Non è la classifica nazionale dei disonesti, ma le sorprese non mancano. L’Anac presenta oggi il terzo Rapporto Annuale sul whistleblowing e ilfattoquotidiano.it è in grado di anticipare che il tasso di segnalazioni è raddoppiato rispetto all’anno scorso, che la Roma Capitale di Virginia Raggi e degli scandali batte la sobria Milano di Beppe Sala con metà delle denunce interne per fatti di presunta corruzione e illegittimità varie. Che la Rai, la Tv di Stato, primeggia tra le aziende pubbliche monitorate (53 segnalazioni), seguita da Leonardo (27). In cima alla top40, con 56 segnalazioni, si staglia invece l’Agenzia delle Entrate – manco fosse zeppa di finanzieri – con quasi dieci “soffiate” al mese. Difficile, come per tutti gli altri casi, indicare se questi numeri indichino una maggiore propensione a delinquere o a una minore denunciare, anche perché fanno fede le risultanze processuali o amministrative dei singoli casi. I numeri, neutri, fotografano così la situazione.
Sono in tutto 40 le amministrazioni analizzate dall’Anac nei primi sei mesi dell’anno per monitorare l’applicazione della legge sul whistleblowing introdotta nel 2017 a tutela dei dipendenti che segnalano reati e irregolarità sul posto di lavoro. I dati sui fascicoli aperti nel primo semestre 2018 saranno presentati questa mattina, per la prima volta, al Minsitero per i Beni Culturali, scelta legata al convincimento di Raffaele Cantone che corruzione e malaffare nella pubblica amministrazione si combattano con un deciso salto culturale. Alla presentazione intervengono il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e il presidente di Transparency International Italia Virginio Carnevali. Ospite d’eccezione Andrea Franzoso, l’ex dipendente delle Ferrovie Nord di Milano che denunciò il malaffare e venne bollato e punito come delatore: con le sue denunce diede impulso all’approvazione di una legge ad hoc firmata dalla grillina Francesca Businarolo col sostegno del Pd. I numeri essenziali che verrano snocciolati e discussi nel corso dell’evento certificano prima di tutto lo stato di salute del nuovo strumento di ascolto e tutela di chi denuncia ma anche la diffusione sconcertante di pratiche illegali nella principali amministrazioni del Paese.
Nel primo semestre, infatti, le segnalazioni sono state 334 con altrettanti fascicoli aperti dall’Anac che ha competenza sulla loro verifica, competenza per la quale ha predisposto un ufficio dedicato che può anche comminare sanzioni da 5 a 30mila euro a chi discriminare il denunciante e da 10 a 50mila in caso di mancata analisi delle segnalazioni ricevute. Che sono tante, tantissime: più di due al giorno in media (66,8 mese). Erano 364 nel 2017, una al giorno in media ma su 12 mesi, 174 nel 2016 e 125 nel 2015. Le tipologie di reato più ricorrenti riguardano ritorsioni (25% tra demansionamenti o trasferimenti illegittimi), corruzione vera e propria (22%) e appalti illegittimi (17%).
Tra le amministrazioni centrali sorprende il dato dell’Agenzia delle Entrate con le 56 segnalazioni citato all’inizio, anche perché il Mef da cui dipende ne ha “generate” soltanto 10, la sua agenzia – dunque – cinque volte di più. Segnalazioni da prendere poi molto sul serio, visto che nel 2017 si sono concluse con arresto dei dipendenti alcune indagini penali avviate proprio in seguito a segnalazione di comportamenti contrari ai doveri d’ufficio, accesso abusivo ai sistemi informativi, abuso della 104 e della malattia, vessazioni e quant’altro. Delle nuove già si può dire che quattro sono finite con una segnalazione al direttore regionale competente, 11 alle Procure, 23 sono state archiviate e 18 sono in corso di istruttoria.
Tra i ministeri spicca poi quello del Lavoro con 5 segnalazioni. Nella top 40 la seconda in classifica è la Rai con 53 segnalazioni, di cui 21 anonime (undici sono in fase istruttoria, 10 hanno portato ad archiviazioni, 32 chiuse). Altro dato inatteso: tra le città Milano di Giuseppe Sala primeggia in segnalazioni sulla Roma Capitale di Virginia Raggi con 19 a 11. Palermo le batte entrambe con 21 segnalazioni. C’è anche la Consip, dove la grande inchiesta che ha coinvolto perfino il governo Renzi ha in qualche modo favorito l’emersione di casi segnalati, 11 da inizio anno, insieme al fatto che l’azienda ha aperto la possibilità di effettuare segnalazioni anche a soggetti esterni come gli operatori economici che partecipano alle gare.
Rilevante appare la distribuzione geografica delle segnalazioni: 108, cioé il 32% arrivano dal Nord, 143 dal Sud (42%) e dal Centro 73 equivalenti al 21%. Due, infine, dall’estero. Di sicuro Cantone chiuderà il suo intervento segnalando alla politica le criticità rilevate a tre anni dalla legge: in cima alla lista la scarsa qualità delle segnalazioni, la poca fiducia nello strumento di protezione, l’eccesso di casi personali che esulano dalla legge contro la corruzione.