angela Merkel abbia chiamato Giuseppe Conte e che abbia detto ricominciamo da capo domenica, perché altrimenti noi non saremmo andati a firmare il foglio precompilato scritto da altri stati”. “Sono contento che l’Italia stia rialzando la testa“, conclude.
Marini (Conferenza Regioni): “Per reddito non togliere fondi”
“Sulla questione reddito di cittadinanza interviene Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria e coordinatrice della commissione Affari Europei della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che chiede di prevedere risorse aggiuntive e non sottrarre fondi già assegnati alle Regioni. “Leggiamo che il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, intende avviare il reddito di cittadinanza utilizzando le risorse Fondo Sociale Europeo-PLUS. Le Regioni sanno bene – ha spiegato Catiuscia Marini – quanto sia utile rafforzare le politiche di inclusione sociale e sostegno al reddito dei disoccupati, in particolare dei più giovani”. “Tuttavia il Governo – spiega la presidente dell’Umbria – deve prevedere risorse finanziarie aggiuntive e non sostitutive di quelle già assegnate dal Fondo sociale europeo per le finalità regionali e territoriali di politiche attive del lavoro, formazione professionale, lotta alla povertà, potenziamento dei servizi territoriali. Se così non fosse, in realtà non si tratterebbe di ulteriori risorse che verrebbero richieste all’Europa, ma si tratterebbe invece di risorse già assegnate che verrebbero sottratte alle Regioni e a tutte quelle politiche locali per il lavoro, l’inclusione sociale, i percorsi di reinserimento dei disoccupati e cassa integrati”. “Siamo pronti al confronto con il ministro – conclude la coordinatrice della commissione Affari Europei della Conferenza delle Regioni – auspicando che ci si impegni per rafforzare le risorse per il sostegno al reddito e non per cancellare gli interventi che già si realizzano territorialmente per le politiche attive del lavoro”.