Palazzo Madama rallenta sul taglio del privilegio. L'ufficio di presidenza non ha ancora elaborato un documento. E intanto chiede di rivedere i dati su cui ha lavorato Montecitorio. La grillina Bottici: "Si faccia presto". Ignazio La Russa: "La Camera ha deciso di andare avanti senza aspettarci"
Una settimana dopo la Camera anche l’ufficio di presidenza del Senato si è riunito per parlare del taglio dei vitalizi. Ma non per decidere: non c’è nessuna delibera sul tavolo (ancora) e i senatori hanno chiesto altro tempo. Per approfondire e chiarire sul ricalcolo del privilegio per gli ex. “Sono stati acquisti”, si legge in una nota ufficiale diramata al termine della riunione, “gli atti elaborati da Montecitorio insieme alla relazione documentata del collegio dei senatori questori sulla questione. Il Consiglio ha condiviso la necessità di ulteriori approfondimenti sulle modalità di ricalcolo – anche attraverso l’audizione del Presidente dell’Inps Tito Boeri -, nonché l’acquisizione di un parere da parte del Consiglio di Stato”. Proprio il presidente dell’Inps nelle scorse settimane era stato ricevuto da Fico e aveva collaborato alla scrittura della delibera. Ora i senatori chiedono di rivederlo, per parlare, di nuovo della questione.
Non è una novità che a Palazzo Madama il provvedimento sia stato preso con più freddezza dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. Dopo gli annunci di Fico, la seconda carica dello Stato ha spento gli entusiasmi e preso altro tempo. Sotto accusa c’è l’intervento retroattivo sull’indennità degli ex parlamentari: loro, tramite l’associazione che li rappresenta, hanno chiesto i danni a tutti coloro che voteranno il testo rivendicando che il documento è incostituzionale.
La paralisi di Palazzo Madama preoccupa i 5 stelle che sul provvedimento si giocano una delle promesse elettorali più importanti. Una delle strategie è stata proprio quella di velocizzare le pratiche a Montecitorio, sperando che al Senato si recepisse il messaggio. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, ora chiedono che si rispettino i tempi: “Accogliamo la decisione di convocare in audizione Boeri“, ha dichiarato la senatrice e questore M5s a Palazzo Madama Laura Bottici, “e auspichiamo che l’incontro si svolga in tempi brevi. L’orizzonte è quello di far partire il provvedimento il prossimo 1° novembre, così come già prevede la delibera presentata dal presidente Roberto Fico alla Camera che sarà votata la prossima settimana”. Ha invitato alla calma anche la vicepresidente dem Anna Russomando: “C’è la volontà di tutti di arrivare a decisioni in tempi ragionevoli, nel rispetto dell’autonomia del Senato”. Il fastidio della Casellati è emerso dalle parole di Ignazio La Russa, vicepresidente a Palazzo Madama: “La presidente ha sottolineato che la Camera ha deciso di andare avanti senza aspettare la condivisione del Senato”. E per questo intende “verificare senza pregiudizi tenendo conto delle decisioni della Camera, con la giusta autonomia che spetta al Senato”.
L’impressione è che il Senato voglia andare per le lunghe e non abbia nessuna intenzione di seguire la tabella di marcia della Camera. Fico dal canto suo ha dichiarato che vuole chiudere la pratica in una settimana. “Ho fatto un lavoro gigante in questi mesi”, ha detto dal palco di Polignano a mare intervistato da Roberto Fico, “e ringrazio i funzionari della Camera che hanno preso dal database della Camera tutta una serie di dati per quattro settimane. Li abbiamo elaborati e finalmente ho presentato la delibera sui vitalizi che fa risparmiare circa 44 milioni di euro all’anno, che significa che in circa due legislature si risparmiano circa 500 milioni di euro”. Fico ha tra l’altro ricordato che oggi scade il termine per presentare gli emendamenti alla delibera che ha presentato la settimana scorsa, “e tra circa una settimana riporterà la delibera in Ufficio di presidenza e potremo dire che abbiamo riparato a una ingiustizia sociale”. “Perché – ha concluso – il Paese si ricostruisce anche riparando le ferite che sono state inferte. E i vitalizi, quel privilegio, era un ferita forte inferta al Paese. Era una iniquità. Quindi oggi noi riportiamo un equilibrio laddove c’era un disequilibrio”.