Nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra il Gay Pride, da Pompei arriva una rassicurazione per il mondo Lgtb. “Sono qui per testimoniare il mio sostegno e quello del Governo. So che in una parte del Governo non c’è la stessa sensibilità ma l’Italia non tornerà indietro, non si perderanno i diritti conquistati”, annuncia il sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora (M5s), che partecipa al Pompei Pride. “Nel contratto di governo non ci sono questioni riguardanti il mondo Lgbt, ma convocherò prestissimo le associazioni di settore per avviare un percorso di ascolto e confronto“. In serata arriva però l’altolà del ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, che ha fatto parlare di sé per aver negato che “esistano” le famiglie arcobaleno: “Con tutto il rispetto, il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del governo, né tantomeno della Lega“, ha scritto l’esponente del Carroccio su facebook. “Per quanto ci riguarda, la famiglia che riconosciamo e sosterremo, anche economicamente, è quella sancita e tutelata dalla Costituzione“.
A chi gli aveva chiesto se qualcuno si fosse opposto alla sua partecipazione all’iniziativa Spadafora aveva risposto: “Nessuno mi ha chiesto di non esserci, altro che veti“.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni dal canto suo ha commentato quanto detto da Spadafora scrivendo su Facebook: “Ha ragione a dire che i ‘diritti in Italia non si perderanno’: il più importante di questi è il sacrosanto diritto di un bambino ad avere un padre e una madre”. La Meloni ha aggiunto che il suo partito chiede al governo un impegno chiaro per difendere questo diritto e sancirlo in Costituzione perché “nel silenzio del legislatore, l’ideologia di certi tribunali e di certi sindaci sta sostanzialmente autorizzando la pratica dell’utero in affitto e l’adozione da parte delle coppie omosessuali”.
A poco più di venti chilometri dalla città che ospita il santuario mariano è arrivata poi la notizia che il primo cittadino di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno (Pd), che due anni fa si è unito civilmente al suo compagno, ha ricevuto una busta contenente due proiettili inesplosi e un foglio di carta con su scritto “gay di m… dimettiti o facciamo del male a te e alla tua famiglia”. “Ad indagine in corso non è opportuno entrare nei dettagli di quanto accaduto – dice il primo cittadino – i miei concittadini devono comunque sapere che io non farò passi indietro sulla strada della legalità. Esprimo fiducia negli inquirenti e ringrazio quanti mi stanno mostrando solidarietà in queste ore”. Sull’episodio indagano i carabinieri.
Intanto a Milano stanno sfilando oltre 250mila persone. In piazza Oberdan l’evento finale con Drusilla Foer, sul palco insieme a Fabio Marelli. Ci sarà anche Jo Squillo, mentre gli ospiti principali della giornata saranno Benji& Fede. Dal palco parlerà anche il sindaco Giuseppe Sala, dopo aver sfilato per una parte del corteo. Il corteo con carri, bandiere arcobaleno e palloncini è aperto dallo striscione con la scritta #civilimanonabbastanza. Questo il tema scelto per l’edizione 2018 del Pride. Le associazioni del Coordinamento Arcobaleno di Milano scendono in piazza, spiegano, “per denunciare come ancora oggi viviamo in un contesto sociale, politico e culturale in cui, spesso, alcune parti della società ci appaiono costantemente attive a promuovere odio e divisioni“. Tra i partner della festa c’è anche Coca Cola, che per l’occasione ha realizzato una lattina in edizione limitata con la scritta ‘Love’ in sostituzione del logo. Netflix ha invece sponsorizzato la decorazione con i colori dell’arcobaleno della fermata della metropolitana di Porta Venezia.
I valori e i diritti espressi da una manifestazione come quella del gay pride “non devono avere lo spazio di una giornata ma devono esserci tutto l’anno“, ha sottolineato il sindaco Giuseppe Sala a margine del corteo. “Chi crede in questi valori deve esserci tutto l’anno. È giusto sponsorizzare giornate come queste ed è giusto esserci ma dobbiamo trovare una formula perché ci sia condivisione sempre”. “La chiamata è rivolta a tutti quelli che vogliono essere partecipi della lunga battaglia per la difesa dei diritti, – ha continuato – delle diversità e della loro valorizzazione”. Sala e l’assessore alle Politiche sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino, hanno confermato che a Milano sta per nascere la prima casa rifugio per ragazze e ragazzi omosessuali costretti a lasciare il luogo dove sono cresciuti perché rifiutati, non accettati dalla famiglia o da qualcuno che li ha discriminati e isolati a causa del loro orientamento sessuale. Lo stabile di via Sommacampagna, dopo la ristrutturazione, potrà ospitare fino a cinque persone. I promotori del progetto sono la cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” e l’associazione “Cig Arcigay Milano”. “È un percorso lungo, c’è ancora molto da fare – ha detto Sala – a Milano l’ultimo passaggio che ritengo importante è quello di un bene confiscato alle mafie che andrà alla comunità Lgbt”. Milano “non è l’isola felice ma l’avamposto organizzato da cui fare ripartire la riscossa dei diritti”, ha concluso Majorino.