La modifica consente di sanare lievi difformità edilizie (fino al 5% dell'altezza o della cubatura) e avviare al tempo stesso l’iter per ottenere il contributo per la ricostruzione. Fatto salvo il pagamento della sanzione. Stefano Patuanelli, capogruppo M5s in Senato che ha firmato l'emendamento votato anche da Pd e Leu: "Interventi consentiti solo se conformi agli strumenti urbanistici e ai regolamenti. Non sbucheranno verande o garage"
Legambiente chiede di cancellare l’emendamento perché “crea un pericoloso precedente per ogni intervento ricostruttivo a seguito di calamità naturali”. Il capogruppo in Senato del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli, che l’ha firmato, parla di “disarmante opera di mistificazione fatta oggi da Repubblica“, che ha sollevato il caso con un articolo di Sergio Rizzo intitolato Arriva il condono salva abusi per le zone terremotate, e minimizza spiegando che la norma “mira esclusivamente a alleggerire alcuni passaggi burocratici per procedere alla ricostruzione di un edificio”. Il caso riguarda un passaggio aggiunto al decreto terremoto approvato giovedì dal Senato, che contiene “ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016″.
L’emendamento di Patuanelli, approvato in aula anche con i voti di Pd e Leu, consente di sanare lievi difformità edilizie – quelle fino al 5% dell’altezza o della cubatura – realizzati prima del 24 agosto 2016 e accedere contestualmente all’iter per ottenere il contributo per la ricostruzione e riparazione degli edifici privati. Il tutto anche se il proprietario dell’immobile è diverso dal responsabile dell’abuso. È “fatto, in ogni caso, salvo il pagamento della sanzione” prevista dal Decreto del presidente della Repubblica 380 del 2001 “il cui importo non può essere superiore a 5.164 euro e inferiore a 516 euro, in misura determinata dal responsabile del procedimento comunale in relazione all’aumento di valore dell’immobile valutato per differenza tra il valore dello stato realizzato e quello precedente l’abuso”.
Legambiente contesta la norma definendola “vecchio e abusato condono edilizio, votato anche dall’opposizione”. “In questo modo”, continua la nota del vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini, “si riaprono i termini di quello che speravamo fosse l’ultimo sciagurato condono edilizio del 2003”. Questa sanatoria, “crea un pericoloso precedente per ogni intervento ricostruttivo a seguito di calamità naturali che purtroppo in Italia sono sempre frequenti. E soprattutto apre un varco per sanare anche i ben più gravi e pericolosi abusi edilizi compiuti ad Ischia, colpita dal sisma nel 2017. Si tratta di una soluzione illusoria e sbagliata per un Paese bello e soprattutto fragile come l’Italia”. In attesa che il decreto arrivi a metà luglio in discussione a Montecitorio, Legambiente chiede ai deputati di modificarlo cancellando l’emendamento sottolineando che “se è vero che gli abusi che si vogliono sanare sono stati ereditati, vecchi di decenni, la data del 2003 copre abbondantemente i lavori di ristrutturazione fatti precedentemente”.
Patuanelli dal canto suo in una nota scrive che “non c’è stato nessun disco verde in tema di abusi edilizi. Il passaggio su cui batte senza cognizione il giornale è del tutto frainteso: tutti gli interventi contenuti nel progetto di ricostruzione – necessario per l’accesso al contributo – comprese le eventuali piccole difformità, potranno essere consentiti solo se conformi agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi e solo se rispetteranno tutti i criteri di adeguatezza sismica e di compatibilità con le norme di dissesto idrogeologico e paesaggistiche“. Quindi “non sbucheranno verande a caso o garage qua e là come se fossero funghi, né ad ogni finestra corrisponderà un nuovo balcone, come il pezzo” di Repubblica “sembra lasciare intendere nel suo grande lavoro di fantasiosa interpretazione. Semmai l’emendamento mira a fare chiarezza su controlli e perizie, aspetto sin qui del tutto assente nei precedenti provvedimenti varati sul tema”.
Il provvedimento, approvato con 204 sì, un solo no e 56 astenuti, prevede tra il resto la proroga della struttura commissariale fino al 2021, dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018 (con uno stanziamento di 300 milioni) e l’inserimento nel cratere di cinque nuovi comuni, Catignano, Civitella Casanova e Penne in provincia di Pescara, Penna Sant’Andrea e Basciano in provincia di Teramo. Ma contiene anche norme riguardanti tasse e contributi: la proroga della scadenza della cosiddetta ‘busta paga pesante‘, la proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti tributari e contributivi e il posticipo del rimborso da parte di lavoratori dipendenti e pensionati a gennaio 2019. A gennaio riprenderà anche il pagamento dei premi di assicurazione e dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro. Il canone Rai viene sospeso fino al 31 dicembre 2020 mentre è prorogato al 31 dicembre di quest’anno il termine per la presentazione delle domande per la ricostruzione privata. Arriva poi la regolarizzazione delle strutture provvisorie realizzate sui terreni di proprietà e una serie di misure per la tutela dei familiari delle vittime dei terremoti del 2016, del 2012 e del 2009: è previsto un indennizzo di 5mila euro, che salgono a 40mila se la vittima era un minore.