Sotto sequestro il tesoretto dell’ex veggente diventata showgirl accusata di aver raggirato imprenditori e professionisti, suggestionandoli con presunte visioni mistiche e promettendo loro di farli guarire da malattie e di risolvere casi di infertilità, intercedendo davanti alla Madonna. In cambio di soldi. Milioni che hanno consentito all’ex veggente Paolo Catanzaro, diventata poi Paola Catanzaro, nota con il nome d’arte di Sveva Cardinale, di condurre una vita di lussi. Ammonta a 1,3 milioni di euro il valore dei beni a cui ha posto i sigilli il Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Brindisi, dando esecuzione a un provvedimento emesso dal Tribunale di Lecce (ai sensi del codice Antimafia) nei confronti di Paola Catanzaro e del marito Francesco Rizzo. Sono stati sequestrati otto immobili, di cui uno ad Asiago (Vicenza), due auto, sei conti correnti e sei polizze assicurative. Una disponibilità troppo elevata rispetto ai redditi dichiarati. L’immobile di Asiago è un villino acquistato per 300mila euro, nel 2009, da due coniugi. Prima la coppia lo intestò a Catanzaro e poi espresse la volontà di adottarla.
TENORE DI VITA SPROPOSITATO RISPETTO AL REDDITO – Alla luce degli accertamenti patrimoniali condotti dalle Fiamme Gialle e coordinati dalla Procura della Repubblica di Brindisi, il Tribunale di Lecce ha dato il via libera all’applicazione del procedimento preventivo. I giudici, infatti, hanno constatato che i due coniugi sono “persone abitualmente dedite a traffici delittuosi – ha scritto la Finanza – e che, per la condotta e il tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, vivono con i proventi derivanti dalle predette attività illecite”. Lo scorso 28 maggio era stato effettuato un altro sequestro di beni per redditi non dichiarati e imposte non versate, per un valore di 250mila euro.
L’INCHIESTA – I due coniugi sono stati arrestati il 29 gennaio 2018, nell’ambito dell’operazione “Reservoir dog” dopo che il pm Luca Miceli ha chiesto e ottenuto la misura cautelare in carcere per Paola Catanzaro che, passati quattro mesi dietro le sbarre, è ai domiciliari dal 6 giugno scorso. A Rizzo, invece, a gennaio sono stati concessi i domiciliari mentre attualmente è in stato di libertà. Moglie e marito sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Altre sette persone sono finite nel registro del pm, la maggior parte delle quali parenti della coppia. La storia fu raccontata per la prima volta nel febbraio 2016 dal sito brindisino SenzaColonne e poi rilanciata dalla trasmissione Le Iene. Tutto iniziò, infatti, in una chiesetta alle porte della città pugliese, in contrada Uggio, dove dall’inizio degli anni Novanta un giovane Paolo Catanzaro raccontava di avere apparizioni della Madonna. I fedeli arrivarono da tutta la Puglia e l’ex veggente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, approfittava della loro fiducia per farsi raccontare le loro storie, assicurando poi di intercedere con la Madonna per risolvere problemi, guarire malattie, proteggere familiari in difficoltà. Il tutto dietro compenso, che sarebbe andato a opere caritatevoli che la Madonna avrebbe di certo visto di buon occhio. E poi c’era il fantomatico progetto delle croci, da piantare in giro per il mondo, per avere la protezione divina.
A PROCESSO – Sia per i due coniugi che per le altre sette persone coinvolte nell’inchiesta e rimaste a piede libero il pm ha chiesto, nel corso dell’udienza preliminare svoltasi il 21 giugno scorso davanti al gup Stefania De Angelis, il rinvio a giudizio per reati, contestati a vario titolo, di associazione per delinquere e truffa, oltre all’evasione fiscale per attività di chiaroveggenza non dichiarata. Paola Catanzaro e il marito Francesco Rizzo non erano presenti all’udienza. Hanno già anticipato la volontà di costituirsi parte civile, invece, i dieci professionisti finiti nella rete del presunto sodalizio. Tra questi l’imprenditore del Barese che firmò la prima denuncia nei confronti di Catanzaro.