"Per ogni punto vendita avremo 20 persone, di cui 12-15 fattorini. Il nostro modello è molto diverso da quello del food delivery", spiega il ceo italiano della catena a stelle e strisce. Tre aperture nel 2018 (la prima a luglio) e oltre 200 persone da assumere nei prossimi due anni. E sull'incontro con Di Maio: "Da noi molti fattorini diventano manager, come negli Usa"
Tre punti vendita in città, sessanta persone assunte a tempo pieno. E 45 di queste saranno fattorini. Domino’s Pizza sbarca a Torino e lo fa controcorrente. Già dall’accensione del primo forno a metà luglio, che sarà poi seguita da altre due apertura nei mesi successivi, la società americana famosa per le pizze a stelle e strisce ha deciso di assumere i propri fattorini. “Per ogni punto vendita avremo 20 persone, di cui 12-15 fattorini – dice il ceo italiano Alessandro Lazzaroni – Il nostro modello è molto diverso da quello del food delivery. Tutto il personale è assunto a tempo pieno con contratto del Turismo e dei pubblici esercizi”.
La scelta della catena americana, arrivata a Milano nel 2015 e ora presente anche a Bergamo e Bologna, ha fatto gioire il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. “Ho appena sentito al telefono il responsabile italiano di Domino’s pizza, che ho conosciuto qualche giorno fa al ministero del Lavoro, per congratularmi per questa scelta dell’azienda. Con i piccoli passi si raggiungono i grandi risultati. La guerra alla precarietà è appena cominciata”, ha scritto il vicepremier su Facebook ricordando implicitamente il primo faccia a faccia con le società di consegna a domicilio degli scorsi giorni.
“È stata un’opportunità per spiegare che noi siamo diversi. Il 60% dei nostri ordini arriva dal web, ma noi assumiamo e facciamo formazione – ha aggiunto Lazzaroni al Corriere.it – E chi inizia come rider può diventare store manager in fretta. Negli Usa il 90% dei gestori dei ristoranti ha iniziato come fattorino. È già capitato anche in Italia, a Milano, e sarà così anche per Torino”. Domino’s conta di aprire un secondo punto vendita in corso Vercelli a settembre ed entro la fine del 2018 di triplicare la sua presenza con un ristorante in corso Francia. Nel giro di due anni, a Torino dovrebbero esserci tra gli 8 e i 10 punti vendita. “Domino’s Pizza – ha concluso Lazzaroni – vuole una regolarizzazione del settore che preveda una corretta competizione sul mercato di tutti gli operatori della gig economy“.