Il Times attacca il governo M5s-Lega, accusando i due partiti che definisce “populisti” di essere responsabili dell’aumento dei casi di morbillo nel Regno Unito. Lo spunto nasce dall’allarme lanciato da Public Health England (Phe), l’agenzia esecutiva del ministero della Salute britannico, che ha parlato di “incidente nazionale” in merito all’aumento dei casi. I medici inglesi parlano di contrazioni del morbillo “principalmente legate alle importazioni dall’Europa” e quindi avvisano i vacanzieri diretti in Romania, Francia, Grecia e Italia. Così sulle colonne del quotidiano di Londra l’editorialista David Aaronovitch incolpa M5s e Lega perché “vogliono cancellare la legge che rende obbligatori alcuni vaccini per i minori di 16 anni”. Ma nello stesso Regno Unito l’obbligo vaccinale non è previsto, perché il Department of Health preferisce agire “nell’ambito di un sistema di consenso informato“, come spiegato nel numero di Fq Millennium dedicato ai vaccini. All’allarme di Londra ha risposto la ministra della Salute Giulia Grillo: “La copertura vaccinale contro il morbillo raggiunge in media in Italia il 92%. In merito all’allarme lanciato in Gran Bretagna, parleremo con le autorità inglesi“.
Secondo i dati, i casi di morbillo diagnosticati in Inghilterra nella prima metà del 2018 sono più del doppio di tutti quelli registrati nel 2017. “E’ veramente scoraggiante se pensiamo a quanto eravamo vicini alla completa scomparsa della malattia”, commenta Helen Stokes-Lampard, presidente del Collegio reale dei medici. Stando ai dati diffusi da Phe, l’anno scorso in Europa sono stati registrati 20mila casi di morbillo, con 48 morti a partire dal 2016. E’ nel 2018 invece che il boom si è verificato in Inghilterra, con 643 casi nei primi sei mesi a fronte dei 274 registrati in tutto il 2017. Per questo la dottoressa Maliha Moten scrive che “il morbillo rimane una minaccia per la popolazione del Regno Unito”.
Da questi presupposti parte l’attacco di Aaronovitch sul Times: una delle ragioni dell’aumento dei casi di morbillo nel Regno Unito è “la campagna anti vaccinazioni condotta dai partiti populisti ora al potere quando si trovavano all’opposizione”. “Il rifiuto dell’opinione medica generale fa parte della mentalità populista“, continua l’editorialista. Che però nella sua analisi usa dati riferiti al 2015, quando la copertura vaccinale contro il morbillo in Italia era all’85%. I dati di aprile 2018 forniti dal ministero della Salute dicono invece che ora è salita al 91,6%, dopo che l’argomento è diventato di interesse nazionale ed è stata introdotta l’obbligatorietà per la frequenza a scuola con la legge Lorenzin.
La copertura è comunque sotto a quella ottimale per garantire l’immunità di gregge, stimata dall’Organizzazione mondiale della sanità al 95%, ma è praticamente identica a quella inglese, registrata al 92 per cento. E’ vero che l’Italia, secondo i dati Oms del 2017, ha avuto 5mila contagiati. Per quel che riguarda la copertura vaccinale, l’Inghilterra ha però gli stessi livelli ora raggiunti anche nel nostro Paese, senza aver introdotto l’obbligo vaccinale. Dopo che nel 2013 un’esplosione di casi di morbillo aveva spaventato il Regno Unito, il governo rispose varando una campagna informativa mirata. L’obiettivo, si legge nei report ufficiali, venne raggiunto in tre mesi.
La ministra Grillo ha detto che parlerà con le autorità inglesi e sul morbillo, ha sottolineato, “proseguiremo il lavoro a tutela della comunità. Infatti, l’alto livello di coperture vaccinali resta l’obiettivo da mantenere ai fini del raggiungimento dell’immunità di gregge”. “Va però ricordato – ha aggiunto – che in Germania, ad esempio, la copertura vaccinale contro il morbillo è al 97%, eppure non vige l’obbligo vaccinale”. Con la legge sull’obbligo in Italia, ha tuttavia rilevato, “il risultato a livello di coperture vaccinali c’è stato ed è importante. Sul morbillo, però, bisogna lavorare ancora molto: non, tuttavia, applicando sanzioni bensì facendo capire ai cittadini quanto i vaccini siano importanti e quanto sia determinante l’adesione volontaria“.
Oggi, ha continuato Grillo, “se molti cittadini non si vaccinano o non vaccinano i figli è perché hanno dei dubbi legittimi che non stati chiariti dalle istituzioni preposte. E’ dunque fondamentale potenziare l’informazione ed i servizi vaccinali. E’ chiaro – ha concluso – che in questo modo non si risolve la questione delle frange estreme anti-vaccinali, ma queste riguardano una percentuale ridotta della popolazione”.