“Migranti? C’è una paura sull’immigrazione che noi del Pd abbiamo affrontato molto bene. Abbiamo fatto crollare la percentuale di sbarchi. Il problema è che non siamo riusciti a dirlo”. Sono le parole dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite di Otto e Mezzo (La7). “Nel centrosinistra esiste una idea politically correct” – spiega – “secondo cui se fai una cosa dura, non riesci a dire che stai proteggendo le persone meno abbienti da una cosa che non può essere gestita aprendo a tutti, perché l’Africa nei prossimi 30 anni raddoppierà la propria popolazione. E noi cosa facciamo? Apriamo indistintamente a tutti quanti? Queste cose noi non riusciamo più a dirle. Minniti, insieme a Gentiloni, sulla Libia ha fatto una cosa dura e difficile. E il governo di un Paese richiede ogni tanto di fare azioni anche dure e difficili sul piano morale”. E critica duramente un tweet di Salvini: “Noi, però, non abbiamo mai fatto un selfie avendo alle spalle uno yacht e dicendo che quello non era un barcone di migrante. Tu, Salvini, puoi anche voler combattere in tutti i modi possibili gli arrivi dei migranti, ma, se perdi qualunque tipo di umanità e ti metti a fare tweet da 4 soldi su questa realtà, allora quella non è politica. E’ un’altra cosa. Quel tweet è una roba umanamente misera”. Poi ribadisce: “La sinistra deve capire che stiamo entrando in tempi durissimi, quindi ci vuole un’azione forte dello Stato, che non vuol dire comprarsi Alitalia, ma, per esempio, occuparsi di un analfabetismo funzionale che sta distruggendo le liberal democrazie in tutto l’Occidente. Tutto questo non può essere risolto a forza di slogan moraleggianti, perché così la sinistra muore”. Calenda si rende protagonista di un fitto botta e risposta con il direttore dell’Espresso, Marco Damilano, e ribadisce: “Dobbiamo spezzare le catene di questo analfabetismo funzionale, che è un tema centrale e di cui non c’è traccia nel contratto di governo M5s-Lega“. Damilano ribatte: “Lei ha detto ora una serie di cose che sono le parole d’ordine del M5s e della Lega, ma dette in modo gentile”. Calenda dissente e aggiunge: “Non credo che le prossime elezioni saranno inevitabilmente vinte da Salvini, perché esiste una fortissima mobilità dell’elettorato e questo continuo chiacchierare e non fare alla fine porterà a un logoramento”.
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