Dopo il fallimento della proprietà, la Casa Bianca srl, la Tenuta è sul mercato. Il primo dei due lotti, comprendente il casale della Marcandreola e il portale d’ingresso, risalenti al Seicento, è stato aggiudicato ad una cifra pari a 203mila euro. Ora solo la Regione Lazio può evitare che il parco archeologico diventi un luogo della cultura privato
Non rimane che sperare nella Regione. A novembre scorso l’assessore all’Ambiente Mauro Bruschini aveva dato un assenso di massima a un impegno della Regione ad esercitare il diritto di prelazione per l’area dei Casali del Muro dei Francesi, a Ciampino, condizionando comunque l’azione ad una verifica della copertura. A maggio una mozione dei consiglieri regionali del gruppo “Lista civica Zingaretti Presidente”, Marta Bonafoni, Gino De Paolis e Gianluca Quadrana, per “Promuovere la costituzione del Parco Archeologico e Culturale ‘Tenuta del Muro dei Francesi’, convocando un’apposita Conferenza Programmatica tra la Regione Lazio, la Soprintendenza ed il Comune di Ciampino e valutare se ricorrano le condizioni per esercitare, ai sensi dell’art.60 del D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42, il diritto di prelazione sui beni culturali oggetto dell’asta giudiziaria in corso”. Il 20 giugno il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione per l’istituzione del Parco Archeologico e Culturale “Tenuta Muro dei Francesi”. Un primo passo per la tutela di un’area di grande rilevanza paesaggistica.
Bisogna salvare i resti della villa di Messalla Corvino, scoperti nell’estate 2012, all’interno dei cosiddetti Muri dei Francesi, una proprietà privata corrispondente al Barco Colonna, affacciata sulla via dei Laghi. Nell’area del rinvenimento il Comune aveva progettato ed avviato nell’autunno 2010 la realizzazione di un vasto complesso di edilizia popolare. Insomma una zona ex 167, a dispetto dell’interesse composito riconosciuto all’area. Bisogna salvare i 12 ettari della Tenuta Muro dei Francesi, compresi i casali seicenteschi.
Oltre alla Regione, sembrava ci fosse anche l’amministrazione comunale. Con la mozione votata quasi all’unanimità dal Consiglio Comunale il 23 novembre, il sindaco Giovanni Terzulli si era impegnato a “partecipare all’asta pubblica per l’acquisto” del complesso. L’idea era quello di realizzare un Parco pubblico, paesaggistico e archeologico, destinando uno dei casali a sede espositiva del gruppo dei Niobidi, scoperto all’interno dei resti antichi ed ancora in attesa di poter essere fruibile. Proposito, quello del Comune, senza alcun seguito. Nessun atto concreto. Almeno fino al 21 maggio, quando è stato scattato il commissariamento del Comune per cause legate al bilancio di previsione 2018-2010.
Già, perché l’area sottoposta a vincolo di tutela nell’ottobre 2015 perché di “interesse culturale particolarmente importante” è all’asta. Dopo il fallimento della proprietà, la Casa Bianca srl, sulla quale grava anche un procedimento per violazione del Codice dei Beni Culturali per non aver impedito il crollo di monumenti vincolati dal 1935, la Tenuta è sul mercato. In parte. Il primo dei due lotti nei quali la tenuta è stata divisa, comprendente il casale della Marcandreola e il portale d’ingresso, risalenti al Seicento, più la grotta, il deposito e quasi 5mila metri quadrati di terreno agricolo, alla terza asta è stato aggiudicato lo scorso 24 maggio ad una cifra pari a 203mila euro. E’ stato aggiudicato nonostante l’azione di disturbo tentata da Ciampino Bene Comune, l’associazione che dalla scoperta archeologica nel 2012 tenta di tutelare e valorizzare non solo i resti della villa romana, ma il sito nella sua interezza. Proposito inseguito, senza alcuna risposta da parte dell’amministrazione comunale, anche attraverso la proposta nell’ottobre 2016 di azione popolare per l’attuazione dell’art. 42 della Costituzione e quindi per l’acquisizione pubblica senza indennizzo dell’area.
Invece, ancora nessuna offerta, nessun acquirente per l’altra parte comprendente un altro casale, pochi ettari di terreno e la cappella. A questo punto sembra proprio che in campo sia rimasta soltanto la Regione. Per esercitare il diritto di prelazione, una volta che il curatore fallimentare avrà aggiudicato ufficialmente al nuovo proprietario il bene, ci saranno non meno di ottanta giorni e comunque non più di centocinquanta. Ma la sensazione è che in fondo più che di tempi da rispettare si tratti di scelte da fare. Correre il rischio che la nuova proprietà faccia della Tenuta dei Francesi un luogo della cultura privato, oppure investire su un grande Parco pubblico in un territorio che vanta tra le più alte densità abitative del centro Italia.