Cronaca

Affari d’oro e illeciti con la macellazione della carne: in 17 agli arresti per una frode da 300 milioni di euro

Cinque persone in carcere e 12 ai domiciliari. Sequestrati più di 90 immobili, tra cui ville di lusso, ma anche yacht e 60 milioni di euro tra conti correnti e gioielli. Uno dei capi del sodalizio reinvestiva i soldi illeciti nell'allevamento di vongole.

“Mo’ tolgo tutto”. Francesco Giordano, ritenuto dagli inquirenti uno dei capi del sodalizio criminoso, si sente braccato dalla Guardia di finanza e, intercettato al telefono, confessa al padre di voler cancellare i dati dal pc del suo presunto ufficio e da una chiavetta usb. Giordano è finito in carcere insieme ad altre quattro persone, tra cui due commercialisti, altre 12 sono agli arresti domiciliari mentre per quattro liberi professionisti è scattato l’obbligo di firma e l’interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività. Al centro dell’operazione denominata “The Buthcer”, condotta dai finanzieri di Rho e coordinata dai pm milanesi Maurizio Ascione e Gianfranco Gallo, una frode fiscale da 300 milioni di euro messa in atto da un consorzio di società, cioè la Sg – Servizi Globali Società, leader nel settore della macellazione delle carni con circa 1400 lavoratori.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, riportata nell’ordinanza del gip Guido Salvini, gli indagati avrebbero messo a punto un sistema delinquenziale nella fornitura di manodopera. In pratica il consorzio riceveva in appalto dalle società del settore i servizi di lavorazione delle carni. Servizi che automaticamente dava in subappalto alle consorziate che mettevano a disposizione i lavoratori. Queste, a loro volta, avrebbero esposto crediti Iva inesistenti con cui avrebbero compensato i debiti di natura tributaria e in alcuni casi anche quelli legati ai contributi dei lavoratori, risultando così esentasse. Il vantaggio, da questo meccanismo, è presto detto: il consorzio si sarebbe trovato in una posizione particolarmente concorrenziale sul mercato, visto che poteva offrire servizi a costi ribassati. E il risultato, secondo gli inquirenti, è che i titolari si sarebbero arricchiti indebitamente.

Tra i quattro liberi professionisti, c’è anche l’ex maresciallo della Guardia di Finanza Roberto Pireddu diventato, dopo il congedo, consulente delle Procure di Milano, Monza, Roma e Busto Arsizio. Pireddu, capo pattuglia in verifiche contabili e fiscali fino al 2008, era stato chiamato dai magistrati come esperto del settore in vari procedimenti, tra i quali Imi Sir, Cirio, Volare Airlines e quello sul “sistema Sesto“, che aveva coinvolto anche l’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (poi assolto). Pireddu, secondo il giudice Salvini, sarebbe stato “il responsabile dell’organismo di vigilanza del consorzio Sg. Si attiva affinché il sistema consorziate-consorzio possa realizzare le proprie finalità criminose partecipando alle riunioni in cui viene deciso cosa fare della contabilità, nonché dando consigli ai vertici del sodalizio in occasione delle verifiche fiscali”.

Le ordinanze e le perquisizioni sono state eseguite in tutta Italia e sono stati impiegati oltre 200 finanzieri nelle province di Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino, Venezia e Vercelli. Gli immobili confiscati, tra cui ville di lusso nel Milanese e nel Bergamasco, locali notturni e ristoranti a Bitonto e Roma, sono più di 90, a cui si aggiungono due yacht, una Maserati Levante, conti correnti, gioielli e sette cassette di sicurezza per un valore di circa 60 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, anche il Bitonto Calcio, squadra pugliese che gioca a livello dilettantistico.

“Illeciti tributari di così ingenti proporzioni finiscono, per i contatti e le strutture serventi di cui necessitano, a intrecciarsi con gli affari della criminalità organizzata“, in particolare quella pugliese, si legge nell’ordinanza del gip. Angelo Basile, ritenuto uno dei due capi del sodalizio insieme a Giordano, avrebbe usato i “capitali illeciti acquisiti” comprando pure “vivai di vongole, oggetto di una delle sue principali attività di reinvestimento. A riprova di come il consorzio sia un ente nella totale disponibilità dei due soggetti apicali del sodalizio criminoso (Giordano e Basile) si riportano un sms e una conversazione nei quali il secondo chiede al primo l’effettuazione di un bonifico di 10mila euro sul conto della società ‘Frutta di Mare’ che è la società con cui Basile, per interposta persona, procede all’acquisizione dei vivai di vongole. Tale bonifico verrà poi effettuato con denaro del consorzio”.

 

Aggiornamento della redazione
In seguito a chiarimenti, il Gip ha revocato le misure nei confronti di Roberto Pireddu