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Consiglio Ue, Conte mette un primo veto: no a conclusioni senza migranti. “Nessun documento senza riforma di Dublino”

CRONACA ORA PER ORA - Fonti di Palazzo Chigi a Bruxelles: “Niente ok senza nostre linee su migranti”. La riserva è arrivata sulla prima parte del documento su sicurezza, lavoro e crescita, in cui però mancava la parte sull'immigrazione. E' così saltata la conferenza Tusk-Juncker. Italia dice no alla proposta francese sugli hotspot ma apre a Macron: “Lavoriamo insieme”

Il premier Giuseppe Conte mette il primo veto a Bruxelles. Tecnicamente una riserva, con cui ha bloccato le conclusioni della prima parte del Consiglio europeo, in cui si è parlato di “sicurezza, difesa, lavoro, crescita, competitività, innovazione digitale e allargamento”, ma non di migranti. Conte ha spiegato che l’Italia intende invece dare un voto sull’intero documento, compresa quindi soprattutto la parte sulla questione immigrazione in discussione stasera. Il primo effetto della sua decisione è la cancellazione della conferenza stampa di Juncker e Tusk, prevista proprio al termine della prima parte dei lavori. E da Palazzo Chigi precisano che non ci sarà nessun documento condiviso “senza la riforma del regolamento di Dublino“.

Nel corso della discussione sui migranti è arrivato poi il secondo “no” dell’Italia, che respinge la proposta di Parigi di gestire sul suo territorio un hotspot finanziato dall’Ue, per filtrare i migranti e i richiedenti asilo. “Il premier  ha concordato con il presidente francese Macron conclusioni direttamente ispirate agli obiettivi contenuti nella proposta italiana e ora si sta cercando di coinvolgere altri Paesi”. È quanto si apprende da fonti del governo. “Conte difficilmente potrà accettare conclusioni che non affermino il principio che chi arriva in un paese transfrontaliero dell’Ue arriva in Europa, che non ribadiscano la necessità di azioni e responsabilità congiunte degli Stati membri riguardo agli sbarchi di migranti per effetto di operazioni di salvataggio, che non prevedano un cospicuo rifinanziamento del Fondo per l’Africa e che non contemplino la necessità espressa di riformare il regolamento di Dublino, nonché una rapida attuazione entro l’anno di questi principi”, precisano le stesse fonti.

Solidarietà europea o veto anche sul testo finale
“Il Consiglio europeo ha avuto uno scambio di vedute con il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani e il segretario generale della Nato Stoltenberg. Visto che uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni, non ne sono state adottate a questo punto”, ha fatto sapere un portavoce. E’ il primo colpo di scena del vertice in corso a Bruxelles, uno dei più difficili degli ultimi anni. Se nelle conclusioni non ci sarà una chiara accettazione da parte di tutti i 28 Paesi del principio della solidarietà europea, cioè che i barconi che arrivano in Italia arrivano in Europa, Roma potrebbe mettere il veto anche sul testo finale. Esiste solo un precedente in tal senso: protagonista la Polonia nel marzo 2017. In quel caso il Consiglio si concluse con una sorta di stratagemma: dato che su tutto il resto, a parte il rinnovo della nomina di Tusk, c’era accordo, venne poi comunque fatto uscire un testo con la formula ‘conclusioni del Presidente del Consiglio europeo’. Ora però a mettere il veto sarebbe un Paese fondatore come l’Italia.

Il no alla proposta francese sugli hotspot
Secondo quanto si apprende da fonti italiane, il governo punta a far assumere all’Europa la responsabilità della questione migratoria, e non è disposto ad accettare nessun compromesso al ribasso. E ha già dato anche un secondo no, sulla proposta avanzata dalla Francia di creare sul suo territorio hotspot di nuova generazione, sul modello di quelli in Grecia del 2016. Lo lasciano intendere senza mezzi termini fonti italiane al vertice che rispondono – sulla chat whatsapp dei giornalisti italiani accreditati al summit – con un emoticon che non ha lasciato dubbi interpretativi: un dito medio alzato. Emoticon poi rimossa con spiegazione: si è trattato di un errore di digitazione. E’ partita per uo sbaglio e non aveva niente a che fare con la chat del Vertice.

