L’accordo sui movimenti secondari dei migranti tra Angela Merkel e Horst Seehofer salva il governo tedesco ma è un problema per l’Italia. I tre punti con cui la cancelliera e il ministro dell’Interno bavarese hanno chiuso la crisi politica che era arrivata a un passo da far saltare la maggioranza a Berlino prevedono l’istituzione di centri di transito per riconoscere i richiedenti asilo già registrati in un altro Paese e rimandarli indietro, tramite accordi bilaterali come quelli firmati con Grecia e Spagna. Ma per chi come l’Italia un’intesa con la Germania non ce l’ha e non la vuole, significa che i migranti passati dal nostro territorio verranno bloccati al confine con l’Austria, con la conseguenza prevedibile e già annunciata da Vienna di attuare a loro volta “misure per proteggere i nostri confini meridionali”.
Dopo la conferma del cancelliere austriaco Sebastian Kurz – “se Berlino introduce misure nazionali, ciò avrebbe un effetto a catena e potrebbe voler dire che anche l’Austria dovrebbe reagire” – è arrivata la replica del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: “Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazione è una questione europea e serve uno sforzo condiviso. Se questo è lo spirito, dovremmo entrare in una fase di cooperazione. Ma la decisione austriaca di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito e allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere le responsabilità“, ha detto a margine della visita di Sergio Mattarella in Lettonia. Visita in cui proprio il presidente della Repubblica ha voluto sottolineare che “nessun Paese Ue può affrontare da solo la questione migranti”.
La Spd può bloccare tutto – In realtà il “buon compromesso“, come lo ha definito la Merkel, raggiunto tra lei e il leader della Csu deve essere ancora approvato dall’altro partner della coalizione. I socialdemocratici della Spd sono rimasti alla finestra durante la crisi sui migranti ma ora potrebbero intervenire con qualche veto. Andrea Nahles, la nuova leader del partito, ha già sottolineato che “per adempiere all’accordo servono intese con l’Italia e con l’Austria”. “Ci prenderemo tutto il tempo che occorre”, ha aggiunto. I vertici dell’Spd non danno quindi per scontato il loro assenso. Dell’intesa i tre partiti della coalizione tornano a parlare dalle 18 nella sede della cancelleria. E i giovani socialdemocratici, guidati da Kevin Kuehnert, spingono per un chiaro “no” all’ipotesi di istituire centri di transito.
Le parole di Kurz e la risposta di Salvini – Intanto è lo stesso cancelliere austriaco Sebastian Kurz a spiegare che “se Berlino introduce misure nazionali, ciò avrebbe un effetto a catena e potrebbe voler dire che anche l’Austria dovrebbe reagire“. Nel corso di una conferenza stampa a Strasburgo ha detto che “a lungo termine, la nostra ambizione è avere un’Europa senza frontiere interne, e ciò sarà possibile nel medio e lungo periodo, mentre a breve termine dipende da quello che farà la Germania”. Poi ha voluto comunque precisare: “Con l’Italia abbiamo solide relazioni e noi rispettiamo la decisione delle quote in tutti i paesi membri ed in qualità di cancelliere ho sempre cercato di avere dei buoni contatti con tutti i paesi vicini”. Contatti che ora cerca di non compromettere lo stesso Seehofer. Secondo Die Welt, il ministro ha parlato questa mattina al telefono con Kurz e intende parlare anche con il proprio omologo italiano, Matteo Salvini. “Chi entra in Italia deve chiedere permesso e per favore. Se l’Austria vuole fare questo ha tutto il diritto di farlo: noi abbiamo tutto da guadagnarci perché sono più quelli che entrano in Italia che quelli che passano il confine verso l’Austria”, ha detto il ministro dell’Interno dopo l’annuncio del suo collega austriaco. “Oggi sentirò il ministro dell’Interno tedesco”, ha confermato Salvini.
Cosa c’è nell’accordo – Ma cosa prevede il compromesso che secondo Merkel tutela “lo spirito dell’Unione europea e, allo stesso tempo, intraprende passi decisivi verso il controllo dei movimenti secondari“? Si partiva dalla volontà di Seehofer – il casus belli della crisi – di respingere direttamente ai confini tedeschi i richiedenti asilo già registrati in altri Paesi. Dopo il colloquio di lunedì sera, mediato dal presidente del Bundestag, Wolfgang Shaeuble, è stata raggiunto l’accordo. In pratica è una rigida applicazione del Trattato di Dublino, vuole “limitare i flussi secondari che minacciano Schengen” e riguarda poco più di 18mila persone dall’inizio dell’anno.
I centri di transito – Il testo è stato riassunto in tre punti. Innanzitutto al confine tra Germania e Austria sarebbe attuata una nuova politica, per garantire “che sia impedito ai richiedenti asilo le cui procedure di asilo sono responsabilità di altri Paesi dell’Ue di entrare” in Germania. E’ la premessa che fa da cappello alle due misure successive. Alla frontiera saranno istituiti centri di transito, dove i migranti saranno obbligati a restare: da qui, i richiedenti asilo saranno poi rimandati direttamente nei Paesi che sono responsabili delle loro domande, quindi quelli di primo approdo, previo consenso degli Stati coinvolti sulla base di accordi amministrativi. Quelli che la Merkel ha stretto con Madrid e Atene, ma che sono in dirittura d’arrivo anche con altri Paesi dei Balcani. Per trattenere i profughi in zone neutre, Berlino dovrà adottare un espediente giuridico simile a quello che esiste da anni negli aeroporti, “la finzione del non-arrivo“. Perché in base alle leggi internazionali – su cui Merkel ha sempre mantenuto il punto – chiunque metta piede nel Paese, ha comunque diritto a una richiesta di asilo. Così quelle norme verrebbero aggirate.
Il problema per l’Italia – Poi c’è il terzo punto, quello che inguaia l’Italia: nel caso questi accordi con Paesi terzi non potessero essere raggiunti, le persone sarebbero comunque respinte al confine “sulla base di un accordo con l’Austria”. Una notizia che a Vienna non è stata accolta con troppo entusiasmo: il cancelliere Sebastian Kurz, il vice Heinz-Christian Strache e il ministro degli interni Herbert Kickl hanno dichiarato di attendere un rapido chiarimento da Berlino. E “se questa dovesse essere la posizione del governo tedesco – si legge nella dichiarazione – dovremmo provvedere a mettere in piedi della misure per tutelare l’Austria e la sua popolazione e siamo pronti ad attuare misure per proteggere i nostri confini meridionali”. Senza un’intesa tra Roma e Berlino, l’Italia rischi quindi di trovarsi i respingimenti direttamente al Brennero. Sempre che nel frattempo non arrivi il veto all’accordo della Spd.