A febbraio 2017 la percentuale di contrari era al 65 per cento. La metà degli intervistati dall'istituto Ixè, però, crede che l'Italia "dovrebbe accettare solo una quota prefissata di immigrati". A proposito dell'accoglienza, 2 italiani su 3 preferiscono il sistema diffuso alle "grandi strutture concentrate" come i Cara o i Cie. E le cooperative? Il 57 per cento non ne apprezza l'operato
Italia spaccata in due sul respingimento dei barconi. Rispetto a febbraio 2017, quando a essere contrario era il 65 per cento degli italiani, ora quasi 1 su 2 si dice favorevole a impedire ai migranti di lasciare le coste nordafricane per tentare la traversata del Mediterraneo. Lo rivela un sondaggio dell’istituto di ricerca Ixè realizzato per UeCoop. Ma a essere in discussione non è l’immigrazione tout court: il 56 per cento degli intervistati, infatti, crede che l’Italia “dovrebbe accettare solo una quota prefissata di immigrati, respingendo o mandando in altri Paesi europei gli altri in eccesso”. Solo il 21 per cento è per una chiusura totale delle porte, mentre la stessa percentuale è convinta del contrario.
Secondo il sondaggio di Ixè – realizzato su un campione di 1000 individui – la maggioranza degli italiani è quindi tollerante verso un’immigrazione “controllata”. Lo testimonia anche la percentuale di chi dice che “gli immigrati sono una risorsa per il Paese”, cioè la metà degli intervistati, in aumento rispetto al 42 per cento registrato nel dicembre 2017. In calo dal 40 al 32 per cento chi sostiene che rubino “il lavoro e le opportunità agli italiani” e scende anche la percentuale di coloro che sono d’accordo con l’idea che portino “solo criminalità“. Se nel febbraio 2017 lo pensava il 21 per cento degli intervistati, il dato è aumentato nel dicembre dello scorso anno fino al 38 per cento per poi tornare a calare a quota 29.
A proposito delle modalità di accoglienza, spiega l’istituto di ricerca, 2 italiani su 3 preferiscono che i migranti siano “distribuiti sul territorio nazionale in strutture di piccole o medie dimensioni” (il cosiddetto sistema di accoglienza diffusa), mentre il 32 per cento è favorevole alle “grandi strutture concentrate” come i Cara o i Cie. In generale, però, il 57 per cento degli intervistati giudica in modo “poco positivo” o “per niente positivo” l’operato delle cooperative nella gestione del fenomeno migratorio. Consenso largo per l’idea che tutti gli immigrati debbano “frequentare obbligatoriamente un corso di lingua italiana” durante la permanenza in Italia: si tratta dell’83 per cento degli intervistati.
In tema di lavoro è in aumento chi è favorevole a impiegare “gli immigrati in attività di pubblica utilità, gratuitamente e per un periodo limitato di tempo, in cambio dell’accoglienza”. Dice sì il 79 per cento, contrario il 16, mentre il 5 per cento risponde “non saprei”. Altrettanto alto – al 65 per cento – è il consenso di chi vorrebbe istituire dei tirocini gratuiti nelle aziende per far imparare un mestiere agli immigrati. Fra le domande poste dall’istituto Ixè c’è infine l’ipotesi di approfittare dell’immigrazione per combattere lo spopolamento del territorio e recuperare i borghi abbandonati. Favorevole il 53 per cento degli intervistati, contrario il 34.