La partita con Angela Merkel
Quella sui migranti rimane comunque soprattutto una partita fra Italia e Germania, perché le uniche proposte sul tavolo sono quelle di Roma e Berlino. Angela Merkel ha cercato di frenare subito questo scenario e proporre un’alternativagià annunciata dalla cancelliera intervenendo al Bundestag: “Senza un’intesa comune, andremo avanti con una coalizione dei volenterosi“. La cancelliera insiste sul porre un argine ai movimenti secondari, che le serve per risolvere la crisi interna al suo governo. Anche su questo punto l’Italia tuttavia avverte:  “O si discute l’insieme del pacchetto presentato dall’Italia, oppure non si apre la trattativa. Di certo è escluso che si possa parlare di movimenti secondari, senza un discorso complessivo su tutti i punti della nostra proposta”. Il piano B della Merkel prevedeva l’accettazione delle due proposte, quella italiana e quella tedesca, da parte di un gruppo di volenterosi, e la punizione per i Paesi che avessero rifiutato con “l’estromissione da Schengen“, come hanno riferito all’Ansa fonti da Bruxelles.

Tajani: “Sei miliardi per il Fondo per l’Africa”
Sul tavolo della trattativa tra Italia e Germania ci sono anche il finanziamento della seconda tranche da tre miliardi “per i profughi in Turchia” e il “Fondo fiduciario per l’Africa“. L’Italia arriva infatti al vertice di oggi con una riserva per il finanziamento dell’accordo Ue-Turchia, fino a quando non avrà ottenuto sufficienti garanzie per la disponibilità delle risorse necessarie per il Fondo africano, indispensabile per la gestione dei flussi nel Mediterraneo Centrale. La stessa cancelliera tedesca ha dichiarato che deve essere “finanziato meglio“. E la proposta italiana, per bocca del presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, chiede al Consiglio europeo una cifra concreta: “Stanziamenti di sei miliardi di euro per risolvere il problema del corridoio libico”. Quanti quelli spessi per fermare il corridoio balcanico.

LA CRONACA ORA PER ORA

22.03 –  L’Italia respinge la proposta di Parigi sugli hotspot
L’Italia respinge la proposta di Parigi di gestire sul suo territorio un hotspot finanziato dall’Ue, per filtrare i migranti e i richiedenti asilo. Lo lasciano intendere senza mezzi termini fonti italiane al Vertice Ue

21.23 – Polonia: “Sì agli hotspot se sono fuori dall’Ue”
“La posizione della Polonia sugli hotspot è positiva a patto che queste piattaforme siano localizzate in Paesi fuori dall’Ue. Altrimenti ci opponiamo, perché significherebbe che in pratica incoraggiamo migranti e rifugiati a spostarsi nel territorio dell’Ue”. Lo ha detto il premier della Polonia Mateusz Morawiecki, nel corso di un incontro con la stampa polacca. “Sono le piattaforme proposte da Orban due anni fa. E’ esattamente la stessa idea, inizialmente era stata criticata dalla Commissione europea, oggi viene accettata – ha aggiunto -. Anche questo dimostra che le proposte dei paesi di Visegrad lentamente vengono accettate dalla maggioranza dei Paesi”.

21.13 – Fonti Ue: “Puntiamo ora a ok sui migranti per avere ok sul resto”
“L’assunto di lavoro è che dopo la discussione sui migranti i leader dei 28 saranno in grado di avere un accordo sia sul capitolo migranti che su tutto il resto domani”. Così una fonte Ue dopo la riserva espressa dall’Italia sulla prima parte delle conclusioni del vertice Ue. Finora, spiegano le fonti, “c’è stato un solo precedente di un vertice terminato senza conclusioni, quello di marzo 2017, quando la Polonia le bloccò per la sua contrarietà al rinnovo del mandato di Tusk come presidente del Consiglio europeo”. “C’è stata una lunga discussione procedurale durata oltre mezz’ora” tra i leader europei, hanno riferito le fonti, spiegando che “le conclusioni del vertice non sono un atto legale ma politico, per la cui approvazione serve il consenso di tutti”.

20.56 – Italia dice no a proposta francese sugli hotspot
Per l’Italia non è accettabile la proposta, avanzata dalla Francia, di creare sul suo territorio hotspot di nuova generazione, sul modello di quelli in Grecia del 2016. E’ quanto fanno sapere fonti italiane.

