Uno scandalo finanziario travolge il coro di Papa Francesco. Il Vaticano ha sospeso il direttore amministrativo della Cappella Musicale Pontificia Sistina, Michelangelo Nardella, e ha aperto un’indagine interna per valutare il suo operato in merito ai conti delle tournée internazionali del coro personale del Papa. Fonti vaticane rivelano a ilfattoquotidiano.it che si sospettano notevoli ammanchi e una cattiva gestione economica. Ma c’è di più: nell’inchiesta sarebbe perfino emerso che alcune firme attribuite ai vertici della Segreteria di Stato presenti nella documentazione contabile del coro sono false. L’indagine interna è stata affidata al nunzio apostolico Mario Giordana che ha già ascoltato sia il direttore del coro, monsignor Massimo Palombella, che Nardella, ma anche tutti i cantori adulti e i genitori dei “pueri cantores”, i bambini con le voci bianche che animano le celebrazioni presiedute dal Papa nella Basilica di San Pietro e non solo.
Al momento, l’unica contromisura presa dal Vaticano è stata quella di sospendere la tournée negli Stati Uniti che si sarebbe dovuta tenere dall’1 al 26 luglio 2018. Ma non è tutto. Da alcuni giorni si sono perse le tracce sia di Nardella, che della sua famiglia che sarebbero scappati in America in attesa delle decisioni del nunzio Giordana. Fino all’apertura dell’indagine interna, Nardella con la moglie e i figli hanno abitato nell’appartamento di 400 metri quadrati dove, fino al novembre 2013, data della sua morte, viveva il cardinale Domenico Bartolucci che ha diretto il coro della Cappella Sistina per 41 anni, dal 1956 al 1997, e che nel 2010 ha ricevuto la porpora da Benedetto XVI. L’abitazione si trova nello storico edificio dove ha sede il coro, nel centro di Roma, in via del Monte della Farina 64.
Alla morte del porporato l’appartamento è rimasto vuoto per 3 anni. Poi Nardella, con l’ok dell’allora Segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, è riuscito a ottenerlo e vi è andato ad abitare con la famiglia dopo avervi fatto fare lavori di ristrutturazione per 6 mesi. Sia Nardella, dottore commercialista, che la moglie, psicologa, avevano i rispettivi studi all’interno del palazzo che gode dell’extra territorialità. A far storcere il naso in questi anni era stata anche la scelta della moglie di Nardella di allestire il suo studio nell’ex cappella dell’edificio, anticamente adibito a convento dei frati Teatini.
In tempi recenti è la prima volta che l’antichissimo coro del Papa è oggetto di un’inchiesta interna. Con i suoi 1500 anni di storia la Cappella Musicale Pontificia Sistina è oggi il più antico coro del mondo ancora in attività. “Troviamo – si legge sul suo sito ufficiale – tracce dei cantori del Papa fin dai primi secoli della Chiesa e sappiamo che Gregorio Magno nel 597 inviò per evangelizzare l’Inghilterra, insieme ai monaci, anche alcuni cantori. La Cappella Musicale del Papa ha quindi seguito nei secoli, partecipandovi attivamente, tutte le riforme della liturgia papale fino a oggi. In quanto coro personale del Santo Padre è chiamata a essere uno strumento per l’ecumenismo e il dialogo tra le confessioni cristiane per dare il suo contributo a ricomporre nell’arte ciò che è stato separato da vicende storico-politiche”.
Dal 2010, per volontà di Benedetto XVI, a dirigere il coro della Cappella Sistina è monsignor Palombella che, nel 2015, è stato riconfermato in questo incarico da Francesco. Nato a Torino nel 1967, il direttore è stato ordinato prete per la Congregazione salesiana nel 1996. Palombella è anche componente, in qualità di esperto, della consulta dell’Ufficio liturgico nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2017 Bergoglio lo ha nominato consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Sia con il Coro Interuniversitario di Roma, che ha diretto fino al 2011, che con la Cappella Musicale Pontificia Sistina ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo e un’ampia serie di registrazioni di cd e dvd.
