L’ultimo incarico era stato quello di commissario dell’emergenza rifiuti di Napoli, quando era governatore Antonio Bassolino. Prima, era stato parlamentare e commissario di polizia, poi questore. Nel mezzo, durante l’incarico a Brindisi, era stato anche arrestato perché accusato di aver preso parte a una controversa sparatoria con dei contrabbandieri.
In pensione da anni, Francesco Forleo è morto domenica pomeriggio in una clinica di Genova. Nato a Torino, Forleo è stato parlamentare del Partito comunista italiano e del Partito socialista poi tra il 1987 e il 1994.
Entrato in polizia molto giovane, nel 1972 da capitano ottenne la medaglia d’oro al valor civile perché aveva recuperato la salma di uno speleologo. Negli anni Ottanta fu tra i fondatori del sindacato di polizia Siulp e nel decennio successivo è stato questore di Brindisi, Firenze e Milano.
Durante l’incarico in Puglia, fu arrestato perché accusato di avere preso parte a una sparatoria con dei contrabbandieri. Era la notte tra il 14 e il 15 giugno 1995. Durante un pattugliamento, l’elicottero con a bordo Forleo incrociò uno scafo: durante il conflitto a fuoco morì il contrabbandiere Vito Ferrarese, che non era armato.
Tre anni dopo, la decisione della procura di Brindisi di indagarlo per omicidio colposo assieme a diversi colleghi perché – ad avviso del pm – dopo l’omicidio venne organizzata una messinscena e sullo scafo fu posta una mitraglietta. Condannato in appello nel 2007, la sentenza fu annullata con rinvio quattro anni più tardi dalla Cassazione. La sua posizione nel secondo appello, dove i magistrati avevano chiesto per lui 14 anni e 4 mesi, è stata stralciata perché una perizia riscontrò un “declino cognitivo grave e irreversibile”.
La vicenda giudiziaria si è chiusa nel 2015, con la condanna del vice-questore ed ex capo della Mobile brindisina, Piero Antonacci, condannato per omicidio volontario con dolo eventuale a 15 anni e sei mesi, recentemente ridotti di 5 anni e 10 mesi da una grazia parziale concessa lo scorso febbraio dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo i giudici della Cassazione, fu lui quella a impugnare la mitraglietta M12 prelevata abusivamente dalla questura di Brindisi.