Giuseppe Tesauro lascia la presidenza di Carige “con effetto immediato”. L’ex giudice costituzionale ha motivato la decisione, si legge in una nota, con “sopravvenute divergenze relative alla governance e gestione della banca” genovese nel cui consiglio era entrato nel 2016. Faceva parte della lista presentata da Malacalza Investimenti. Il consiglio di amministrazione “prenderà in esame i provvedimenti conseguenti” alle sue dimissioni nella prossima riunione.
Tesauro era un amministratore non esecutivo, non era destinatario di deleghe e, fa sapere la banca, non risulta titolare di azioni dell’istituto. Inoltre non era componente dei comitati istituiti in seno al Consiglio e non ha diritto a indennità o altri benefici conseguenti la cessazione dalla carica.
Il posto di Tesauro sarà ricoperto ad interim dal vicepresidente Vittorio Malacalza ma, statuto alla mano, dovrà essere convocata un’assemblea per la nomina del nuovo presidente. E’ quanto viene sottolineato in ambienti vicini alla banca genovese dopo le dimissioni dell’ex numero uno della Corte Costituzionale eletto nella lista Malacalza come figura di garanzia, senza deleghe, al vertice dell’istituto genovese.
La banca Carige, sorvegliata speciale dalla Bce, vede impegnato l’amministratore delegato Paolo Fiorentino in un lavoro di ristrutturazione in vista di una futura possibile vendita. Una prospettiva questa che tuttavia non risulta gradita a Malacalza. Quanto all’assemblea per il nuovo presidente, l’appuntamento potrebbe essere sfruttato dall’altro socio di peso Raffaele Mincione per chiedere di rinnovare l’intero Cda.
“Non riesco più a comprendere le modalità relazionali della Bce, la quale negli ultimi tempi scrive e dialoga direttamente con l’ad e solo marginalmente col presidente”, è proprio uno dei passaggi della lettera di dimissioni di Tesauro.