Per due mesi hanno tirato il fiato. E d’altra parte per i settanta consiglieri – pardon, deputati – dell’Assemblea regionale siciliana approvare la legge finanziaria era stata una vera e propria faticaccia. Un’impresa portata a termine solo il 30 aprile scorso dopo una serie di sedute fiume. Da allora gli eletti a Palazzo dei Normanni si sono riuniti otto volte in due mesi senza però riuscire a partorire alcun nuovo disegno di legge degno di questo nome. E pazienza: d’altra parte dall’inizio della nuova legislatura non erano poi tante le riforme varate dalla maggioranza di centrodestra. Anzi per la verità di riforme neanche l’ombra: solo tre leggine di scarsa importanza.
Martedì pomeriggio, però, ecco sbloccato l’impasse. L’Ars, infatti, è riuscita ad approvare non una ma ben due leggi: roba da stakanovisti, da insonni della legiferazione. Complessisima, tra l’altro, la materia della due norme. La prima ordina meritevoli interventi per “i soggetti con problemi specifici di apprendimento”. La seconda, invece, ha destato le facili ironie dei commentatori già nei mesi scorsi, quando per approvarla in tempi record i deputati avevano votato la procedura d’urgenza. E alla fine i legislatori dell’Ars sono riusciti ad varare l’agognata norma per “la valorizzazione del patrimonio storico culturale dei siti legati alla Seconda Guerra Mondiale in Sicilia nel 75esimo anniversario dell’Operazione Husky“. I più giovani si chiederanno: che cos’è quest’Operazione Husky di cui ricorre l’anniversario numero 75? Semplice: lo sbarco degli Alleati sulle coste della Sicilia il 10 luglio del 1943. Una data fondamentale, visto che dall’isola gli yankees risalirono poi l’intero Stivale.
Potevano i siciliani, notoriamente filo americani, dimenticare un simile anniversario? No, non potevano. Ma una legge ad hoc sembra eccessiva persino alla sua relatrice, l’onorevole Roberta Schillaci del Movimento 5 stelle, che ha anteposto al suo intervento una sorta di excusatio non petita: “Signor Presidente, onorevoli colleghi, assessori – ha detto la deputata – certo, come commissione, come primo disegno di legge avrei voluto relazionare un disegno di legge che avrebbe potuto sollevare le sorti economiche di questa Terra. Tuttavia, non nascondo che nutriamo, come Commissione, un minimo di speranza che questo disegno di legge possa avere delle ricadute sul turismo storico-culturale e, quindi, avere delle ricadute sull’intero territorio siciliano”. Insomma: la legge sull’Operazione Husky non era forse così fondamentale. La speranza è che – in un modo o nell’altro – dia un po’ di lustro alla Sicilia. Insomma, i turisti la smettano di arrivare sull’isola solo per il mare, i teatri greci, l’Etna e il barocco: vengano anche a vedere i luoghi in cui gli americani cominciarono la Liberazione del nostro Paese.
E in attesa di capire se l’auspicio dell’onorevole Schillaci possa trasformarsi in realtà, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha già individuato il prossimo importantissimo obiettivo dell’isola: riaprire il portone di Palazzo dei Normanni. Sissignore. Lo dice lui stesso. ” Tra circa un mese – annuncia – apriremo il portone principale di Palazzo dei Normanni. Era una mia fissazione già dieci anni fa ed è una bella soddisfazione esserci riuscito”. Come festeggiare, dunque, un tale risultato? Micciché ha le idee chiare: “Stiamo studiando un evento da fare per il giorno della riapertura”.
Sarà forse per questo, per quel portone chiuso, che all’Ars non si sono accorti delle polemiche infuocate suscitate negli ultimi mesi dall’immobilismo dei consiglieri regionali. Nel marzo scorso, per esempio, erano appena tre le norme approvate da palazzo dei Normanni. Uno pensa: come minimo saranno riforme epocali per provare a rilanciare la drammatica situazione economica e sociale in cui versa da tempo la Sicilia. E invece niente. Perché le leggi costate tanta fatica ai deputati non erano certo fondamentali: tutt’altro. Provare per credere. Una, per esempio, serviva ad aggiornare la commissione Antimafia. Un’altra, invece, aggiungeva la parola “terme” ad alcune città dell’isola (per dire: Montevago ora si chiama Montevago Terme). La terza era storica: modifica va i confini tra i comuni di Grammichele e Mineo, in provincia di Catania. Quindi era arrivata la finanziaria. E adesso, dopo due mesi di stop, ecco la legge sulla Seconda guerra mondiale. In totale fanno sei norme in sette mesi: meno di una al mese.
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