Nel 2016, il Comune si dota appunto di un regolamento per essere trasparenti ed eticamente ineccepibili. Ma il 15 giugno ha scelto Alessandro Guadagnolo per guidare la società dei rifiuti: due giorni prima era stato rinviato a giudizio in un'indagine relativa al depuratore. Il sindaco al Fatto.it: "In realtà il problema è molto più ampio di quello che si può indicare come una violazione del codice etico"
L’amministrazione comunale approva con una delibera un regolamento etico, ma un anno e mezzo dopo sembra averlo dimenticato. Accade a Trani, dove il 27 dicembre 2016, citando in delibera Don Ciotti come ispiratore e le buone pratiche in politica, il Comune si dota appunto di un regolamento per essere trasparenti ed eticamente ineccepibili e la Città aderisce all’organizzazione Avviso Pubblico. Ma il 15 giugno del 2018, deve aver dimenticato quegli impegni natalizi.
Nell’articolo 19 del regolamento etico, infatti, gli amministratori si impegnano a non nominare in incarichi presso Comune e partecipate rinviati a giudizio o condannati per molteplici reati contro la pubblica amministrazione. Un’idea apprezzata da molti nella città pugliese e rimbalzata parecchio sui media. Tra i reati elencati – oltre a quelli di mafia e corruzione – c’è anche quello di truffa, usura e traffico di rifiuti illecito. Ma quando lo scorso 15 giugno viene nominato l’amministratore unico della locale Amiu, la municipalizzata che si occupa di rifiuti e discarica, l’ingegnere Alessandro Guadagnolo, l’amministrazione non ricorda il regolamento etico ed i suoi vincoli.
L’ingegnere è stato da soli 2 giorni (il 13 giugno) rinviato a giudizio dal Tribunale di Trani per truffa ai danni proprio del Comune di Trani in un processo relativo al depuratore. Nello stesso processo il Comune si è costituito parte civile, ma due giorni dopo nomina uno dei tre rinviati a giudizio a capo della sua più importante municipalizzata. Insomma il regolamento etico ormai è in soffitta ed il presidente di “Avviso Pubblico”, Roberto Montà, dichiara a Ilfattoquotidiano.it: “Lungi da noi dal voler dare certificazioni preliminare di eticità ai Comuni che adottano la Carta di Avviso Pubblico” ed aggiunge che “ogni amministratore che l’abbia sottoscritta si è auto-vincolato a rispondere a tutte le ragionevoli richieste di chiarimento in merito alla coerenza della propria condotta con gli impegni assunti”. In caso “venissero riscontrate violazioni – e se dunque la Carta del regolamento etico risultasse essere stata strumentalizzata come mero strumento di ‘cosmesi etica’ – ne sarebbe gravemente minata la sua credibilità”.
Ed infatti il regolamento funziona, perché 4 interrogazioni urgenti (Libera, M5S, una consigliera civica, la Lega, e 5 consiglieri di maggioranza) sono arrivati al sindaco di Trani del Pd, Amedeo Bottaro, con l’accusa di aver violato, con questa nomina condivisa dai partiti di maggioranza, gli impegni etici assunti dall’intero Consiglio comunale. Al Fatto.it, il sindaco risponde: “In realtà il problema è molto più ampio di quello che si può indicare come una violazione del codice etico. Di fatto, l’amministratore aveva dato la sua indisponibilità ad una riconferma. Io gli ho chiesto di non abbandonarci subito, ma di traghettarci portando a compimento alcune cose che oggi sono fondamentali per la nostra città, ovvero, lo start up della raccolta differenziata e la scissione societaria di Amiu, che fino ad oggi sono state seguite dal Guadagnolo e che con la cessazione dello stesso si sarebbero inesorabilmente bloccate”.