Per la tenuta di Passerano, 900 ettari di patrimonio storico-paesaggistico ad est di Roma, il rischio cementificazione sembra definitivamente scongiurato. Il pericolo di costruzione di un mega cimitero nell’area, che ilfattoquotidiano.it ha denunciato cinque anni fa, è stato evitato prima grazie ad una dichiarazione di interesse storico-artistico della soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Mibact, poi dal recente inserimento dell’area fra i beni demaniali di interesse culturale della Regione Campania, proprietaria dell’area.
Entrambe hanno voluto mettere la parola fine a qualsiasi rischio di speculazione edilizia nella tenuta che abbraccia una significativa porzione dell’Agro romano, conservatosi intatto fra i tentacoli dell’espansione urbana. Una zona considerata dal Mibact “un vero scrigno di rilevanti siti archeologici e monumentali”. Un’area che ora finalmente sarà tutelata e valorizzata, “aprendosi al mondo”, ci tiene a sottolineare Mario Galli, fondatore del comitato ‘Salviamo Passerano’ che dalla prima ora si è battuto senza sosta per tutelare un’area unica alle porte di Roma. “Come promesso anche dal direttore della tenuta – sottolinea Galli – la zona diventerà un luogo aperto a turisti e scuole. Sono previsti laboratori a cielo aperto per percorsi di alternanza scuola-lavoro, una fattoria didattica, agrinidi, centri estivi, percorsi per bici e cavalli. Inoltre ci saranno uno spaccio aziendale e un punto di degustazione di prodotti della terra visto che nell’area ci sono già piccole fattorie con attività agricole e pascolo”.
Ci saranno uno spaccio aziendale e un punto di degustazione di prodotti della terra visto che nell’area ci sono già piccole fattorie con attività agricole e pascolo
Il tutto in una cornice paesaggistico-archeologica di primo piano. “Il fulcro della tenuta – evidenzia la soprintendenza – è costituito dal Castello di Passerano, secolo X-XIII, che svetta con le sue torri, cinto da secolari alberi, sull’alto di uno sperone roccioso”. Oltre al castello nell’area c’è un lungo tratto dell’antica via Prenestina, perfettamente conservato, e siti di straordinario interesse, come “l’estesa necropoli di tombe ipogee a camera riportata alla luce tra il 1994 ed il 2014 (databili fra il VII e il III secolo a.C), importanti resti di ville, cisterne, impianti produttivi, canalizzazioni di età romana, collegati da percorsi viari – conclude il Mibact – il più importante dei quali, dotato di ponti e affiancato da tombe e aree sepolcrali, attraversa l’intera tenuta”. “Arrivare a tutelare definitivamente un tesoro monumentale e archeologico come questo alle porte di Roma – spiega Galli – non è stato affatto facile. Ma dopo anni di battaglie, denunce giornalistiche, ben due interrogazioni parlamentari e decreti vari finalmente abbiamo ottenuto quello che volevamo”.
Tutti contenti quindi tranne l’Ati, l’associazione temporanea d’impresa che doveva costruire il mega cimitero, e il Comune di Gallicano, amministrazione in cui ricade la tenuta, che oltre cinque anni fa ha approvato il progetto preliminare per la realizzazione dei 120mila loculi. Entrambi infatti hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro il decreto della soprintendenza che tutela l’area. “Dopo la dichiarazione di interesse storico-artistico dell’area – sottolinea la Soprintendenza – sono scattate immediatamente le norme di salvaguardia e la tenuta è stata poi inserita dalla Regione Campania tra i beni del suo patrimonio indisponibile, quindi non sono più possibili speculazioni, ma solo uno sviluppo compatibile con la destinazione agricola e zootecnica”. Nessun pericolo quindi per eventuali colate di cemento future, anche se il ricorso dovesse essere accolto dal Tar perché nel caso “si valuterà se riproporre lo stesso provvedimento – conclude la Soprintendenza – o avviare un altro tipo di vincolo. Nessuno dei progetti finora presentati è stato autorizzato e nuovi progetti riceverebbero parere negativo”.