L’inchiesta sulla Cappella Musicale Pontificia Sistina arriva un anno dopo lo scandalo che ha travolto un altro celebre e antico coro, quello di voci bianche della cattedrale di Ratisbona. In quel caso, però, il reato era diverso: ben 547 bambini avevano subito abusi fisici e psicologici da parte di preti e insegnanti tra il 1945 e i primi anni ’90. In 67 casi c’erano state anche violenze sessuali. Uno scandalo che travolse direttamente la famiglia Ratzinger perché il fratello maggiore del Papa emerito Benedetto XVI, monsignor Georg, è stato per 30 anni, dal 1964 al 1994, direttore dei Regensburger Domspatzen, come sono conosciuti in tutto il mondo.
Dal legale del dottor Michelangelo Nardella, amministratore della Cappella Musicale Pontificia, riceviamo e pubblichiamo
È assolutamente non veritiero nonché lesivo dell’immagine e del decoro del mio assistito quando si scrive che lo stesso sia “scappato in America”. Non solo il dottore Nardella si trova in Italia, ma si aggiunge che semmai si fosse recato o volesse recarsi all’estero per qualsivoglia motivo, ritengo che non debba rendere conto ad altri dei suoi spostamenti e che, comunque, i suoi viaggi non debbano essere interpretati come “fuga”.
La gestione della Cappella Musicale Pontificia è perfettamente in ordine. Essa, infatti, è controllato dettagliatamente dai competenti uffici della Segreteria per l’Economia ogni anno per i bilanci consuntivi e ogni tre mesi per i consuntivi temporanei trimestrali. La Cappella Musicale Pontificia è un ente con contabilità esterna (affidata pre l’appunto a uffici specifici del Vaticano). Pertanto l’amministratore ha il compito di giustificare, documentare e trasmettere i documenti contabili necessari al Vaticano che provvede alla registrazione e all’eventuale pagamento. si tratta di passaggi molto vicini e controllati, per creare, anche solo in teoria, “grossi ammanchi”, o generare una “cattiva gestione economica”. In tanti anni di attività non sono mai stati effettuati rilievi economici al dottore Nardella, che opera sempre d’intesa con i competenti organi, né attualmente risultano rilievi economici a suo carico.
Assolutamente falso e denigratorio è scrivere di “firme false attribuite ai vertici della Segreteria di Stato presenti nella documentazione contabile del coro” di cui il mio assistito sarebbe responsabile. Questo perché ogni documento della Cappella Musicale Pontificia è controllato dalla Segreteria per l’Economia ed eventualmente dai revisori preposti. Peraltro non sono previte firme della “Segreteria di Stato” nella presentazione e nel controllo dei documenti contabili.
Per quanto riguarda la tourneé negli Stati Uniti cui avrebbe dovuto partecipare la Cappella Musicale Pontificia nel mese corrente, corre d’obbligo segnalare che non è stata la Santa Sede a sospenderla, ma gli organizzatori americani, nella fattispecie AEG Presents. Questo è facilmente confutabile sugli organi di stampa. non è stata adottata contromisura in tal proposito alla Santa Sede, se non in via secondaria prendendo atto della scelta degli organizzatori.
Per quanto attiene all’appartamento nel quale vive in mio assistito, esso è stato concesso alla famiglia Nardella a seguito di stipula di regolare contratto di locazione, per il quale viene corrisposto all’Aspa un congruo e regolare canone mensile. Non si comprende, peraltro, quale turpe atto sia stato compiuto dal mio assistito nel portare nuova redditività alle casse vaticane, visto che l’immobile, prima di entrare nella sua disponibilità, era sfitto da ben tre anni.
Né il dottore Nardella né la moglie, che è una psicologa, hanno mai avuto uno studio professionale né nell’ex cappella e neppure nella loro abitazione privata. Fra l’altro il dottore Michelangelo Nardella non svolge attività libera professionale da quanto è stato confermato stabile nel suo ruolo, e cioè dal 2013.
Infine, è assolutamente inopportuno, allusivo e denigratorio accostare i fatti che si tenta malamente di raccontare della Cappella Musicale Pontificia con vicende ben più gravi di tutto altro sfondo che hanno riguardato, suo malgrado, il coro di Ratisbona.
Prendo atto delle precisazioni del dottor Nardella e colgo l’occasione per sottolineare che le informazioni da me riportate nell’articolo in questione mi sono state confermate, anche nelle scorse ore, da diverse fonti interne (e non collegate tra loro) della Santa Sede
Francesco Antonio Grana