La leader di Fratelli d'Italia torna sul caso sollevato da Salvini. E dello scrittore dice: "È una persona che parla di tutto senza essere preparata e ora mi pare gli daranno un programma in Rai che pagheremo noi, ora studi di più"
“Non ho gli elementi per giudicare se sia da rivedere la scorta di Saviano, né tantomeno se ammazzare Saviano è una priorità della camorra, né so bene quale sia la procedura per assegnare le scorte”. All’indomani delle dichiarazioni di Matteo Salvini, anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni interviene sul caso ad Agorà su Rai3. E si allinea al ministro dell’Interno che, parlando della protezione allo scrittore, ha detto nel corso della stessa trasmissione: “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”. Meloni, poi, ha aggiunto di non avere “una grande stima di Saviano, indipendentemente dal fatto della scorta” specificando poi che “chiaramente se è minacciato deve essere difeso”. E ha concluso innescando la polemica su una sua trasmissione per il servizio pubblico: “È una persona che parla di tutto senza essere preparata e ora mi pare gli daranno un programma in Rai che pagheremo noi, ora studi di più”.
Anche a Luigi Di Maio, però, i cronisti hanno chiesto cosa volesse dire al responsabile del Viminale, ma il ministro del Lavoro ha eisposto: “Io penso che ci dobbiamo concentrare sulle cose che stanno nel contratto, su cosa faremo per gli italiani, l’ho detto anche ai parlamentari” poi “ognuno dica quello che vuole ma nel tempo libero”. Di tutt’altro tenore, sempre sul fronte 5 Stelle il commento del presidente della Camera Roberto Fico, che ha sottolineato come “tutti i cittadini, gli imprenditori e gli intellettuali che hanno avuto il coraggio di opporsi alla criminalità organizzata devono essere protetti dallo Stato”. E a fine giornata anche Saviano, dopo le parole del segretario della Lega, non è rimasto in silenzio. Definendolo “buffone” e “ministro della malavita”.