Pubblicate sul Blog delle Stelle le norme che regolano "il trattamento economico del portavoce 5 stelle". E che sono state elaborate dopo lo scandalo rimborsopoli scoppiato prima del voto del 4 marzo: "Diventino obbligo di legge per tutti i partiti". Le disposizioni nella loro parte generale devono essere estese anche agli eletti a Bruxelles e nei parlamenti regionali. Ma ancora non è chiaro come applicare le stesse a diverse istituzioni
Scompaiono del tutto o quasi gli scontrini delle rendicontazioni degli eletti 5 stelle in Parlamento concedendo un forfait di 3mila euro per le spese, si fissa una quota minima di restituzione e si stabilisce un tetto all’indennità mensile che è possibile percepire. Sono state pubblicate sul Blog delle Stelle le nuove regole per i rimborsi dei portavoce M5s, elaborate dal comitato di garanzia dopo lo scandalo rimborsopoli sollevato da le Iene prima del voto del 4 marzo. Un tentativo di portare ordine e stabilire delle regole uguali per tutti. Tanto che, si legge, il trattamento economico, nelle sue indicazioni generali, è destinato anche a eurodeputati e consiglieri regionali. E’ questa una novità molto importante perché attualmente gli eletti a Bruxelles restituiscono semplicemente una quota simbolica di mille euro al mese, perché, si erano giustificati fino a questo momento, le spese da sostenere sono più alte. Ancora non è stato chiarito come le regole possano essere uniformate per tutti, vista la differenza delle indennità e delle regole tra le varie istituzioni. Infine, per il momento le restituzioni andranno al fondo per il Microcredito, come nella scorsa legislatura, ma si valuterà altra destinazione “anche successivamente a una votazione sulla piattaforma Rousseau”.
In generale, si legge, “ciascun parlamentare italiano, europeo, consigliere regionale”, percepirà: un’indennità massimo di 3.250 euro netti mensili, ridotta in base alle assenze. L’assegno di solidarietà, o di fine mandato, dovrà avere un tetto di 15mila euro netti per 60 mesi di mandato. Inoltre, secondo il documento pubblicato in rete, il portavoce dovrà “rinunciare a ulteriori indennità e rimborsi in relazione a ulteriori cariche assunte”. Dovrà quindi impegnarsi, “per una questione di equità, dignità e di giustizia sociale nel promuovere provvedimenti di carattere regolamentare e/o legislativo al fine di applicare per sé, e per tutti gli eletti, un trattamento previdenziale calcolato esclusivamente sulla base dei contributi effettivamente versati”. Come ad esempio la delibera Fico illustrata ieri alla Camera che prevede il taglio dei vitalizi. In generale, il portavoce dovrà “indicare l’indennità percepita e ogni altro importo, a qualunque titolo ricevuto in ragione della carica ricoperta, sul portale Tirendiconto, pubblicando i relativi cedolini”.
Per quanto riguarda gli eletti nel Parlamento italiano, come annunciato sul Blog delle Stelle, da ora in poi i parlamentari grillini avranno a disposizione una quota forfettaria di spese pari a 3mila euro al mese, che scende a 2mila per i residenti a Roma. L’indennità massima mensile che potranno ricevere è fissata a 3.250 euro (a cui aggiungere i 3mila delle spese che comprendono vitto, alloggio, trasporti, telefono). Dovranno inoltre restituire un minimo di 2mila euro e versare 300 euro all’associazione Rousseau. Quello che rimane dei soldi ricevuti in quanto parlamentari sarà destinato alle spese per “collaboratori, consulenze, eventi e convegni” e alle spese per “gli eventi M5s”: questa parte dovrà essere rendicontata e l’eccedenza restituita. Viene infine fissato un limite all’assegno di fine mandato che sarà di 15mila euro netti per 60 mesi di mandato.
Ad annunciare le nuove norme è stato il Blog delle Stelle: “Nella scorsa legislatura”, si legge, “i parlamentari del Movimento 5 stelle hanno restituito oltre 23 milioni di euro finanziando il Fondo per il microcredito alle imprese. Nella nuova legislatura vogliamo fare ancora meglio, ed è per questo che il Comitato di garanzia ha approvato un nuovo Regolamento per il trattamento economico dei portavoce eletti nel Parlamento italiano, nel Parlamento europeo e nei consigli regionali”. Nel post si legge quindi l’intenzione di estendere le regole del Movimento anche agli altri partiti: “Vogliamo che il nostro esempio virtuoso diventi presto obbligo di legge, estendendo la nuova disciplina economica a tutti gli eletti di tutti i partiti ed eliminando finalmente gli odiosi privilegi della politica. Con il M5s al governo possiamo realizzare ciò che abbiamo sempre sognato”. E si conclude: “L’obiettivo è lo stesso di sempre, cioè garantire il corretto utilizzo dei soldi pubblici nel rispetto dei contribuenti, ma il nuovo regolamento ci aiuterà a raggiungerlo con ancora maggiore efficienza. I risparmi così ottenuti ci consentiranno di finanziare diverse iniziative di natura sia politica che economica. Anche nella XVIII legislatura il Movimento 5 stelle dimostrerà che una politica a costo zero è possibile e desiderabile”.