Nuovo record di occupati, soprattutto a termine e ultracinquantenni, ma anche disoccupazione giovanile sui livelli del 2012. L’Istat dà i dati, la politica li interpreta a proprio piacimento. E così l’exploit dei contratti a tempo determinato diventa oggetto di scontro tra l’attuale vicepremier Luigi Di Maio e l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per il primo non è una buona notizia: “È il boom del precariato“, dice in riferimento agli oltre 3 milioni di contratti a termine che a maggio hanno aggiornato i massimi. Per il secondo, invece, è tutto merito del Jobs Act, che “ha permesso di recuperare un milione di posti di lavoro, di cui più della metà a tempo indeterminato. E cosa dice il ministro del lavoro italiano, Di Maio? ‘Stasera smantelliamo il JobsAct‘. Fantastico”. Una polemica nata sui numeri.
I DATI DELL’ISTAT – Secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a maggio è calato al 31,9% (-1,0 punti percentuali su aprile): si tratta del valore più basso dal gennaio del 2012, quindi da oltre 6 anni. Anche se, va ricordato, il risultato si era già intravisto a marzo quando il tasso era arrivato poco sopra al 32 per cento. Il numero dei dipendenti a termine a maggio è salito ancora (+62 mila unità su aprile) portando il totale dei precari a quota 3,074 milioni. Una soglia che fa aggiornare di nuovo il record storico (le serie partono dal 1992). L’istituto di statistica ricorda che si tratta del quinto aumento consecutivo. Il 2018, in effetti, in maniera più marcata degli anni scorsi conferma una tendenza che dall’entrata in vigore del Jobs act nel marzo 2015 ha visto i contratti a termine aumentare di quasi 750mila unità. E così a maggio gli occupati hanno raggiunto quota 23,382 milioni, aggiornando ancora il massimo storico. Fermo restando che il 94% è a termine, il tasso di occupazione è arrivato al 58,8%, il livello più alto dal 2008, ovvero da dieci anni. La parte del leone la fanno ancora gli ultracinquantenni che sono aumentati ancora: +98mila soltanto a maggio per un totale di 168mila occupati in più nei primi 5 mesi dell’anno: in assoluto si tratta di 8,5 milioni di persone, quasi un terzo del totale dei lavoratori. Ma soprattutto 1,2 milioni in più rispetto a marzo 2015. L’istituto di statistica, in ogni caso, parla di “un netto miglioramento del mercato del lavoro, con una intensa crescita dell’occupazione dipendente, verificata sia per i lavoratori permanenti sia per quelli con contratto a termine”. Allo stesso tempo, ha rilevato, “un deciso calo della disoccupazione e in misura più lieve anche dell’inattività”. Pur riconoscendo che su base annua poi, la crescita dell’occupazione che “appare consistente” si concentra “tra i lavori a termine e, con riferimento all’età, tra i 15-34enni e soprattutto tra gli ultracinquantenni“.
DI MAIO: “RECORD DI PRECARIATO. SMANTELLIAMO JOBS ACT CON REDDITO DIGNITA'” – Insomma, quelli forniti dall’Istat sono numeri che scattano una foto precisa del Paese e delle proprie tendenze relative al mondo dell’occupazione. Il ministro del Lavoro, tuttavia, è rimasto molto colpito da un dato in particolare: “Stavo leggendo i dati sull’occupazione, è tutto un celebrare i record. Ma smettiamo di chiamarli record di occupazione, oggi abbiamo segnato un record di precariato dello Stato italiano“, ha detto Luigi Di Maio in una conferenza stampa. “Se vogliamo celebrare il lavoro deve essere stabile e dignitoso”, ha aggiunto il vicepremier, sottolineando che “oggi nel decreto dignità smantelleremo quella parte di Jobs Act che ha creato precariato cominciando a eliminare una serie di istituti”. Per Di Maio, del resto, il boom dei contratti a tempo determinato non è una buona notizia: “Andateglielo a dire alle famiglie italiane che l’occupazione è aumentata, vedete come vi rispondono”, ha continuato Di Maio, osservando che “i dati Istat rilevano obiettivamente i contratti”, anche quelli di due giorni. “Se poi vogliamo parlare di ore di lavoro che mancano all’appello e di precarietà e insicurezza del lavoro e se vogliamo parlare di antidepressivi, di cui aumenta il consumo in Italia proprio perché l’incertezza aumenta sempre di più, forse quel dato non lo dobbiamo celebrare come in passato”, ha spiegato il ministro. “È così che hanno perso quelli di prima – ha sottolineato – dicendo che la gente doveva essere contenta perché l’indice dell’occupazione saliva”.
RENZI ATTACCA: “CON JOBS ACT 1 MILIONE DI POSTI IN PIU’ E DI MAIO LO SMANTELLA” – Quelli di prima – come li chiama Di Maio – non l’hanno presa bene. “Oggi Istat dice che la disoccupazione continua a scendere ed adesso è ai minimi da 6 anni. E che in quattro anni il JobsAct ha permesso di recuperare un milione di posti di lavoro, di cui più della metà a tempo indeterminato – ha detto il senatore ed ex premer Matteo Renzi – Sono dati ufficiali, indiscutibili, oggettivi. E cosa dice il ministro del lavoro italiano, Di Maio? ‘Stasera smantelliamo il JobsAct‘. Fantastico”, ha scritto l’ex rottamatore su Facebook. Dove poi ha ricordato: “Stasera smantellano la misura che ha permesso di recuperare un milione di posti di lavoro. Tutto sommato – ha aggiunto l’ex segretario del Pd – devo riconoscere che ha una sua coerenza: più smantella il JobsAct, più avrà occasioni per sperimentare la geniale intuizione del Reddito di Cittadinanza: una Repubblica Democratica fondata sul sussidio. Già, ma quando arriva il Reddito di Cittadinanza?”, si è chiesto provocatoriamente l’ex premier.