È guerra fra festival pop-rock a Roma. Gli organizzatori di uno degli eventi di punta dell’Estate romana promettono per tre anni un calendario di livello per gli appassionati di musica in una delle tre ville storiche più importanti della Capitale. Ma quell’agenda si rivela irrealizzabile, perché in realtà gli artisti erano già contrattualizzati con un’altra agenzia. Che infatti o rinunciano a suonare, oppure si trasferiscono in un’altra sede. Il risultato? Al suo secondo anno, il Tar annulla l’assegnazione da parte del Comune di Roma e ora il festival rischia seriamente di non riaprire più i battenti.

IL BANDO NEL 2017 E LA “CARENZA ISTRUTTORIA” – Stiamo parlando di “Roma Incontra il Mondo” a Villa Ada, da 25 anni una delle kermesse di punta nell’ambito del live estivo capitolino, organizzato dallo scorso anno dalla D’Ada srl, partecipata dall’Associazione Arci Roma. Nel bando vinto nel 2017 – per il triennio fino al 2019 – dall’associazione temporanea d’imprese formata da D’Ada srl Unipersonale e Studio bibliografico Fantinel, vengono presentate 21 attività, contro le 54 pubblicizzate nei promo stampa. Di questi 21 concerti, in realtà, 10 artisti erano già stati contattati e pre-contrattualizzati dalla società concorrente Nosb srl “per un festival che comunque si sarebbe svolto in un’area della città di Roma” e che alla fine hanno partecipato al Viteculture Festival nello spazio dell’Ex Dogana, dove si sono esibiti artisti Coez, Zen Circus, Fatboy Slim, Cristina Dona, Archive, Luci della Centrale Elettrica, James Senese, Cigarettes After Sex, Elio e le Storie Tese, Apres La Classe e Levante, mentre a Villa Ada fra i nomi di punta rimangono solo Ani Di Franco e Motta. Il Comune di Roma assegna comunque il festival all’Ati guidata da D’Ada, ma la Nosb il giorno dopo presenta il ricorso al Tar del Lazio. Che lo accoglie “in ragione del fatto che l’istruttoria compiuta da Roma Capitale si è dimostrata carente, non essendo stato appurato, nell’ambito dell’attività valutativa, che la proposta progettuale di D’Ada srl fosse in parte irrealizzabile, perché diversi artisti indicati nel programma presentato dal concorrente erano, in realtà, già impegnati con Nosb”, spiega l’avvocato Antonio Nicodemo. E il Comune di Roma? “Carenza dell’attività istruttoria”, durante la quale “non è stata verificata la realizzabilità della proposta progettuale, come sarebbe stato invece necessario in presenza di due proposte così simili”.

BLOCCATA IN AUTOTUTELA L’EDIZIONE 2018 – Nonostante tutto, dunque, Roma Incontra il Mondo 2017 si svolge, così come inizia anche l’edizione 2018, che però viene interrotta dopo poche serate, quando la Polizia Locale rende operativa non solo la sentenza del Tar del 12 giugno, ma anche la Determinazione capitolina del 15 giugno 2018. Un disastro per i fan che quest’anno si aspettavano comunque di assistere a un calendario abbastanza competitivo, con artisti come Colapesce, Ministri e Cristiano De Andrè, anche se, come avvenuto con il concerto di Dente previsto per il 19 giugno, gli organizzatori si stanno appoggiando a un altro famoso circolo Arci di Roma, il Monk Club. “Il ricorso presentato al Tar dalla ‘legittima concorrenza’ – spiegano su Facebook gli organizzatori – si articolava su tre punti. Sui primi due il Tar ha rigettato le istanze della Nosb. Per quanto riguarda il terzo punto, il Tar invita il Comune, tramite la riconvocazione della commissione, a valutare se ci sono gli estremi per andare avanti”. E ancora: “Non possiamo non evidenziare il danno culturale e politico che viene inferto al Progetto della manifestazione ma più in generale all’Arci, che aveva programmato insieme all’Unhcr i festeggiamenti della giornata mondiale del rifugiato. Ci auguriamo che la Commissione esaminatrice possa in piena trasparenza, autonomia e indipendenza di cui non si dubita, confermare il punteggio conferito lo scorso anno per la valutazione del Progetto da noi presentato”.

LE MULTE DA PARTE DEL MUNICIPIO – Ma sulla valutazione della Commissione potrebbero pesare anche altre valutazioni. Partendo da una denuncia di un consigliere del Municipio II, Federico D’Audino, che carte alla mano parla anche di assenze di permessi e ricostruisce gli eventi del 2017: “La manifestazione prende inizio il 5 luglio 2017, ma già da fine giugno il D’Ada Park era aperto al pubblico – spiega il consigliere – In data 7 luglio 2017, dopo controllo amministrativo, gli organizzatori vengono invitati a esibire permessi. L’11 luglio 2017 a seguito di prot. 23615 del Dipartimento Cultura, viene comunicato che la manifestazione non ha i permessi e le autorizzazioni ai sensi dell art. 68 del tulps, poi con D.D.QD/1588/2017 viene rilasciata a far data dal rilascio autorizzazione amministrativa con durata al 14 agosto 2017. La manifestazione è quindi abusiva e priva di permessi fino al 13 luglio 2017. Con data 11 luglio 2017 viene redatto il verbale n. 14-26759 per occupazione abusiva di suolo e il 13 luglio con rapporto amministrativo viene informato il Dipartimento Cultura dell’accaduto. Il 22 agosto viene quindi notificato un atto per rimozione occupazione abusiva prot. 101557 della Polizia di Roma Capitale Gruppo Parioli Municipio 2”. Ma non finisce qui. “Vengono elevati verbali per 16.383,04 euro (se pagati entro 60 giorni) altrimenti sanzione completa per 49.149,12 euro per 2 verbali per Occupazione di Suolo Pubblico abusiva. La manifestazione finisce in data 17 settembre 2017, sembra a questo punto in modo completamente abusivo visti i verbali”. La conclusione? “L’8 giugno 2018 il Municipio 2, con lettera di protocollo CB 78978 dell’8 giugno 2018 informa che non risultano saldate le pendenze dell’occupazione abusiva di suolo e informa il Dipartimento cultura, alla data in calce”.

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