I manager stranieri possono dirigere i musei italiani. La parola definitiva sulla questione arriva dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso in appello del ministero dei Beni Culturali respingendo definitivamente il ricorso proposto da Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi, sovrintendente di Parma, contro la nomina dell’austriaco Peter Assmann a direttore del Palazzo Ducale di Mantova. Per il Consiglio di Stato, Assmann aveva diritto a concorrere e ad essere scelto perché “la normativa europea (articolo 45 del Trattato di Roma) non consente di escludere un cittadino dell’Unione europea da una selezione pubblica“.
“Dopo anni di ricorsi e sentenze si chiude definitivamente la vicenda dei direttori stranieri nei musei con il via libera di oggi del Consiglio di Stato. Grazie a tutti i direttori italiani e stranieri che ora potranno continuare il loro lavoro straordinario“, scrive in un tweet Dario Franceschini che scelse anche manager stranieri per segnare un nuovo corso nella gestione delle strutture culturali e museali italiane e a febbraio dopo la decisione del Consiglio di Stato di chiedere una pronuncia dell’assemblea plenaria per il “contrasto giurisprudenziale” aveva tuonato: “È difficile fare riforme”.
Il contenzioso iniziò quando il Tar del Lazio accolse il ricorso della Maiorca Strozzi censurando con due sentenze distinte sotto diversi profili l’iter seguito dal ministero dei Beni culturali per nominare i direttori dei nuovo musei autonomi. I giudici amministrativi bocciarono la selezione pubblica internazionale dal punto di vista della valutazione dei titoli, della trasparenza dei colloqui e soprattutto sull’apertura a personalità straniere: cinque direttori restarono in bilico (quelli di Palazzo Ducale e Galleria Estense di Modena, del parco di Paestum, dei musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria e Napoli) ma conservarono il posto dopo la richiesta di sospensiva da parte del Mibact.
Poi arrivò la prima pronuncia del Consiglio di Stato che ribaltò quella del Tar del Lazio: ok ai direttori stranieri perché lo prevede il diritto europeo che su quello italiano è prevalente.
Oggi l’ultimo tassello, la pronuncia sul ricorso contro la nomina del direttore austriaco del Palazzo Ducale. Anche per lui il Tar aveva emesso un verdetto negativo e aveva annullato gli atti di nomina, osservando che la normativa vigente in Italia non consente di attribuire a cittadini stranieri alcun incarico di livello dirigenziale. Ma oggi l’adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha definitivamente sciolto il nodo dando il via libera alla nomina di un cittadino non italiano, ma di Stato appartenente all’Unione europea, a direttore di un museo italiano.