20.34 – Salata la conferenza stampa Tusk-Juncker
La conferenza stampa di Juncker e Tusk, prevista al termine della prima parte del Consiglio europeo, è stata cancellata perché “uno Stato membro ha messo la riserva sull’intero progetto di conclusioni”, quindi “non c’è stato accordo sulle conclusioni”. E’ quanto fa sapere il portavoce del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk precisando che l’incontro con la stampa si terrà domani al termine della seconda giornata del vertice.

20.22 – Conte mette veto alle conclusioni della prima parte del vertice
Il premier Giuseppe Conte ha bloccato l’adozione delle conclusioni della prima parte del vertice europeo, spiegando che l’Italia intende dare un voto sull’intero documento, compresa la parte dei migranti in discussione stasera.

19.43 – Fonti Italia: “Senza solidarietà di tutti i 28 Paesi voteremo no alle conclusioni”
Se nelle conclusioni del vertice europeo sull’immigrazione non ci sarà una chiara accettazione del principio della solidarietà europea, cioè che i barconi che arrivano in Italia arrivano in Europa, l’Italia potrebbe mettere il veto al testo finale. Secondo quanto si apprende da fonti italiane, il governo punta a far assumere all’Europa la responsabilità della questione migratoria, e non è disposto ad accettare nessun compromesso al ribasso. Il risultato, precisano le fonti, è avere un documento accettato da tutti i 28 dove siano presenti i principi delle richieste italiane, altrimenti, se non vi fosse disponibilità da parte dei partner, l’Italia voterà ‘no’ al testo di conclusioni.

19.27 – Macron vede i primi ministri dei 4 Paesi di Visegrad
Il presidente francese Emmanuel Macron ha partecipato nel primo pomeriggio a una riunione con i primi ministri dei quattro Paesi di Visegrad: Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia. Secondo fonti francesi, Macron avrebbe sottolineato loro che la solidarietà di tutti i Paesi è imprescindibile ma avrebbe ipotizzato con i leader dell’Est una forma di solidarietà, da parte loro, alternativa all’accoglienza ai migranti, che potrebbe prendere la forma di un sostegno economico o di altro genere. Due dei quattro leader avrebbero offerto la propria disponibilità in questo senso e i cinque si sarebbero ripromessi di rivedersi in questo formato altre volte nel corso dei prossimi mesi. Fonti italiane hanno fatto sapere che l’Italia resta contraria all’ipotesi di contributi economici al posto di un impegno diretto in termini di accoglienza, sottolineando però che, rispetto allo sblocco dei ricollocamenti, è più urgente che anche gli altri Paesi costieri aprano i porti.

19.21 – Ungheria: “Aperti a negoziare con la Germania”
L’Ungheria è “aperta” a negoziazioni bilaterali con la Germania sul tema dell’immigrazione, ha spiegato un portavoce del governo ungherese alla Dpa. “A margine del summit del Consiglio europeo, il governo ungherese è stato contattato dalla Germania per tenere negoziazioni bilaterali”, ha detto il portavoce.
“La posizione dell’Ungheria sull’immigrazione è chiara, ma siamo sempre aperti al dialogo, questa è la natura dell’Europa -ha aggiunto-. Secondo noi, è giusto se tutti trattano con tutti”.

18.46 – Kurz: “Compromesso possibile su frontiere esterne”
“Una soluzione è possibile se ci focalizziamo sui punti in comune, la nostra posizione è sempre stata che non si può discutere solamente della ridistribuzione” dei migranti, ma “dobbiamo concentrarsi su dove possiamo trovare un compromesso”, che “sicuramente è la protezione delle frontiere esterne, il rafforzamento di Frontex e i centri di sbarco in Paesi esterni all’Ue”. Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz arrivando al vertice dei leader Ue a Bruxelles.

18.03 – Marocco rifiuta ipotesi campi sul suo territorio
Il Marocco “respinge” il concetto di centri di accoglienza extra Ue proposti dall’Unione europea per esternalizzare la gestione dei flussi migratori al di fuori delle sue frontiere. È quanto afferma il ministro degli Esteri marocchino, Nasser Bourita, a seguito di un incontro a Rabat con il suo omologo spagnolo Josep Borrell.

