Anche i progetti più complicati partono da cose semplici. Come la pasta frolla. Gianluca e Jacopo si sono conosciuti su un campo di calcio. Lui, pasticciere, ha lavorato in un laboratorio fino a pochi mesi fa, prima della chiusura. L’altro, da sempre è operatore sociale. “Volevamo sviluppare un’idea chiara e precisa: dare a tutti i soggetti svantaggiati la possibilità di un percorso lavorativo che li integrasse nella società”. Così, Jacopo Corona, 27enne originario di Ancona e Gianluca Di Lorenzo, nato a Torino 41 anni fa, si sono seduti a tavolino con Silvia Spegne, mamma di un ragazzo con disabilità: lì è nato Frolla, un biscottificio artigianale a Castelfidardo (Ancona) i cui protagonisti, pasticcieri e artigiani sono proprio i ragazzi disabili. “Sì, abbiamo trasformato un momento di crisi in un’opportunità”, raccontano.

L’idea è nata anche grazie a YouTube, nel luglio 2017, mentre Jacopo era alla ricerca di ricette da cui prendere spunto. “Volevamo un prodotto di pasticceria che accomunasse tutti, fatto però da ragazzi disabili. Allora abbiamo pensato al biscotto, quello fatto come una volta, con farine esclusivamente locali, della nostra regione”. Da lì arriva lo slogan, proprio come la pasta frolla: “Semplice, ma non banale”, sorride.

Volevamo un prodotto di pasticceria che accomunasse tutti. Abbiamo pensato al biscotto

Il punto è semplice: “Ci sono tante, troppe ragioni per le quali numerosi ragazzi con disabilità non riescono ad inserirsi nel contesto lavorativo – spiegano i due amici –. Volevamo fare qualcosa per loro”. Gianluca e Jacopo si sono fatti aiutare da pasticceri professionisti della zona che hanno aderito al progetto: sono iniziate così le sperimentazioni e le prime ricette. “Volevamo una cosa gourmet, che piacesse e che valorizzasse il lavoro dei nostri ragazzi, ma soprattutto l’obiettivo era creare un format che vendesse per la qualità e non per il semplice fatto che fosse fatto da un ragazzo disabile”.

Il progetto Frolla oggi è interamente finanziato da privati: “Abbiamo raccolto fondi casa per casa, dalle istituzioni non abbiamo mai preso un centesimo”, spiega fiero Jacopo. Il laboratorio per realizzare i biscotti è stato donato gratuitamente da un marchio di abbigliamenti della zona. Il resto è arrivato dal web: Jacopo e i ragazzi disabili hanno infatti deciso di girare un video, creare gadget personalizzati e realizzare la ricetta alla base dei biscotti. “Non è stato sicuramente facile trasmettere il crowdfunding nel luogo in cui viviamo, ma il risultato è stato stratosferico!”, racconta Jacopo. In poco più di un mese sono stati raccolti online oltre seimila euro.

Il marchio Frolla è apparso sui social, con foto e hashtag su Facebook e Instagram. Poi, nei giorni precedenti Pasqua, sono arrivati i primi prodotti in vendita per testare e raccogliere recensioni dai clienti: “La risposta è stata sorprendente. Abbiamo terminato tutta la merce in due ore. E purtroppo la sera abbiamo dovuto chiudere il nostro piccolo punto vendita perché non avevamo più nulla!”, ricorda Jacopo.

Questi ragazzi hanno dentro tantissima energia, che spesso non trova un modo per potersi esprimere

Alla base c’è Roller House, una cooperativa sociale nata nel 1995 su iniziativa di un gruppo di persone unite da una profonda sensibilità ai problemi legati all’handicap e all’emarginazione. “Ci siamo accorti che ci sono molti ragazzi disabili con capacità e abilità importanti che purtroppo non riescono a trovare spazio di espressione – raccontano i due amici –. È come un fuoco non alimentato che piano piano si spegne. Questi ragazzi hanno dentro tantissima energia, che spesso non trova un modo per potersi esprimere”.

L’obiettivo è procedere passo dopo passo. “Per il momento siamo un microbiscottificio, abbiamo una rete vendita regionale, cerchiamo di organizzare eventi, degustazioni, incontri e ci iscriviamo alle fiere cui vorremmo partecipare. Oggi il prodotto di qualità in Italia è fondamentale per sopravvivere”. E col tempo si spera di arrivare anche oltreconfine: “Quello sarebbe il vero salto di qualità”.

Nel laboratorio Frolla di Osimo, 18mila abitanti in provincia di Ancona, si alternano con turni al mattino e al pomeriggio ragazzi disabili, emarginati e con sindrome di Down. “Stiamo collaborando con strutture, associazioni e istituti alberghieri, così da far arrivare nuovi ragazzi ogni settimana – continua Gianluca –. Appena raggiungeremo una stabilità economica procederemo con le assunzioni”.

L’obiettivo per il futuro è quello di creare una rete dove sia data l’opportunità a quanti più giovani disabili di lavorare. Ritorno economico? No, c’è ben altro. “Il principale guadagno sarà quello di sentirsi realizzati. La loro indipendenza – conclude Jacopo – non è legata ad un fattore economico, ma ad uno sociale. E Frolla in questo non può che aiutarli”. In fondo, anche i progetti più complicati partono da cose semplici.

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