Dice di voler mantenere “l’impegno già preso in campagna elettorale“, ovvero “di permettere a tutti i bimbi di entrare in classe”. Dieci vaccini obbligatori, sostiene, “sono inutili e in parecchi casi dannosi e pericolosi“. Matteo Salvini veste i panni del ministro della Salute e la sparata del giorno è quella sull’obbligo vaccinale voluto dal precedente esecutivo.
“Ma siamo in due al governo, c’è un’alleanza con il M5s e sto ragionando” con chi la competenza ha la competenza al ramo, Giulia Grillo. Poi ha inviato un ringraziamento “per il loro coraggio” ai ricercatori Antonietta Gatti e Stefano Montanari, autori di un controverso studio sui vaccini che a loro avviso contengono nanoparticelle pericolose.
È solo l’ultimo ministero “toccato” dal capo del Viminale, che da quando è stato formato il governo ha spaziato nelle sue uscite pubbliche – sempre condite da toni forti – dal contante ai condoni, dai porti chiusi allo Ius soli, fino alle scorte e alla maturità. Ecco un compendio di venti giorni del Salvini di piazza e di governo.
3 giugno, i galeotti tunisini – La Tunisia, afferma il ministro dell’Interno, “è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti”. Poi aggiunge: “Ne parlerò con il mio omologo tunisino”. La frase che manda su tutte le furie lo Stato nordafricano che si muove richiamando l’ambasciatore.
5 giugno, la pacchia è finita – In Senato, il capo del Viminale è senza freni: “Confermo che è strafinita la pacchia per chi ha mangiato per anni alle spalle del prossimo: ci sono 170mila presunti profughi che stanno in albergo a guardare al tv”.
5 giugno, Ius soli e Balotelli – L’attaccante della Nazionale, Mario Balotelli, dichiara durante una conferenza stampa che la legge sulla cittadinanza deve cambiare. Salvini ribatte immediatamente: “lo “Ius soli” non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone”.
5 giugno, contro Corona – Fabrizio Corona parla del neo ministro poco prima di entrare in aula per il processo d’appello per gli 1,7 milioni trovati nel controsoffitto in Svizzera e lo attacca, lui trova il tempo per rispondere anche all’ex re dei paparazzi: ““Ci mancava pure Corona…”.
6 giugno, i centri per i rimpatri (che ci sono già) – Il governo realizzerà dei Centri per i rimpatri “chiusi affinché la gente non vada a spasso per le città”. Esistono già: sono previsti (e in parte già aperti) dal decreto Mennitti.
10 giugno, i porti chiusi (a urne aperte) – Mentre oltre 700 Comuni italiani sono al voto, arriva la novità: “No allo sbarco dell’Aquarius, i porti italiani sono chiusi”, annuncia Salvini. “Da oggi anche l’Italia inizia a dire no”, aggiunge. La linea viene anticipata dal ministro dell’Interno e sposata solo più tardi da Danilo Toninelli, ministro competente in materia. Il caso della nave dell’ong battente bandiera di Gibilterra si risolverà solo una settimana più tardi. Nel frattempo, sono oltre mille i migranti sbarcati dalla Guardia Costiera sul suolo italiano.
12 giugno, “Prima gli egiziani” – È il giorno del ‘Prima gli egiziani’. Al Corriere e in tv, il ministro dell’Interno dice: “Comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”. Appena due anni fa diceva: “Il comportamento dell’Egitto è una farsa, l’Italia dovrebbe mostrare gli attributi”.
13 giugno, via il limite al contante – Davanti alla platea della Confesercenti, il ministro dell’Interno si trasforma nel titolare dell’Economia: “Fosse per me, non ci sarebbero limiti di spesa al contante“. Un’idea in netto contrasto con quanto previsto dal contratto di governo nell’ambito della lotta alla corruzione e contro le mafie. Il leader del M5s e vicepremier Di Maio puntualizza: “Non è previsto dall’accordo e bisognerebbe aiutare i commercianti eliminando le commissioni sui pagamenti elettronici“.
