Dalla flat tax al reddito di cittadinanza, dai vitalizi da eliminare alle pensioni d’oro, dalla delocalizzazione selvaggia alle imprese. Ospite d’onore dell’assembla di Confartigianato, Luigi Di Maio nel suo intervento ha affrontato tutta una serie di questioni, ribadendo quelli che sono gli obiettivi principali del governo. Con una novità non da poco: il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro per la prima volta ha parlato del tema dei dazi. “Non sono per l’isolamento dell’Italia – ha detto Luigi Di Maio – Ma come Italia, con un sistema produttivo così particolare, dei prodotti così unici non dobbiamo avere paura di affrontare il tema dei dazi per proteggerci e questo non vuol dire isolarsi – ha aggiunto – Significa cominciare ad aprire i rubinetti con paesi che ci rispettano economicamente e rispettano le nostre specialità – ha concluso – ma chiudere i rubinetti con altri paesi che non rispettano le nostre specialità e rappresentano una minaccia con i loro prodotti a basso costo”.
Di Maio, tuttavia, ha subito puntualizzato che al momento non c’è un progetto definito sul tema dei dazi: “Non ho detto che voglio metterli, ma che se ne può parlare” ha spiegato il vicepremier, conversando con i cronisti. Poi ha aggiunto: “La nostra economia è un unicum e se i dazi servono a proteggere i nostri prodotti è giusto parlarne. È un altro tabù da infrangere. Ci sto riflettendo“.
di Alberto Sofia
I DAZI DI DI MAIO, IL PROTEZIONISMO DI SALVINI – Il tema è già stato affrontato da Matteo Salvini, che il 17 giugno aveva annunciato la chiusura dei porti italiani alle navi che trasportano riso asiatico nel nostro Paese, entrando a gamba tesa in una questione che l’Italia ha già provato a sollevare a livello europeo con il Governo Gentiloni. E di porti ha parlato anche il capo politico del Movimento 5 Stelle, che ha annunciato di voler “andare a vedere nei porti del Nord Europa quali prodotti entrano, e non perché i nostri porti siano un colabrodo – ha sottolineato il ministro – Sono prodotti che poi entrano in concorrenza col made in Italy perché vengono prodotti in Paesi dove non esistono regole sul lavoro né sulla sicurezza”. Il protezionismo di Salvini e il ragionamento di Di Maio sui dazi, del resto, sembrano la più diretta conseguenza di quanto scritto nel contratto di governo Lega-M5s. Nel capitolo 29, infatti, il Carroccio e i 5 Stelle parlano di accordi commerciali e scrivono: “Per quanto concerne Ceta, MESChina, TTIP e trattati di medesima ispirazione ci opporremo agli aspetti che comportano un eccessivo affievolimento della tutela dei diritti dei cittadini, oltre a una lesione della corretta e sostenibile concorrenza sul mercato interno”.
“LA FLAT TAX AIUTERA’ LE FASCE PIU’ DEBOLI” – Di Maio, come detto, nel suo intervento ha però affrontato anche altre questioni, prima fra tutte quella della imposte: “Il livello di tassazione rispetto ai servizi è ridicolo, ci lavoreremo. Non vogliamo più far trovare le sorprese nelle tasse. La flat tax non aiuterà i più ricchi, non lo avrei mai accettato: aiuterà le fasce più deboli” ha detto il vicepremier, il quale poi ha annunciato che “sul tema della burocrazia per le imprese, la lotta alla burocrazia, e sulla lotta alla povertà per me si gioca il futuro di questo governo. O si ottengono risultati il prima possibile – ha aggiunto – o non ha senso tirare a campare“.
di Alberto Sofia
VITALIZI E PENSIONI D’ORO – Non poteva mancare, nelle parole di Di Maio, il riferimento ai tagli ai costi della politica: “Dare un buon esempio delle Istituzioni passa anche per una serie di atti che sono di giustizia sociale. Siamo impegnati in questi giorni – ha annunciato – La Camera è pronta ad abolire i vitalizi ad ex parlamentari e io farò una legge sulle pensioni d’oro. Ovviamente su questo ci sarà chi dirà che stiamo tagliando pochi soldi – ha aggiunto – Io non credo che saranno pochi soldi ma finalmente stiamo dicendo che in uno Stato che in passato ha chiesto sacrifici ai cittadini per finanziare i privilegi, si tagliano i privilegi per ridare soldi ai cittadini. Secondo me questo aiuterà molto: più di tante leggi”.
REDDITO DI CITTADINANZA – Il reddito di cittadinanza si farà entro la fine del 2018? “Subito, subito: ci sto lavorando notte e giorno” ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, rispondendo a margine dell’Assemblea di Confartigianato a chi gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Il reddito di cittadinanza – ha sottolineato Di Maio – è la mia priorità più grande. La lotta alla burocrazia e la lotta alla povertà decideranno futuro di questo governo. Quindi ce la devo mettere tutta”.
di Alberto Sofia
Poco dopo, il vicepremier su Facebook ha commentato gli ultimi dati Istat e riproposto il tema: “Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito!” ha scritto.
DELOCALIZZAZIONI SALATE – “Con la norma sulle delocalizzazioni, vogliamo stabilire un principio: ogni forma di aiuto statale che finisce, di ogni tipo, nelle casse di un’azienda multinazionale che delocalizza o ce li ridai, con gli interessi anche del 200% o da qui non te ne vai. Le norme che c’erano non hanno nulla a che vedere con quella che stiamo facendo noi nel decreto dignità” ha detto Di Maio su un tema molto delicato come quello delle delocalizzazioni.
di Alberto Sofia
“MEZZ’ORA DI INTERNET AL GIORNO PER TUTTI” – Prima di parlare all’assemblea di Confartigianato, il vicepremier è intervenuto all’Internet Day: “La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto – ha detto – Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela”. Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha poi sottolineato che “la rete è al centro del cambiamento e questo cambiamento non può più aspettare”.