I guai giudiziari di Denis Verdini non finiscono mai. Dopo la condanna in appello per il crack del credito fiorentino arriva una richiesta di pena. La Procura di Roma ha invocato una condanna a 2 anni per l’ex parlamentare e coordinatore del Pdl, accusato di finanziamento illecito nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita, nel gennaio del 2011, di un immobile in via della Stamperia, nel cuore di Roma, che in poche ore fruttò una plusvalenza record di 18 milioni di euro. Il pm Erminio Amelio ha inoltre chiesto una condanna a 5 anni per l’ex senatore di Forza Italia, Riccardo Conti accusato di truffa aggravata in concorso con Angelo Arcicasa, all’epoca dei fatti presidente dell’Enpap, l’Istituto di previdenza degli psicologi, per il quale sono stati chiesti 4 anni e 10 mesi.

Dopo il rinvio a giudizio (22 settembre 2014) l’ex senatore aveva detto di “essere estrano a ogni accusa”. Secondo l’accusa, Arcicasa fece acquistare all’ente l’immobile per 44,5 milioni di euro dalla società Estatedue Srl, amministrata da Conti, che poche ore prima l’aveva comprata per 26 milioni. Nei confronti di Arcicasa e Conti l’accusa è di concorso in truffa aggravata mentre Verdini, che nell’operazione di compravendita non ha avuto nessun ruolo, deve rispondere appunto di finanziamento illecito assieme al suo collega di partito. L’ex coordinatore del Pdl avrebbe, infatti, ricevuto da Conti circa un milione di euro pochi giorni dopo la compravendita dello stabile: 3.900 metri quadri distribuiti su cinque piani nel pieno centro storico di Roma, in via della Stamperia 64. A Conti la Procura contesta anche i reati di finanziamento illecito e omesso versamento dell’Iva per oltre 8,6 milioni di euro nel 2011.

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