“Esito elettorale dei ballottaggi? C’è sicuramente un problema di identità del Pd. Abbiamo perso quella nettezza nei messaggi e nelle idee, che, con Renzi, esprimevamo quando abbiamo vinto le elezioni europee e abbiamo raggiunto il 41%. Quella nettezza che invece oggi hanno Salvini e in parte il M5s“. Sono le parole del senatore Pd, Davide Faraone, ospite de L’Aria che Tira Estate, su La7. “Per recuperare quella nettezza” – continua – “devi fare delle scelte forti, anche a costo di separarti da compagni di viaggio e trovandone nuovi. Autocritica nel Pd? Sì, però stiamo calmi. Ormai la mobilità dell’elettorato è incredibile. Non esistono più roccaforti rosse, blu o gialle. La stessa Ragusa è stata persa dal M5s già al primo turno delle amministrative. Noi fino a 3 anni fa eravamo al 41%, la Lega al 4%“. E ribadisce: “Noi del Pd dobbiamo allontanarci da questo manicheismo, di cui siamo state vittime negli ultimi anni. Renzi era pure criticabile, ma quando ha vinto il congresso ed è stato presidente del Consiglio, era chiaro nei messaggi che trasmetteva al Paese. Noi ci siamo diluiti perché dovevamo mantenere l’unità nel partito che, se continua così, rischia lentamente di logorarsi e di erodersi. E su questa impostazione abbiamo cominciato a perdere voti. Dobbiamo recuperare il coraggio passato, cioè quello dei messaggi chiari e delle identità forti. E non dobbiamo avere paura delle leadership. A sinistra si ha sempre paura dei leader”. Il parlamentare renziano rincara: “La penso in modo diametralmente opposto a Martina, che in vista delle elezioni europee vuole un campo largo nel Pd. Martina pensa di riprendere tutto quello che è stato e addirittura recuperare Liberi e Uguali, rifacendo la coalizione di centrosinistra di vecchio stampo: secondo me, non serve questo al Paese. Dobbiamo costruire una sinistra riformista moderna europea, un po’ come ha fatto Macron. Oggi la barriera è tra Pse-Ppe, da un lato, e sovranisti e populisti, dall’altro. Noi” – chiosa – “come ha fatto Renzi con cui abbiamo preso il 41% alle europee, dobbiamo tornare a parlare al Paese. Dentro il Pd non ci può stare chi dice che il Jobs Act è una porcheria e chi loda la riforma oppure chi considera Minniti l’anticamera di Salvini e chi invece dice che Minniti ha gestito bene il fenomeno migratorio. Noi dobbiamo fare delle scelte”