“A questo qui abbiamo comprato illegalmente un fegato e abbiamo detto che era di suo cugino”: a parlare è una persona non ancora identificata, al telefono con Sandro Rosell, ex presidente del Barcellona, che si limita ad annuire. La conversazione pubblicata dalla testata spagnola El Confidencial risale all’aprile del 2017 e fa parte di una delle quattro intercettazioni della guardia civil e della polizia nazionale spagnola. Il riferimento è al trapianto di fegato dell’ex giocatore Eric Abidal, che subì l’operazione nel 2012 a causa di un cancro. La vicenda era stata seguita non solo dal mondo calcistico: l’ex calciatore aveva annunciato il suo ritiro a causa della malattia nel 2011, per poi affrontare il trapianto di fegato l’anno seguente, diventando un esempio della lotta al cancro. Nel gennaio di quest’anno, Abidal ha raccontato la sua battaglia contro il tumore in un reportage dal titolo “La mia zona d’ombra“, andato in onda su Canal Plus, in cui ricorda che il fegato gli era stato donato dal cugino Gerard.
Ma da quanto riporta El Confidencial le cose potrebbero non essere andate così. Se in una prima intercettazione Rosell non si sbilancia, in seguito alle critiche mosse dall’ex calciatore alla gestione presidenziale, le sue risposte sono più chiare: ”Se sei qui a parlare con me, è perché ti ho comprato un fegato nuovo, hai capito?”. Queste pubblicazioni potrebbero aggravare la posizione di Rosell con la giustizia, dato che dal 23 maggio del 2017 si trova in carcere con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco, associazione a delinquere e appropriazione indebita. Secondo la testata spagnola Caderna Ser, la nuova bufera si sarebbe già spenta e le nuove accuse derivanti dalle intercettazioni in questione sono state archiviate. Gli avvocati dell’ex presidente Rosell hanno rilasciato un comunicato, trasmesso attraverso la rete Rac1, in cui si legge: “È strano pensare che si possa comprare un fegato illegale e poi trapiantarlo in un ospedale pubblico”.