Ci sono anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, e il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, tra gli indagati dell’inchiesta “Flumen Luto” sull’alluvione che, nel 2015, ha colpito i Comuni di Corigliano e Rossano. In qualità entrambi di ex presidenti della Provincia di Cosenza, i due politici sono indagati per disastro colposo. Secondo l’ipotesi della Procura di Castrovillari, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, assieme ad altre 193 persone per non aver ottemperato alla manutenzione dell’alveo e degli argini dei fiumi.
Nell’inchiesta sono finiti pure gli ex sindaci di Corigliano, Pasqualina Straface e Giuseppe Geraci, gli ex sindaci di Rossano, Franco Filareto e Giuseppe Antoniotti. Ma anche molti imprenditori e numerosi dirigenti e funzionari di Regione, Provincia e Comuni interessati. Su disposizione del procuratore Eugenio Facciolla, i carabinieri forestali hanno sequestrato oltre cento immobili, tra terreni agricoli, manufatti e fabbricati che erano stati realizzati nell’alveo dei fiumi o nelle fasce di rispetto delle aree a rischio idrogeologico.
“Ognuno di questi 195 indagati – è stato il commento del procuratore Facciolla nel corso della conferenza stampa che si è tenuta venerdì 6 luglio – ha varie responsabilità per la posizione occupata. Riteniamo che ognuno sia coinvolto a titolo di concorso in quello che è stato un disastro colposo”. Con l’inchiesta, però, gli inquirenti vogliono fare chiarezza su ogni aspetto della tragedia consumata nell’Alto Cosentino. “C’è poi una seconda parte dell’attività investigativa – ha aggiunto infatti il magistrato – che è in corso e che è mirata a fare luce su alcune omissioni, su condotte attive e sulle sanatorie di alcuni fabbricati”.
Per quanto riguarda i numeri, è emerso che solo a Corigliano Calabro i carabinieri hanno scoperto 104 edifici costruiti su territori a elevato rischio idrogeologico, di cui 84 abusivi. A Rossano, invece, 21 edifici sono stati realizzati in aree R3 e R4, di cui 14 abusivi. Si tratta di fabbricati che in gran parte sono stati sanati con l’ultimo condono.