I contratti a termine potranno durare massimo 12 mesi. Poi, per essere rinnovati, bisognerà indicare una causale specifica: cioè il motivo per cui non diventano a tempo indeterminato. E anche in quel caso si potranno prorogare al massimo altri 12 mesi. È quello che prevede il decreto dignità approvato dal Consiglio dei ministri poco dopo le 22 e 30.
“È guerra al precariato, licenziamo il Jobs act“, dicevano fonti dell’esecutivo nel pomeriggio. A Palazzo Chigi, dunque, non hanno fatto breccia le critiche di Confidustria, che con il presidente Vincenzo Boccia aveva definito la scelta di aumentare il costo dei contratti a termine come “un errore perché l’occupazione non si genera irrigidendo le regole. Sono solo elementi formali che non porteranno alcuna positività, compresa anche l’idea sulle causali“. Che invece viene confermata nel decreto approvato dal Cdm. Come confermato è il costo contributivo in più (lo 0,5%) che avrà ogni rinnovo contrattuale. Confermate nel decreto anche le misure per combattere la ludopatia, come il divieto di fare pubblicità per le società di giochi e scommesse e le sanzioni alle aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto aiuti di Stato. “Abbiamo vietato la pubblicità per il gioco di azzardo, c’è chi è preoccupato per i contratti in essere gli abbiamo dato un pò di tempo per risolverli. Siamo il primo Paese in Europa a farlo, mettiamo per la prima volta al centro le persone”, ha commentato Luigi Di Maio su facebook poco dopo l’approvazione del decreto.
Di Maio: “Waterloo del precariato” – “Grazie al nostro decreto – ha detto il vicepremier – si disattiva il redditometro. Lo spesometro prevede adesso un solo adempimento all’anno, a fine anno e basta e non più quelle comunicazione trimestrali. E lo split payment non esiste più per i professionisti: che significa dargli un po’ di liquidità in tasca. Per quanto riguarda la lotta al precariato questa è la Waterloo del precariato: è finita l’epoca del precariato senza alcun tipo di ragione. Non possiamo rinnovare i contratti a tempo determinato all’infinito. Poi dovremmo abbassare il costo del lavoro e lo faremo a fine anno nella legge di bilancio. Le delocalizzazioni? L’ho detto per anni e lo abbiamo fatto. Chi delocalizza ci deve dare i soldi con gli interessi”.
Contratti a termine: tetto massimo 12 mesi senza causale – In effetti la parte principale del decreto è quella intitolata “Vita breve per i contratti a termine“: si passa dalla durata di 36 mesi al massimo 12 mesi senza causale. Dopo i 12 mesi, si può rinnovare soltanto per un massimo di altri 12 mesi, ma con obbligo di indicare la causale. Cioè il motivo per cui il contratto non diventa a tempo indeterminato. Confermata la possibilità di prorogare i contratti a termine diminuisce da 5 a 4 fermo restando la durata massima di 24 mesi. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Nasp. Inseriti inoltre “importanti” disincentivi ai licenziamenti ingiusti con l’aumento del 50% dell’indennizzo che può arrivare anche a 36 mensilità. Per i lavoratori interinali, spiegavano nel pomeriggio fonti del governo, è prevista l’estensione delle stesse tutele degli altri lavoratori.
Stop a spot di gioco d’azzardo: salva la Lotteria Italia – Restano identiche o quasi anche le misure per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo e per sanzionare le aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto aiuti di Stato. Nella nuova bozza ci sarà anche l’annunciata stretta sulla pubblicità di giochi e scommesse contro l’azzardopatia, fatti salvi però i contratti in essere e le lotterie a estrazione in differita, come la Lotteria Italia. Nella bozza, però, si precisa che lo stop non vale anche per “i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Confermate le sanzioni, che si applicheranno “de futuro”, al 5% del valore ma con un minimo di 50mila euro.
Multe a imprese che delocalizzano entro 5 anni – Leggermente rivista poi la norma sulle delocalizzazioni che farà scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano “entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. Una prima versione indicava un arco temporale di 10 anni. Nel dettaglio, dunque, il decreto Dignità prevede che “l’impresa beneficiaria” dell’aiuto pubblico “decade dal beneficio concesso ed è sottoposta, inoltre, a sanzioni pecuniarie di importo da due a quattro volte quello del beneficio fruito”. La stretta resta sia per chi lascia l’Italia per un Paese extraeuropeo sia per chi trasferisce l’attività, anche in parte, in uno dei Paesi dell’Unione. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. La nuova norma sulle delocalizzazioni, si sottolinea nella relazione che accompagna il testo, è compatibile, “in continuità” con la normativa europea che già pone diversi vincoli “nell’intento di contrastare il fenomeno della ‘caccia alla sovvenzionè e di scongiurare il rischio che la politica di coesione europea contribuisca ad incentivare la delocalizzazione produttiva delle imprese, determinando una distorsione collaterale e involontaria della concorrenza”.
Fisco più leggero – È stata invece modificata la parte dedicata alla semplificazione fiscale che si è molto ridotta rispetto alla versione precedente del decreto. La nuova versione del dl modifica il redditometro per quel che concerne le “Disposizioni in materia di invio dei dati delle fatture emesse e ricevute”, con “riferimento all’adempimento comunicativo di cui all’articolo 21, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 i dati relativi al terzo trimestre del 2018 possono essere trasmessi entro il 28 febbraio 2019”. La prossima scadenza era prevista per il 30 settembre prossimo. Abrogato poi lo split payment sull’Iva solo per i professionisti. Nella nuova versione del decreto non ci sarà la norma sull’abolizione dello staff leasing, cioè l’opzione che permette alle aziende di assumere persone a tempo indeterminato per poter poi girarle attraverso contratti di somministrazione. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza.
Approvato anche decreto su terra dei fuochi – Una prima versione del decreto era stata diffusa il 26 giugno scorso e doveva essere discussa dal consiglio dei ministri entro le 48 ore successive ma l’iter era stato rinviato di qualche giorno dopo che il governo aveva varato l’annunciata proroga della fatturazione elettronica per i benzinai. “Sta facendo il giro delle sette chiese, per ottenere delle bollinature, tutte cose che non conoscevo ma che sono importanti per carità ma che fanno parte di una serie di procedure molto complicate. Al massimo lunedì o martedì sarà approvato dal Consiglio dei ministri”, aveva spiegato Di Maio su facebook. E in effetti è arrivato il via libera da Palazzo Chigi. “In Consiglio dei ministri abbiamo approvato un decreto sulla terra dei fuochi“, ha detto poi Di Maio §
In Cdm anche decreto per dare navi alla Libia – Sempre il vicepremier ha annunciato il via libera anche a un dl “che fornisce le imbarcazioni alla guardia costiera libica”. “Con questo provvedimento diamo sostanza a rapporti di partenariato che risalgono al 2008 e che peraltro sono stati rinnovati l’anno scorso. Il dicastero che guido, attraverso le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, ci mette fino a 10 motovedette, più il training al personale per il loro utilizzo. Stiamo parlando di un impegno economico che sfiora gli 1,5 milioni, a fronte di un costo complessivo del provvedimento pari a circa 2,5 milioni. Dunque, il nostro è un apporto fondamentale”, commenta il ministro Danilo Toninelli dopo il Cdm. “Siamo consapevoli che questo non può bastare e che bisogna lavorare per stabilizzare lo scenario, rafforzare lo stato di diritto e la tutela della dignità delle persone sul suolo del nascente stato libico. Ecco perché stiamo via via intensificando la cooperazione con organizzazioni come l’Unhcr e l’Oim, che sono presenti a Tripoli”.