17.45 – Fonti governo: “Flessibilità e migranti sono due tavoli diversi”
“Se qualcuno in passato si è fatto convincere con qualche flessibilità, non è più così”. Lo assicurano fonti di governo parlando della trattativa dell’immigrazione e assicurando che sarà completamente sganciata da quella sui conti.

17.32 – Tajani: “Con Conte sintonia su riforma di Dublino”
“Nel bilaterale che oggi ho avuto con il premier italiano Giuseppe Conte ci siamo soffermati sulla questione migrazione ed in modo particolare sulla necessità della riforma del regolamento di Dublino e su questo argomento mi sembra che ci sia stata sintonia, almeno così l’ho interpretata io dopo avere ascoltato Conte nel corso del suo intervento”. Lo ha il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.  “Tutti e due siamo convinti che Dublino debba essere riformata, perché sono norme obsolete che non sono più idonee ad affrontare la situazione attuale”, ha aggiunto Tajani.

17.23 – Belgio: “Veto Italia? In Ue abituati a minacce”
“Abbiamo l’abitudine nei negoziati” Ue “a 27 o 28 che ci siano in un momento o l’altro minacce o discorsi muscolari”, ma “quel che conta è avere la capacità di assumere responsabilità”, perché “è ben più coraggioso prendere decisioni che non prenderne”. Così il premier belga Charles Michel a chi gli chiedeva della minaccia dell’Italia di mettere il suo veto alle conclusioni del vertice Ue sui migranti se non verranno accolte le sue richieste.

17.04 – Fonti italiane all’Ansa: “Negoziato sull’intero pacchetto o niente trattativa sui movimenti secondari”
Nel dibattito sui migranti “o si discute l’insieme del pacchetto presentato dall’Italia, oppure non si apre la trattativa. Di certo è escluso che si possa parlare di movimenti secondari, senza un discorso complessivo su tutti i punti della nostra proposta”. Lo si apprende da fonti italiane che spiegano così come l’Italia intende affrontare il negoziato sui migranti, tornando a ribadire – come precisato dallo stesso premier – che il “veto non è escluso”.

16.48 – Tajani: “Stanziare sei miliari di euro per il corridoio libico”
“Ho illustrato” al Consiglio europeo “la mia proposta avere degli stanziamenti di sei miliardi di euro per risolvere il problema del corridoio libico, simile a quella sul corridoio balcanico e la prima risposta positiva l’ho ricevuta dal Commissario europeo Oettinger che ha detto che è ragionevole”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani in merito al dossier migranti.

16.31 – Juncker: “Da anni chiedo solidarietà per l’Italia, ora verrà fatto”
“Non sono preoccupato per il veto, ma per la situazione sulle coste italiane: dobbiamo dimostrare solidarietà. Sono anni che mi spendo per questo e verrà fatto”. Così il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker risponde, a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles, alla domanda se sia preoccupato per il ‘vetò che l’Italia potrebbe porre (il premier potrebbe decidere di non condividere le conclusioni del Consiglio Europeo) se non dovesse ottenere aperture sulla condivisione della responsabilità per gli sbarchi dei migranti arrivati via mare.

16.24 – Merkel: “Sulle piattaforme non decidiamo da soli”
In materia di migrazioni, “molto è stato fatto, ma discuteremo della protezione delle frontiere esterne. Da parte mia, vorrei dire che possiamo considerare l’idea di tentare di far attraccare le navi in altri Paesi, per esempio nel Nordafrica, ma dobbiamo prima discuterne con loro: non possiamo deciderlo da soli”. Lo ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel, a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles.

16.07 – Conte: “Non accetteremo compromessi al ribasso”
“Oggi capiremo se davvero l’Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Compromessi al ribasso non li accetteremo. L’Italia la sua buona volontà l’ha sempre dimostrata”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte prima dell’avvio del vertice.

15.52 – Macron: “Parlerò con il gruppo di Visegrad e con Conte”
“Ora discuterò con il gruppo di Visegrad, discuterò con il primo ministro italiano e sono convinto che alla fine della giornata potremo arrivare a dei risultati”. Lo afferma il presidente francese Emmanuel Macron, a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles. Che cosa le fa pensare che ci riuscirà? “Prima di tutto – continua – perché sono un ottimista e poi perché penso che sia l’interesse fondamentale di tutti i membri dell’Ue: nessuna soluzione può essere solo nazionale e non cooperativa. Penso che la nostra soluzione comune debba essere basata sull’Europa e sulla cooperazione, con i rapporti con i Paesi terzi, la protezione dei nostri confini e una maggiore solidarietà tra gli Stati membri”.

