“Meglio tardi che mai, quel che cerchiamo di portare avanti sono soluzioni a sfruttamento e schiavitù all’interno della filiera agricola e l’incontro di oggi è stato caratterizzato dalla disponibilità del ministro del Lavoro su temi che noi abbiamo portato avanti, stiamo parlando di 600 mila lavoratori perché l’ultima regolarizzazione risale al 2012 e lì c’era un governo che aveva anche la Lega Nord al suo interno, quindi non esiste un tema tabù”. A dirlo Aboubakar Soumahoro, il sindacalista Usb rappresentante dei braccianti immigrati che, in seguito all’uccisione lo scorso 2 giugno del bracciante Soumaila Sacko, ha chiesto e ottenuto un incontro con il ministro del lavoro Luigi Di Maio, in seguito al quale si è stabilito di istituire un tavolo interministeriale contro il caporalato. “I dati ci dicono che tutti contribuiamo allo sviluppo di questo Paese – ha detto commentando le dichiarazioni di Salvini – e Soumaila era uno di questi lavoratori che combatteva per migliorare la situazione sociale”.