Tre gemelli ed un esperimento scientifico: la storia di Eddy Galland, David Kellman e Robert Shafran comincia nel 1961 quando vengono separati alla nascita e dati in adozione a tre diverse famiglie. La loro biografia viene attentamente supervisionata dagli psichiatri Peter Neubauer e Viola Bernard attratti dalla possibilità di studiare il comportamento di soggetti con lo stesso patrimonio genetico in relazione ad ambienti socio-culturali diversi durante le varie fasi della vita. Ora la loro storia è diventata un documentario, Three identical strangers (Tre identici estranei) del regista Tim Wardle che è uscito da qualche giorno nei cinema americani ed è candidato ai prossimi Oscar.
L’esperimento, iniziato alla nascita dei gemelli, era stato organizzato nei minimi dettagli: i tre gemelli erano stati dati in adozione a tre famiglie molto diverse tra loro per status sociale e vivevano in abitazioni tra loro molto distanti, ogni anno i due psichiatri facevano compilare loro dei questionari di argomento vario per ampliare il materiale destinato alle proprie ricerche.
Nel 1980 però qualcosa cambia: Robert si trova infatti a frequentare l’istituto dove si trovava il fratello Eddy fino allo scorso anno, incuriosito dai racconti dei compagni di classe su un compagno uguale a lui e nato il suo stesso giorno decide di provare a mettersi in contatto. Ci riesce ed i due scoprono di essere fratelli. La storia viene ripresa da giornali locali e arriva anche a David, il terzo fratello. I tre gemelli approfondiscono la loro storia, grazie all’aiuto del giornalista del New Yorker Lawrence Wright e arrivano alla verità scoprendo il vero motivo della loro separazione. La notizia sconvolge in modo totale le loro vita, quella di Eddy in particolare che soffre di depressione e si toglie la vita nel 1995.
La storia però non è finita. Robert e David denunciano l’agenzia di adozione che però ha sempre respinto ogni legame con gli studi che li hanno coinvolti. Nessuna scusa o passo indietro è mai stato fatto neanche da parte dei due psichiatri che hanno continuato a sostenere l’importanza dei propri studi e ricerche. Questi ultimi non sono però stati ancora pubblicati e non lo saranno fino al 2066.