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Calenda: “Salvini? Non è il fascista che torna. Sa usare bene mezzi di comunicazione e ha riconosciuto paure del Paese”

“C’è bisogno di di un nuovo congresso, una mozione per fare una grande assise di rifondazione nel centrosinistra a settembre o a ottobre. Prima è, meglio è. Serve una segreteria larga, e penso che oggi il riferimento naturale sia quello di Paolo Gentiloni”. Così a Otto e Mezzo (La7) l’ex ministro Carlo Calenda espone la sua ricetta per uscire dal pantano del centrosinistra, proponendo un nuovo movimento allargato. “Sciogliere il Pd?” – continua – “Io lo farei. E’ del tutto evidente che questo sarebbe molto penoso e difficile per tanta gente che ha creduto nel Pd. Penso che questo nuovo movimento debba coinvolgere forze anche costruite. Penso a Pizzarotti e altri sindaci che hanno fatto un buon lavoro. Sono circa 400, molti dei quali molto in gamba. I vecchi dirigenti? Io la saggezza di fare un passo indietro in politica non l’ho mai vista. La vecchia classe dirigente del Pd non deve avere la saggezza, ma il rispetto della propria reputazione per fare un passo indietro”. E aggiunge: “Renzi? Fa parte di una stagione di governo per me molto positiva, ma un suo coinvolgimento diretto nel nuovo movimento è una cosa non plausibile. Ma credo che lo sappia lui per primo. Io penso che un limite strutturale dell’opposizione sia pensare che in Italia ci sia sempre il fascista dietro la porta. Se questo movimento nasce con l’idea secondo cui Salvini sia il fascista che torna, come l’hanno detto nel ‘94 di Berlusconi, allora nasce già morto. Salvini non è il fascista che torna” – prosegue – “ma per ora è una persona che usa molto bene i mezzi di comunicazione per giocare sulle paure, dicendo tutto e il contrario di tutto. Ha il merito di aver riconosciuto queste paure, cosa che a noi del Pd non è riuscita. E questo è stato l’errore fondamentale che abbiamo commesso. La retorica della Terza Via, invece, era ottimistica e raccontava che ‘andra’ tutto bene’, salvo poi lasciare soli i cittadini a cavarsela di fronte alle crisi”. Calenda, infine, si pronuncia sul ministro del Lavoro, Luigi Di Maio: “Lui ha fatto bene con i riders, purché raggiunga un risultato e non sia solo una conferenza stampa di annuncio”