L’odissea della Lifeline si è conclusa poco dopo le 19. La nave carica di migranti bloccata da sei giorni nel Mediterraneo è sbarcata a Malta e le 234 persone a bordo verranno ripartite tra otto paesi Ue: oltre a Malta, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Non andranno, invece, in Germania, che pure negli ultimi giorni si era mostrata possibilista. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha affermato davanti al Parlamento che il Paese non accoglierà nessuno: “Al momento non c’è una necessità di azione per la Repubblica federale tedesca”, ha affermato. Anche in futuro ci lasceremo guidare dai principi di “umanità e ordine” e l’obiettivo è evitare di creare un “precedente“.
Il premier Joseph Muscat ha annunciato stamattina il via libera avvertendo tuttavia che si è trattato di un “caso unico” perché il capitano della Lifeline “ha ignorato le leggi internazionali” e quindi l’imbarcazione della ong verrà posta sotto sequestro per un’indagine. Non è della stessa opinione il governo italiano, secondo cui la conclusione della vicenda costituisce un precedente inedito, perché di fatto neutralizza per la prima volta il trattato di Dublino che prevede invece che la responsabilità dell’asilo ricada sul Paese di primo approdo dal quale il richiedente ha fatto il proprio ingresso nell’Unione. E’ quanto hanno voluto evidenziare subito sia Danilo Toninelli che, ritwittato dal premier Giuseppe Conte, scrive di “una grande vittoria dell’Italia”. Anche Matteo Salvini parla di “successo italiano: dopo anni di parole, arrivano i fatti”, annunciando che l’Italia donerà alle autorità di Tripoli altre 12 motovedette per pattugliare le coste del Mediterraneo.
La #Lifeline sta entrando a Malta. È una grande vittoria per l’Italia che può diventare un vittoria per tutta l’Europa, ma solo se prevarrà la solidarietà sugli egoismi. Se accadrà, l’isola potrà essere ricordata come la Ventotene del nuovo secolo.
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 27 giugno 2018
La giornata della Lifeline è stata lunga. L’empasse sembrava si fosse sbloccata ieri dopo l’incontro a Roma tra Conte ed il presidente francese Emmanuel Macron ed una serie di telefonate incrociate tra le cancellerie europee che avevano dato il via libera alla redistribuzione immediata dei migranti a bordo in un gruppo di paesi Ue, su base volontaria. L’imbarcazione tuttavia ha ricevuto solo nella tarda mattinata di oggi l’autorizzazione ad entrare in acque maltesi, e soltanto per ripararsi dal maltempo. Tra le proteste della ong, che ha accusato il ‘falco’ del governo tedesco, il ministro dell’Interno Seehofer (bollato come “il Salvini tedesco“), di boicottare i soccorsi.
A dire no alla proposta di Muscat sono state Spagna e Germania, quest’ultima in particolare sull’orlo della crisi di governo per la distanza di posizione proprio sui migranti tra Angela Merkel e Seehofer. Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa, Seehofer in un primo momento si era detto favorevole alla accoglienza dei profughi, ma solo ad una serie di condizioni, prima fra tutte che la nave venissi sequestrata e mai più usata successivamente. Martedì l’accordo sembrava già finalizzato: Bassa Sassonia e Brandeburgo, due Land in mano alla Spd, avevano offerto la loro disponibilità, ma erano vincolati al via libera del ministro dell’Interno tedesco. Che, dopo l’attracco della naveva Malta, ha ufficializzato il suo no all’accoglienza.
Una decisione rischiosa per l’alleanza tra la Cdu della Merkel e la Csu bavarese che rischia di avere pesanti ripercussioni sul governo, tanto che la presidente Spd Andrea Nahles non ha escluso che si torni al voto: “Abbiamo una situazione in cui Seehofer e la Csu propongono qualcosa che avrà effetti su tutta Europa – ha detto in tv dopo il vertice di ieri sera in cancelleria, dove la coalizione ha affrontato la crisi di governo scatenata dal ministro dell’Interno -. Si tratta di un effetto domino. Noi riteniamo questo modo unilaterale di procedere ai respingimenti come incompatibile con il diritto europeo”.
L’approdo della Lifeline nel suo porto maltese si è concluso positivamente poco prima delle 20. Muscat ha rivendicato la corretta gestione del caso, spiegando di aver incassato il sostegno del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. E ricordando che Malta fa il suo dovere sui migranti, perché “è il secondo paese per numero di richiedenti asilo accolti pro capite in Europa” ed “il primo a compiere il suo dovere nel piano di ricollocamento da Italia e Grecia”.
Il premier maltese ha colto l’occasione anche per stemperare le tensioni con Roma, con cui da tempo c’è un rimpallo delle tante imbarcazioni cariche di profughi africani in cerca di approdo in Europa. Ultimo, in ordine di tempo, il caso della Aquarius, accolta dalla Spagna dopo un lungo pellegrinaggio in mare e feroci scambi di accuse tra Roma e La Valletta. Muscat ha chiarito che sulla Lifeline “non c’è stato uno scontro tra due stati membri”. Piuttosto, l’imbarcazione risulta “nave da diporto e come tale non può compiere intercettazioni di naufraghi” ed ha ignorato gli ordini di affidare i migranti alla guardia costiera libica. Da qui il sequestro e l’avvio di un’inchiesta.