Siamo proprio un popolo di scemi. Dobbiamo fronteggiare un’epoca piena di sfide, complessa, in enorme evoluzione, tanto che in pochi anni le nostre vite cambieranno radicalmente. La affrontiamo (tra l’altro) del tutto impreparati, sempre più ignoranti, beceri, rimpinzati di conoscenze superficiali e informazione d’accatto. Non studiamo da un mucchio di tempo, e ormai si vede chiaramente… E di fronte a tutto questo, su cosa la comunicazione politica attira la nostra attenzione? Ma naturalmente su un non-problema, una presunta inondazione di migranti che in pratica non c’è affatto (i numeri!). E, tra l’altro, migranti che in questo Paese tengono su l’economia e la manifattura per alcuni punti di Pil, cioè sono la nuova classe lavoratrice, quelli che pagheranno le nostre pensioni lavorando.
Dunque siamo alle solite: ci mostrano il dito perché noi non si guardi la luna. E noi, da bravi sudditi senza pensiero, guardiamo il dito. Questo delle migrazioni è solo uno dei tanti problemi che dobbiamo affrontare in questa epoca: come regolare, minimizzare, gestire un normalissimo flusso migratorio (che c’è da sempre nella storia dell’uomo). Ma parliamo solo di questo per assecondare chi vuole fare voti facili e non doversi misurare coi problemi del Paese.
Naturalmente, di questo problema cosa rendono argomento di zuffa? Un aspetto a valle, mica le cause!, cioè quello: salvataggio-sì / salvataggio-no (che tra l’altro è un obbligo morale e di legge, su cui non ci dovrebbe essere nulla da dire).
Lo dico chiaro: sono vicinissimo ad abbandonare il discorso. Non voglio essere incanalato in una contrapposizione inutile fatta ad arte per deviare la nostra attenzione dalle sfide fondamentali e dai problemi centrali del Paese, su cui la politica annaspa e spera di non far vedere la sua totale inadeguatezza, il suo pericoloso ritardo, e su cui invece dobbiamo tenere la guardia alta. I problemi erano e restano la visione del modello di sviluppo, il lavoro, la scuola e l’istruzione, la legalità e le mafie, il consumismo, l’ambiente, l’umanità delle scelte in campo etico, l’armonizzazione tra vita e tecnologia sempre più egemone e invasiva.
Basta farsi prendere in giro. Io come funziona il depistaggio della comunicazione lo so benissimo. Lo facevo per mestiere. Non voglio fare la figura dell’ingenuo, l’ho capito bene che scatenando questa specie di guerra civile da social media i pifferai bambini ci trattano da massa, da gregge, per sviare la nostra attenzione. Basta.