Gli incidenti mortali sul lavoro lo scorso anno sono diminuiti, toccando il minimo storico dal 1951. Nel 2017 le vittime accertate sono state infatti 617, in calo del 2,8% rispetto al 2016 e del 25% rispetto al 2012. Ma il dato sui primi cinque mesi del 2018 è in controtendenza: da gennaio a maggio, si legge nel rapporto Inail presentato mercoledì 27 giugno alla Camera, sono state fatte 389 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, 14 in più rispetto alle 375 dello stesso periodo del 2017 (+3,7%). “I morti sul lavoro non sono numeri ma persone”, ha commentato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. “E’ un eccidio che non ha fine e lo Stato deve essere in grado di affrontarlo”. Quanto ai controlli fatti dall’istituto, lo scorso anno sono state esaminate 16.648 aziende (il 67,49% del terziario e il 28,21% dell’industria) e l’89,43% sono risultate irregolari. Sono stati regolarizzati 49.772 lavoratori, di cui 45.802 irregolari e 3.970 in nero.

La crescita di incidenti mortali registrata nel corso dell’anno è dovuta alle denunce dei lavoratori stranieri, passate da 50 a 65, mentre quelle dei lavoratori italiani sono diminuite di una sola unità da 325 a 324. I casi mortali sono in aumento nel settore industria e servizi (+ 8,7%), concentrati essenzialmente nel Nord Ovest (19 casi) e nel Nord Est (18), mentre l’agricoltura registra un -18%. A livello regionale sono Lombardia (+12), Veneto (+12) e Piemonte (+10) a registrare gli incrementi di incidenti mortali più elevati. Cali significativi invece in Abruzzo (da 25 a 6), dove nel 2017 avevano pesato le tragedia di Rigopiano e Campo Felice, in Puglia (da 24 a 11) e in Sicilia (da 30 a 18).

Un incidente mortale su due ha coinvolto lavoratori di età tra i 50 e i 64 anni per i quali si registra un incremento tra i due periodi di 30 casi, da 167 a 197. Diminuiscono invece le denunce dei lavoratori tra i 35 e i 49 anni che passano da 121 a 105 (-13,2%) mentre risultano stabili le denunce degli under 34 (da 57 a 59) e degli over 65 (da 28 a 30).

Nel 2017 sono invece state accertate al momento 617 morti sul lavoro (il 58% fuori dall’azienda) a fronte delle 1.112 denunce arrivate. Se anche i 34 casi ancora in istruttoria risultassero tutti riconosciuti sul lavoro, si arriverebbe a 651 morti con un calo del 2,8% rispetto ai 670 del 2016. Per l’industria e i servizi gli infortuni mortali sono stati 532, mentre nell’agricoltura se ne sono contati 74 e 11 per conto dello Stato. La grande maggioranza dei morti accertati sul lavoro erano italiani (514) mentre 33 provenivano da altri paesi dell’Unione e 70 erano extracomunitari. Quasi la metà degli infortuni mortali accertati (287, il 46,5%) ha riguardato gli over 50 e tra questi 55 morti hanno riguardato persone con più di 65 anni.

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