13 giugno, la lobby degli avvocati d’ufficio – Intervenendo in Aula sul caso Aquarius, definisce gli avvocati che difendono i richiedenti asilo “una lobby che va fermata” perché “fa milioni sulla pelle dei migranti”. Le sue parole, già espresse al Corriere della Sera, provocano la reazione del Consiglio nazionale forense: “Banalizza e volgarizza. La difesa d’ufficio è prevista dalla Costituzione”.
14 giugno, contro il numero identificativo per agenti – “Il mio obiettivo è non mettere il numero sui caschi dei poliziotti, che sono già abbastanza facilmente bersagli dei delinquenti anche senza il numero in testa”. La misura era stata chiesta a gran voce per evitare casi di abuso ed eccessi da parte della pubblica sicurezza come successo, tra i casi più tristemente famosi, durante il G8 di Genova.
15 giugno, la crociera dei migranti – I viaggi della speranza dei migranti e il soccorso delle ong diventano “una crociera”. Parlando della navigazione dell’Aquarius verso la Spagna, Salvini dice: “Non è che adesso possono anche decidere dove cominciare e dove finire la crociera. Mi sembra che l’arrivo sia previsto sabato senza intoppi”.
15 giugno, la legge sul caporalato – L’attività di polizia giudiziaria ha permesso di individuare 387 lavoratori vittime di sfruttamento in agricoltura. Sono stati emessi 360 provvedimenti di sospensione di attività imprenditoriali, 312 dei quali sono stati revocati a seguito di regolarizzazione. Ma per Salvini, la legge contro il caporalato “complica, non semplifica”. Quindi “va cambiata”.
16 giugno, gli attacchi degli sfigati – Durante un comizio a Ivrea definisce sfigati Balotelli, Lerner e altri: “Quelli che ci attaccano sembrano la formazione della squadra di calcetto degli sfigati: Saviano, Corona, Balotelli, D’Alema, Renzi, Boldrini, Lerner“, urla dal palco.
17 giugno, stop al riso asiatico – Da ministro dell’Interno, Salvini si occupa di tutela dell’Agricoltura: “L’Italia viene usata, basta fare gli zerbini. Dopo le ong, fermeremo anche le navi cariche di riso asiatico“, dice in un colloquio con il Corriere della Sera spiegando che il protezionismo riguarda anche l’agricoltura italiana.
18 giugno, il censimento dei rom – È il giorno contro i rom, per i quali serve un censimento. No, un “monitoraggio”. Anzi, “tiro dritto”. Quelli italiani, specifica Salvini, “purtroppo dobbiamo tenerceli”. Insorgono tutti, dalle opposizioni alle Comunità ebraiche, bollando certe politiche come “di stampo nazista”. Luigi Di Maio sottolinea che “le cose incostituzionali non si possono fare”.
20 giugno, il condono – Una settimana dopo l’addio ai limiti al contante, Salvini torna al ministero dell’Economia: “Chiudere le cartelle esattoriali sotto i 100mila euro per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. Un condono, insomma. L’invasione di campo provoca l’irritazione di Giovanni Tria.
21 giugno, l’augurio ai maturandi – Nel primo giorno della maturità, quando solitamente il messaggio ufficiale ai liceali impegnati arriva dal ministro competente, il capo del Viminale aveva deciso di dedicare agli studenti un video messaggio con qualche consiglio e con il racconto della sua esperienza personale con la maturità. E poi un “Dio ve la mandi buona”.
22 giugno, la scorta di Saviano – Attaccato nei giorni precedenti dallo scrittore campano, Salvini manda “bacioni” e spiega che bisognerebbe verificare le condizioni della scorta a Saviano: “Mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteremo come si spendono i soldi degli italiani“. Saviano risponde in un video: “Sei un buffone, non ho paura di te. Sei il ministro della malavita“.