Il premier Giuseppe Conte va alla Camera in vista del Consiglio Ue al via domani, nei giorni in cui il caso Lifeline continua a dividere l’Europa. Al centro del suo intervento la questione migranti e il Trattato di Dublino: un regolamento che, dice il presidente del Consiglio, “non va riformato, ma, ripeto, va superato, perché ormai non ci sono più dubbi sul fatto che sia del tutto inadeguato a gestire i flussi migratori, dunque è davvero cruciale superarlo. Lo dico sulla base del fatto che, come attestano i dati statistici, solo il 7% dei migranti sono rifugiati“. In più va superato “anche il criterio del Paese di primo arrivo, anche questo non è idoneo a gestire i flussi in modo efficace e sostenibile. Va infatti affermato il principio che chi sbarca in Italia (o in qualsiasi altro Paese di primo arrivo) sbarca in Europa. Questo principio lo ripeterò come un mantra. Le coste italiane sono coste europee, non possiamo portare tutti in Italia e Spagna“. E specifica: “L’ho detto nei miei primi incontri bilaterali di qualche settimana fa – prima a Parigi con il presidente francese Macron e poi a Berlino con la Cancelliera tedesca Angela Merkel – l’ho ripetuto al pre-vertice di domenica scorsa e lo ripeterò domani al Consiglio europeo. Le coste italiane, greche, spagnole, sono coste europee. Se davvero esiste un’Europa, l’Europa di Schengen, fondata sul binomio responsabilità-solidarietà, come dicono tutti a parole, allora questo criterio del ‘Paese di primo arrivo’ va superato”.
Conte snocciola punto per punto la proposta italiana presentata domenica scorsa al prevertice di Bruxelles: dal finanziamento del Trust Fund Africa al rafforzamento delle frontiere esterne fino al principio secondo cui chi sbarca in Italia sbarca in Europa, senza dimenticare la creazione di hotspot nei paesi di partenza al di là del Mediterraneo. Proposta che la Libia, nel giorno dell’incontro con Matteo Salvini, ha rigettato categoricamente. “Senza intervenire adeguatamente, e persistendo su una strada che si è rivelata non essere quella giusta – rimarca il premier – noi oggi rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo che sia veramente efficace. L’attuale Sistema Comune Europeo d’Asilo si fonda su un tragico paradosso: i diritti delle persone che intendono richiedere asilo vengono riconosciuti soltanto nel momento in cui gli interessati riescono a raggiungere le coste dell’Europa. Questo momento va anticipato, anche al fine di tutelare i loro interessi e di garantire più sicurezza al nostro Paese”.
Al di là del nodo migranti, Conte ha sottoposto all’aula anche gli altri temi che saranno al centro del vertice, dalla povertà al debito sostenibile fino alle sanzioni alla Russia. “Il Consiglio Europeo fissato per domani e dopodomani costituisce un momento cruciale per il futuro dell’Unione Europea: in agenda prevede temi fondamentali come la migrazione, la sicurezza e la difesa europea, l’innovazione e il digitale, il lavoro, la crescita e la competitività, l’Unione Bancaria e Monetaria, e il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale settennale dell’Unione”. Conte ribadisce la necessità “di avere un’Unione europea più giusta e più equa” nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027. “Sono stati appena diffusi i dati Istat sulla povertà in Italia. Non può essere ignorato che nel 2017 oltre 5 milioni di persone in Italia hanno vissuto sotto la soglia di povertà. Dobbiamo dare risposte concrete, perché ci sono 5 milioni di persone che non possono più aspettare”.
E l’Italia “merita attenzione” in quanto “contributore netto del bilancio Ue“. Nel dibattito sul prossimo bilancio europeo, ha aggiunto, “proporrò che il negoziato riservi un’attenzione finanziaria più sostanziale dei fondi europei destinati all’inclusione sociale e il fondo sociale europeo che potrebbe finanziare la riforma sull’impiego, il bilancio 2021-2027 è uno strumento chiave per raggiungere questo traguardo”. Importante per il presidente del Consiglio “far avanzare la condivisione del rischio, ma senza condizionalità che finiscono per irrigidire processi già avviati, che finiscono per incrementare l’instabilità bancaria e finanziaria. Non vogliamo un Fondo Monetario Europeo che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti, con l’esautorazione di un’autonomia che comporti politiche economiche efficaci”.
Conte, poi, garantisce: “Appoggeremo tutti gli sforzi contro l’elusione e l’evasione fiscale. Cercheremo in particolare di progredire nella messa a punto di un sistema di definizione della base imponibile, superando la frammentazione dei sistemi d’imposizione nazionali”. E sottolinea che “l’attuale assetto Ue non garantisce una tassazione equa, soprattutto per le industrie del web, vogliamo tassare i profitti generati negli Stati membri ridistribuendoli nelle comunità che hanno contribuito a generarli”. Infine, durante il dibattito a Bruxelles sugli accordi di Minsk, “riaffermeremo il principio che non debba esserci nulla di automatico nel rinnovo delle sanzioni alla Russia” e sul tema “ci vuole cautela” perché le “sanzioni sono un mezzo e non un fine”. “Continueremo quindi – ha concluso – a prestare grande attenzione e sostegno alla società civile russa e alle nostre imprese piccole e medie”.