A Un posto al sole si parla di rifugiati e sui social scoppia la polemica. La sera del 19 giugno 2018 su Rai3, durante la quotidiana puntata della più longeva soap italiana, il personaggio di Michele Saviani (Alberto Rossi), quello più vicino alle battaglie sociali e politiche progressiste del mondo UPAS, parlando in radio, dove assieme al giovane Vittorio celebrava la Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno nda) ha affermato: “Oltre 65 milioni di persone sono state costrette a lasciare casa, famiglia, la loro vita. Tra questi 11 milioni di rifugiati sono bambini esposti al rischio di violenze di qualsiasi tipo. Immaginate che ogni minuto, cinque famiglie del vostro palazzo siano costrette a lasciare la propria casa, la propria via, il proprio quartiere per una guerra o una persecuzione. Date un volto a questi numeri”.
Ulteriore eco è giunto da Vittorio, il figlio di Guido, il personaggio “buono” per antonomasia della soap di Rai3: “Aiutare chi è più in difficoltà di voi, può solo fare di voi una persona migliore”. Apriti cielo. Tra il milione e mezzo di aficionados che quella sera hanno seguito la puntata ecco fioccare sulla pagina Facebook del programma un lungo elenco di post critici e imbestialiti. “È propaganda gratuita pro PD, basta!”. “Siete una lagna voi e questi rifugiati”. “Puntata vergognosa e di propaganda”. Fino all’ultimatum di un fan del primo giorno: “Questo programma è diventato indegno. Lo dico col cuore sanguinante. Vi seguo dalla prima puntata. Vi registravo quando andavate in onda alle 18.30, non ho mai perso una puntata, ma ora non vi si può più guardare, orari improponibili argomenti assurdi mi sembra di vedere la campagna elettorale del PD. Datevi una regolata”.
Le ire funeste dei fan su web hanno costretto Paolo Terraciano, capo degli autori della soap, a gettare acqua sul fuoco: “Scriviamo le storie con mesi di anticipo. Questa puntata è stata pensata per andare in onda durante la ‘Giornata internazionale del rifugiato’. Rispetto a quello che sta succedendo nelle ultime settimane in Italia è ovviamente una coincidenza. Sono storie pensate a febbraio. Noi non scendiamo mai in campo per essere divisivi, al contrario. Qualsiasi tematica trattiamo lo facciamo sempre con equilibrio, cercando di offrire a casa degli spunti di riflessione”.