15.19 – Irlanda: “Prenderemo altri 2mila rifugiati da Italia e Grecia”
L’Irlanda prenderà “altri 2mila rifugiati da Italia e Grecia”, oltre a quelli già presi, e metterà “15 milioni di euro nel Trust Fund per l’Africa, il terzo contributo procapite più alto dell’Ue”, oltre a rafforzare la sua partecipazione all’operazione Sophia. Lo ha annunciato il premier irlandese Leo Varadkar al suo arrivo al vertice Ue, sottolineando che anche se per i migranti oggi “si tratta di una crisi politica” dato che i numeri degli arrivi sono bassi e “un mezzo di grande successo elettorale, comunque dobbiamo dare una risposta a questa realtà”.

15.01 – Sanchez: “Italia non scelga un’azione unilaterale”
“Il governo italiano dovrebbe pensare meglio se un’azione unilaterale sia davvero la strada giusta da percorrere. Io sono per la cooperazione”: lo ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, in risposta ad una domanda sulla chiusura dei porti italiani alle navi che ospitano migranti, in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. “La retorica dell’odio di qualche politico italiano può forse avere effetto alle elezioni, ma in risposta ad una crisi umanitaria, com’è quella in cui ci troviamo, non è adatta”, ha proseguito il premier spagnolo. Alla domanda se al vertice europeo di Bruxelles è realistico aspettarsi risposte comuni, Sanchez ha risposto “credo di si” perchè “è necessario che alcuni Stati assumano un ruolo principale nei confronti dei paesi di transito.

14.43 – Macron: “Difendo le soluzioni europee”
Al vertice Ue sulla questione migranti “l’alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee” all’interno delle regole Ue e di Schengen “alle frontiere europee, fuori delle frontiere europee e in seno all’Ue sulla base dei principi di responsabilità e solidarietà”. Così il presidente francese Emmanuel Macron al suo arrivo, sottolineando che il problema migranti “non è nuovo” e l’Ue “lo vive dal 2015”.

13.56 – Kurz: “Piattaforme un’idea molto realistica”
“L’ipotesi delle piattaforme o dei centri di sbarco per i migranti mi sembra un’idea molto realistica, un punto di svolta nella politica migratoria” europea. Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz entrando al vertice Ppe a Bruxelles. Sulla riforma del diritto di asilo, ha detto che l’Austria chiede che si “mantengano” le regole di Dublino fino a quando non ci siano altre regole migliori.

13.00 – “Nel 2018 la Germania ha rimandato in Italia circa 1400 richiedenti asilo”
La crisi interna al governo tedesco ruota in particolare sul punto dei movimenti secondari. Merkel ha bisogno di ottenere una vittoria su questo fronte, per placare le mire del ministro dell’Interno bavarese Horst Seehofer. Il leader della Csu nel suo piano sull’immigrazione vuole inserire infatti il respingimento al confine tedesco dei richiedenti asilo già registrati in un altro Paese Ue, che spesso è l’Italia. La cancelleria cerca di impedirglielo e se non dovesse trovare un’intesa a Bruxelles rischia la frattura definitiva e la fine del suo governo.

Nei primi cinque mesi del 2018 la Germania ha già rimandato nei Paesi Ue di primo approdo 4100 migranti. Lo rivela il quotidiano Suddeutsche Zeitung, che pubblica i dati forniti dal governo federale in risposta a un’interrogazione del gruppo parlamentare Die Linke. E di questi, più di un terzo sono tornati in Italia: in totale 1400 richiedenti asilo. Il quotidiano bavarese fa anche un paragone con il 2017, quando in tutto l’anno erano stati 7102 i migranti rimandati dalla Germania in un altro Paese Ue. I numeri dei respingimenti sono quindi già in crescita, sottolinea la Sz: nel 2016 erano il 13% del totale delle procedure, da gennaio a maggio 2018 sono arrivati essere il 38 per cento.