“Ho molto sofferto in questi giorni e ho toccato con mano la sofferenza”. Eleonora Brigliadori, secondo le sue parole “ridotta sul lastrico” a causa della mancata partecipazione a Pechino Express, continua a gridare con forza il suo dolore sui social. E lo fa con un post enigmatico, che ai più è apparso come una “supercazzola” difficile da decifrare. Direttamente dalla lapide che ricorda Scipione l’Africano, il militare che dopo aver ottenuto grandi successi militari venne accusato di tradimento dai suoi rivali, ecco le parole dell’ex annunciatrice televisiva che sembrano un congedo definitivo (ma da cosa?):
“Sapere spostarsi vuol dire sapere essere liberi senza rinnegare nulla. Ognuno di noi ha il dovere di attivare anche la parte più nascosta delle proprie risorse. Anche la nostra ruota di scorta. Ho molto sofferto in questi giorni e ho toccato con mano la sofferenza e la rabbia dei tanti che mi condividono senza travisarmi. In fondo penso che, accanto all’uso disonesto delle mie parole e dei miei gesti, io abbia chiesto troppo sforzo a qualcuno, e che non ho avuto la tempestività di valutarne, non la mala fede – che è incontrollabile – ma la mancata alfabetizzazione, rispetto al mio personale alfabeto, che tento di far conoscere da tempo. Mi sposto, dunque, come ulteriore gesto d’amore e come un arrivederci, a quando sarà più opportuno. Ma dove andrò? Lo so già: andrò dove esistono altri problemi, altri equivoci, altre difficoltà e, non possiamo nascondercelo, altre disonestà. Ci vedremo lì, nel posto dove abita l’Umanità libera, che vuole costruire. In fede”, il suo post.
Il personale alfabeto a cui fa riferimento la Brigliadori è probabilmente quello contestato con forza nelle ultime settimane sia dagli utenti del web sia dalla stessa Rai, che ha ritenuto “incompatibili” le sue teorie con un programma di servizio pubblico: un alfabeto scandito da metodi deliranti contro la chemioterapia, la medicina tradizionale e compagnia bella. “Ma in fede non si scrive per i morti?”, le chiede qualcuno. “A volte sarebbe il caso di ricordare anche la memoria dei vivi”, ribadisce lei, che da mesi si firma con lo pseudonimo Aaron Noel.