Dazi sì o no? Al di là del fatto che, come ricordato martedì da Bruxelles, a decidere è la Commissione Ue, nel governo gialloverde la posizioni sono contrastanti. Se il vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio li considera almeno in teoria un’occasione per “chiudere i rubinetti con altri paesi che non rispettano le nostre specialità e rappresentano una minaccia con i loro prodotti a basso costo”, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio è del tutto contrario. “Assolutamente no, non siamo d’accordo a metterli. Non ci chiudiamo, vediamo piuttosto di lavorare per migliorare la situazione”, ha commentato l’esponente leghista a margine dell’assemblea di Confcooperative. Ma poche ore dopo l’altro vicepremier nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha smorzato affermando che sosterrà “qualunque proposta del governo per difendere il lavoro e salute degli italiani” perché “stanno arrivando prodotti fuorilegge che mettono a rischio non solo il lavoro ma anche la salute”. La settimana scorsa, del resto, il leader del Carroccio aveva evocato il blocco delle “navi cariche di riso asiatico“. 

“Non vogliamo inseguire nessuno – aveva detto Centinaio rispondendo ai giornalisti – Di Maio non insegue Salvini: ha una sua linea e Salvini ha la sua e quindi si va dritti per la nostra strada. Il tema dei dazi non è nel contratto di governo. Il mio obiettivo è portare il vero Made in Italy nel mondo con ogni tipo di iniziative di marketing e di comunicazione, solo facendo questo si combatte l’Italian sounding“. “Siamo sotto attacco – ha aggiunto Centinaio, riferendosi all’agroalimentare italiano – la nostra vera arma è la qualità“.

Martedì Di Maio aveva comunque puntualizzato che al momento non c’è un progetto definito sul tema dazi: “Non ho detto che voglio metterli, ma che se ne può parlare. La nostra economia è un unicum e se i dazi servono a proteggere i nostri prodotti è giusto parlarne. È un altro tabù da infrangere. Ci sto riflettendo“. Qualche ora dopo fonti Ue hanno comunque ricordato che il commercio al di fuori dell’Unione è una responsabilità esclusiva dell’Ue e non dei governi nazionali, per cui le decisioni sui dazi rientrano in questo ambito: un principio inderogabile stabilito dall’articolo 207 dei Trattati Ue. In base al quale “la politica commerciale comune è fondata su principi uniformi, in particolare per quanto concerne le modificazioni tariffarie, la conclusione di accordi tariffari e commerciali relativi agli scambi di merci e servizi (…) e le misure di protezione commerciale, tra cui quelle da adottarsi nei casi di dumping e di sovvenzioni. La politica commerciale comune è condotta nel quadro dei principi e obiettivi dell’azione esterna dell’Unione”.

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