"Se Salvini vuole arrestarmi può venire personalmente a prendermi", dice il comandante Klaus Peter a Radio Capital, mentre la Ong proprietaria dell'imbarcazione chiede aiuto e rifornimenti. La Valletta: "Allontanatevi per evitare escalation". Salvini: "Navi delle Ong posso scordarsi di venire in Italia". Un cargo danese attende fuori da Pozzallo da venerdì: non ha l'autorizzazione a sbarcare 100 migranti
“Se Salvini vuole arrestarmi può venire personalmente a prendermi“. A parlare è Klaus Peter, il comandante della nave Lifeline intervistato a Radio Capital. “Vorrei invitare il signor Salvini a fare un viaggio con noi. Solo così si potrà rendere conto dello scenario drammatico in mare. Su questa nave nessuno guadagna un soldo dai salvataggi. Siamo tutti volontari. Mi vergogno profondamente delle parole del ministro italiano”, ha aggiunto Peter. Si arricchisce di una nuova polemica la vicenda della Lifeline, l’imbarcazione che con 224 migranti a bordo continua a rimanere in alto mare e chiede aiuto in attesa di un porto sicuro dove attraccare. Ma mentre Malta invita la nave “ad andarsene, per evitare escalation”, la Guardia Costiera italiana dirama una circolare per chiarire che nel caso in cui si verifica un evento di ‘distress’, una richiesta di soccorso, nelle acque di Ricerca e soccorso della Libia, le autorità competenti sono quelle libiche e bisogna coordinarsi in primo luogo con loro. Un modo per “aggirare” la Convenzione di Amburgo richiamando quella Solas del 1914.
Tutto mentre la ong tedesca chiede soccorso immediato: “Siamo a Sud di Malta, in acque internazionali. Alcune forniture sono esaurite, oggi abbiamo bisogno di fare un viaggio di approvvigionamento per la nave. Abbiamo bisogno di farmaci, coperte, ect. Aiutateci”, scrive l’organizzazione non governativa proprietaria dell’imbarcazione al centro dello scontro tra Italia e Malta, con l’Olanda sullo sfondo che ne ha disconosciuto la bandiera anche se il database Imo garantisce che la nave sia registrata proprio nei Paesi Bassi.
“Tutti i documenti sono in ordine, tutto è legale. Non comprendiamo le accuse”, ha ribadito nelle scorse ore il portavoce della ong Alex Steiner auspicando “una soluzione diplomatica delle discussioni sono in corso tra differenti Stati”. Ma Joseph Muscat ha risposto immediatamente: “”Lifeline ha violato le regole ignorando le direttive italiane nell’area di ricerca e soccorso davanti alla Libia – scrive su Twitter il presidente maltese – Dovrebbe spostarsi dalla sua posizione verso la sua destinazione originaria per prevenire escalation“.
@MV_LIFELINE befindet sich m. mehr als 200 Menschen südl. v. Malta in int. Gewässern. Weil einige Vorräte ausgegangen sind, müssen wir heute eine Versorgungsfahrt zum Schiff machen. Wir benötigen Medikamente, Decken usw. Helft, indem Ihr etwas dazugebt: https://t.co/m6Pe6MrEqE pic.twitter.com/ChOkuKeR6C
— MISSION LIFELINE (@SEENOTRETTUNG) 23 giugno 2018
Dopo i ripetuti inviti della Capitaneria di porto italiana rivolti a La Valletta e il no delle autorità maltesi a far attraccare la Lifeline, infatti, nella notte ci sono stati contatti anche con la Spagna che la scorsa settimana aveva sbloccato il caso dell’Aquarius. Non l’unica novità. Perché, secondo Repubblica, l’Italia dopo aver inviato la nave Dattilo per fornire soccorso all’imbarcazione con i migranti a bordo, ha deciso di cambiare completamente orientamento sul coordinamento nell’assistenza alle Ong.
Questa la comunicazione della Guardia costiera inoltrata venerdì sera: “Da questo momento, ai sensi della convenzione Solas (Safety of life at sea) i comandanti di nave che si trovano in mare nella zona antistante la Libia, dovranno rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso”. Nella zona Sar libica, è bene spiegarlo, avvengono tutti i soccorsi di imbarcazioni e gommoni con i migranti. E ora l’Italia cita la convenzione firmata a inizio ‘900 da 162 Paesi dopo il disastro del Titanic: un modo allontanare il “peso” della Convenzione di Amburgo, che ha trasformato l’Italia nel fulcro del coordinamento del Search&Rescue nel Mediterraneo centrale, fuori dalla sua zona Sar e con l’obbligo di assegnazione di un porto.
Questa mattina – mentre la nave cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese e con 110 migranti a bordo è davanti al porto di Pozzallo e attende da venerdì l’autorizzazione a entrare in porto – è tornato a parlare anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “In questo momento le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati – scrive su Facebook il vicepremier – Le navi di altre tre Ong (Astral, bandiera Gran Bretagna, Sea Watch e Seefuchs, bandiere olandesi) sono ferme in porti maltesi. Che strano…”.
Poi è tornato sulla Lifeline, definita nuovamente una “nave fuorilegge” e localizzata, secondo il ministro, in “acque maltesi”. “Tutto questo per dirvi che il ministro lo farò insieme a voi, condividendo tutte le informazioni che sarà possibile condividere, e per ribadire che queste navi si possono scordare di raggiungere l’Italia – conclude – Voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi! Buon sabato Amici, vi voglio bene”.